31 Maggio 2020
48 – DONARE – In questi momenti di isolamento casalingo, il tempo scorre e si susseguono ricorrenze che in altri momenti avremmo festeggiato, fisicamente, insieme ad altri. Così, decidiamo di fare recapitare un regalo, scelto su internt.
E allora, visto che ne abbiamo tutto il tempo, proviamo a “vivere” quel regalo come, forse, non abbiamo fatto mai. Certi che la nostra presenza lo completasse adeguatamente. Ci accorgiamo che il coraggio del donare consiste in un delicato iter relazionale che riguarda noi e gli altri. Donare responsabilmente. Cosa? Parole, sentimenti, oggetti, dati aperti o criptati? Qualunque cosa doniamo, regaliamo, più o meno consapevolmente, qualcosa di noi. Chiediamoci, allora, se il nostro regalo possa risultare inopportuno, sbagliato, banale o poco sentito. Cosa interessa maggiormente al nostro interlocutore? Regaliamo qualcosa più interessante per noi o per il nostro interlocutore? Lo scopo della comunicazione (attraverso il regalo) è anche quello di sancire la nostra presenza o è solo mera esibizione? L’idea dell’esserci, comunque e sempre o cos’altro? Forse, dovremmo imparare a donare. Anche un semplice pensiero, un sorriso, una carezza, una telefonata. Anche condividere una nostra idea, una nostra riflessione (anche a queste “pillole”), una nostra sensibilità. La nostra accettazione di chi siamo e degli altri. Dei diversi punti di vista. Senza provocare conflitti; ma sfruttandone le opportunità del confronto. Senza preoccuparci troppo dell’impressione che gli altri si faranno di noi. Meglio essere chiari, onesti e sinceri e rischiare di essere, magari, poco simpatici; che vivere una vita finta e compiacente, a lungo logorante. Quando doniamo qualcosa di noi, concreta o metaforica, sappiamo di rischiare; di esporci. Ma è proprio questa la sublimazione del donare. Anche un poco del nostro tempo. Sinceramente ed incondizionatamente. Specie se abbiamo a cuore la persona alla quale ci stiamo donando.