12 Maggio 2020
In questo periodo di quarantena, ho avuto modo di riflettere sulla mia vita. Faccio parte della bellissima realtà dell’Unitre da tre anni.
Essa è un’accademia di Cultura Umanità e Solidarietà nel vero senso delle parole.
Conoscevo da anni questa realtà ma per motivi di famiglia era rimasta in sospeso. Poi la vita procede, mio marito è venuto a mancare e in quel periodo di così grande dolore, il Signore ha messo sul mio cammino degli angeli. Uno di questi me lo trovavo sempre accanto in chiesa, guarda caso arrivava prima di me e mi conservava il posto, e fu lei, questa amica, ad invogliarmi di farne parte.
Mi sono subito sentita accolta dai componenti, molti dei quali li conoscevo perché frequentavano la stessa parrocchia.
Un giorno il presidente ci lanciò una proposta: “Diventare donatori di tempo” presso le case di riposo della nostra città. I volontari che accettammo fummo circa trenta. Al mio gruppo fu affidata la casa di riposo “Villa del Monte” ogni venerdì.
Quello del venerdì è diventato un appuntamento fisso e tanto atteso sia dagli ospiti della casa di riposo, sia da noi volontari.
Le visite alle persone ricoverate, la sofferenza che ognuno di loro vive e il loro bisogno di affetto e di sentirsi amati, è qualcosa che ti prende.
Mi resi subito conto che io ne avevo più bisogno di loro! Vedere il loro sguardo illuminarsi nel vederci arrivare, il loro tenderci le mani per essere toccati e accarezzati, ha dato a tutti noi, una gioia immensa.
L’amore dato ci è subito tornato indietro abbondantemente. Abbiamo cominciato questo impegno come servizio verso il prossimo, ma il prossimo siamo noi stessi perché abbiamo avuto in cambio serenità e gioia.
Anche d’estate quando le attività dell’Associazione si interrompono, io con qualche altro volontario abbiamo continuato il nostro servizio, perché la sofferenza non va in ferie e i nostri cari aspettavano impazienti.
In questi mesi di quarantena le visite sono state sospese. Io non mi sono dimenticata di loro, e mi sono sempre tenuta in contatto con il personale per avere notizie di quelli che ormai considero membri di famiglia.
In questi mesi di coronavirus non mi sono sentita mai sola. Vivo in campagna con i miei figli e nipoti nello stesso contesto, quindi motivo di compagnia.
Le mie giornate sono state sempre piene. La Messa del mattino alle sette del Papa, a seguire un po’ di giardinaggio, cucinare, cucire, sistemazione di tante cose della casa, un po’ di letture.
Nel pomeriggio gli appuntamenti con Padre Angelo e la Comunità a distanza. Ho fatto e faccio telefonate a persone sole lontane e vicine dando loro tanto affetto e vicinanza.
Anche la Pasqua, seppur diversa, ma vissuta bene grazie all’aiuto della tecnologia: una delle mie nipoti ha creato il gruppo WhatsApp “Firrincelata pasquale”; è stata una bella occasione per sentirci e vederci con videochiamate condividendo ricordi e foto.
A rifletterci siamo stati più uniti che mai!
Ora siamo a Maggio, nella definita “fase due”.
Sembra che il peggio sia passato. Maggio è il mese della Madonna e mi rivolgo a Lei perché mi sostenga, ci illumini, ci renda più forti e consapevoli della bellezza della vita, nonostante le tribolazioni. Qualsiasi peso si sopporta meglio se condiviso con chi ci ama e la grande famiglia Unitre è espressione di questo amore.
Mi mancate tanto! Arrivederci a presto.
Maria Firrincieli
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