Tiziano Vecellio,"Le tre età dell'uomo" 1511,
olio su tela 106×182 cm. esposto nella National Gallery of Scotland, Edimburgo.
Quest'opera allude al carattere effimero dell'amore mondano, ma nasconde in sè il tarlo della natura ciclica dell'esistenza umana: mentre a sinistra i due amanti intessono un duetto amoroso, sullo fondo un vecchio, meditando sull'inevitabile destino di morte, tiene in mano due teschi.
Per quanto innocente, anche sull'infanzia (a destra), incombe il pericolo del peccato: la morte dell'anima.
Un amorino sostiene con entrambe le mani un albero rinsecchito, simbolo della decadenza della natura umana.
Il presente dunque è l'amore, il dolce frutto della gioventù.
Per quanto innocente, anche sull'infanzia (a destra), incombe il pericolo del peccato: la morte dell'anima.
Un amorino sostiene con entrambe le mani un albero rinsecchito, simbolo della decadenza della natura umana.
Il presente dunque è l'amore, il dolce frutto della gioventù.
E si trova tra i suoi due opposti: la fanciullezza, periodo sognante e la vecchiaia, la solitudine e il ripensamento.
Ancora piu' in fondo c'e' una chiesa che rappresenta la redenzione, quindi una sorta di "quarta età" dopo la morte.
Ancora piu' in fondo c'e' una chiesa che rappresenta la redenzione, quindi una sorta di "quarta età" dopo la morte.