Domenico Zampieri detto il Domenichino, "La sibilla cumana", 1610
olio su tela, Esposta nella Galleria Borghese, Roma
Modulazioni cromatiche caratterizzano la Sibilla del Domenichino, che era anche un esperto di musica.
La figura è raffigurata con una viola da gamba e un libro di musica, perché tradizionalmente le Sibille dell'antichità cantavano le loro profezie con l'accompagnamento di strumenti musicali.
La figura è raffigurata con una viola da gamba e un libro di musica, perché tradizionalmente le Sibille dell'antichità cantavano le loro profezie con l'accompagnamento di strumenti musicali.
Il titolo di Sibilla Cumana era detenuto dalla somma sacerdotessa dell'oracolo di Apollo (divinità solare) e di Ecate (antica dea lunare), oracolo situato nella città magnogreca di Cuma.
Ella svolgeva la sua attività oracolare nei pressi del Lago d'Averno, in una caverna conosciuta come l'"Antro della Sibilla" dove la sacerdotessa, ispirata dalla divinità, trascriveva i suoi vaticini su foglie di palma le quali, alla fine della predizione, erano mischiate dai venti provenienti dalle cento aperture dell'antro, rendendo i vaticini "sibillini".
Alla sua figura è legata una leggenda: «Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché ella diventasse la sua sacerdotessa, ed essa gli chiese l'immortalità.
Alla sua figura è legata una leggenda: «Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché ella diventasse la sua sacerdotessa, ed essa gli chiese l'immortalità.
Ma si dimenticò di chiedere la giovinezza e, quindi, invecchiò sempre più finché, addirittura, il corpo divenne piccolo e consumato come quello di una cicala.
Così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce.
Apollo comunque le diede una possibilità: se lei fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza.
Così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce.
Apollo comunque le diede una possibilità: se lei fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza.
Però ella, per non rinunciare alla sua castità, decise di rifiutare».
In origine Sibilla (dal greco Sibylla) era un nome proprio di persona.
In origine Sibilla (dal greco Sibylla) era un nome proprio di persona.
Da nome proprio, col tempo "Sibilla" è diventata una definizione, un epiteto, passando a designare un tipo particolare di profetessa.
Così all'originario nome proprio di Sibylla fu necessario aggiungerne un altro (che divenne quello geografico della località interessata) che permetteva di distinguerle l'una dall'altra.
Queste di seguito riportate sono Sibille dipinte da Michelangelo conservate nella Cappella Sistina.
Così all'originario nome proprio di Sibylla fu necessario aggiungerne un altro (che divenne quello geografico della località interessata) che permetteva di distinguerle l'una dall'altra.
Queste di seguito riportate sono Sibille dipinte da Michelangelo conservate nella Cappella Sistina.
