21 Giugno 2020
68 - CAMBIAMENTO DELLE PROPRIE ABITUDINI – Un’altra problematica sollevata è riferita al forzato cambiamento delle proprie abitudini di vita. Dalla passeggiata al caffè con gli amici. Dal rapporto sociale coi colleghi di lavoro al calcetto. Dal cinema allo sport.
Dalla scuola al catechismo. Dalle cene con gli amici all’andare a trovare i propri familiari. Dall’accompagnare un diversamente abile ai centri di riabilitazione al badare, in casa, un familiare con handicap psicofisico. E così via. E ciò è valido per tutte le fasce d’età. Ma, principalmente, per i più piccini; che meritano tutta la nostra premiante solidarietà e comprensione affettuosa. Infatti, mentre gli adulti possono vivere il proprio disagio a malincuore, ma consapevolmente, un bambino non comprende il perché delle restrizioni e chiede a forza la socialità della scuola, il gioco all’aria aperta, lo sport, il rapporto coi propri compagnetti. E anche la cosiddetta “telescuola” è un grosso cruccio. Per i bambini, costretti per ore davanti a un computer, in antitesi con tutte le precedenti raccomandazioni di non usarlo a lungo. Per le famiglie, che devono improvvisarsi coinsegnanti e che non possono andare al lavoro per seguirli. Per le persone anziane, che risentono della solitudine e dell’emarginazione sociale da privazione dei familiari non conviventi. E nei quali può manifestarsi una pericolosa sindrome da abbandono. Foriera di abulia, chiusura a riccio, somatizzazioni e peggioramento delle condizioni psico fisiche. Tutti, dunque, a vario titolo, stanno soffrendo un forte disagio psicologico, a causa del coronavirus. Coraggio. Facciamo nostri tutti gli slogan che imperversano dappertutto: insieme ce la faremo. E quando racconteremo di ciò che stiamo passando, di come sono cambiate le nostre abitudini ci scopriremo più maturi, più saggi, più noi. E, finalmente, scopriremo che il caffè fatto e bevuto in casa, circondati dalla famiglia riunita per la colazione, è molto più buono del migliore caffè sorbito al bar …