10 Maggio 2011

Il ricordo di un giorno che poteva essere tragico ed invece…

Era l’aprile dell’82, il venerdì Santo, Valentina aveva da poco compiuto 3 anni ed Antonio ne aveva 1 e mezzo. Io sfaccendavo in cucina e i bambini giocavano tranquillamente nella loro stanzetta, quando arriva di corsa Valentina e mi dice:-   Vieni, mamma, Antonio è uscito dalla finestra.

antonioVado di corsa, confusa, cercando di capire cosa possa significare “uscire dalla finestra”, di solito se esci da una finestra precipiti di sotto! Quando arrivo,… i pochi metri  mi sono sembrati chilometri, vedo la testolina di Antonio, che sta cercando di rientrare. Fuori dalla finestra, circa ad un metro più in basso, c’era una striscia di cemento larga quasi mezzo metro e lui stava lì, cercando di arrampicarsi per tornare dentro.

Mi sono avvicinata il più cautamente possibile e senza gridare, per non spaventarlo, un incauto movimento e sarebbe caduto di sotto, l’ho tirato dentro ed ho chiuso la finestra. Poi mi sono seduta per terra e mi sono messa a piangere, allora lui si è avvicinato  con gli occhioni un po’ spaventati, mi ha abbracciato e, con il suo linguaggio da bimbo, mi ha rassicurato:- Mamma, non piangere, io ti voglio bene!.

Ho ringraziato il suo Angelo custode che me lo ha sorretto fino al mio arrivo, poi ci siamo coccolati a lungo.

Mi ha spiegato, poi, con i modi che può avere un bimbo della sua età, che gli si era bagnata la scarpa e voleva metterla al sole, tutto qui.

A distanza di tanti anni, ancora oggi, ogni tanto gli ricordiamo:- Ti ricordi, Antonio, di quella volta che sei uscito dalla finestra?.