29 Gennaio 2013
Circa un anno fa invitavo i soci a non essere semplicemente fruitori del tempo che altri dedicano all’Associazione e quindi a ciascuno di noi, ma anche ad essere donatori di tempo verso chi, nel silenzio, soffre la solitudine e l’abbandono e, in modo particolare di attenzionare gli associati che, con riservatezza, vivono quella condizione, fonte di sofferenza.
Sollecitavo altresì i miei compagni di classe ad essere promotori di crescita umana verso gli amici unitrini, comunicando la loro esperienza di vita, facendosi conoscere, tramite semplice interviste, nel rispetto della riservatezza.
L’uomo è un essere di relazioni. Chiudersi in se stessi, per un falso e timido aspetto di riservatezza, non fa bene a se stessi e priva gli altri della conoscenza della nostra personale ricchezza di vita che rimarrebbe “sprecata”: non offrirebbe cioè agli altri la possibilità di crescere in umanità.
Uscire dal grigiore della chiusura nell’io, dalla routine della quotidianità, aprirsi agli altri e interessarsi agli altri, non per protagonismo o per curiosità, ma per altruismo, aiuta a vivere meglio, a far vivere meglio gli altri a crescere in umanità e a realizzarsi.
Ciò può contribuire a far crescere la stima degli altri verso di noi e a far crescere la nostra autostima, entrambi necessari per alimentare il nostro spirito.
Valendomi della collaborazione di Carmela Bonfiglio, nostra giovane volenterosa socia, si è avviata l’iniziativa di dare a tutti i soci la possibilità di essere tutti collaboratori attivi dell’Associazione tramite le conversazioni-interviste.
Seguendo uno schema prestabilito, sarà la socia Carmela a richiedere l’intervista ai compagni di classe Unitre. Essa riguarderà aspetti attinenti la sfera personale e sociale dell’intervistato e la sfera associativa Unitre.
Considerata la validità di quanto sopra, invito i soci ad accettare volentieri e con generosità l’intervista, quando richiesta, sapendo di rendere un nobile servizio all’Associazione e a se stessi.