18 Gennaio 2022
A mezzo di questo sito abbiamo avviato dal gennaio 2016 l’iniziativa dal titolo “Diffondiamo il valore Umanità”.
Nel presentare la nuova iniziativa, testualmente, al primo punto della relativa rubrica, è scritto che con essa si vuole perseguire il seguente obiettivo:1. Mettere in evidenza, quanto in ambito nazionale o internazionale, sia stato detto o scritto da personalità di notevole rilievo, o da uomini semplici, umili e sconosciuti ai mass media, dei vari ambiti dello scibile umano, che possa offrire, ai ns. Soci e ai lettori tutti, l’opportunità di leggere qualcosa di arricchente sotto il profilo del valore “Umanità”.
Premesso quanto sopra, desidero condividere, con i soci della nostra associazione e con i lettori di questo sito, la mia partecipata commozione, da telespettatore, alla celebrazione dei funerali di Stato per l’ultimo saluto del 14 gennaio 2022 a Davide Sassoli, presidente del Parlamento europeo, deceduto all’età di 65 anni.
Conoscevo Davide Sassoli quale giornalista prima, e successivamente, quale politico italiano affermatosi in ambito europeo.
L’ascolto televisivo degli elogi funebri con le pregnanti testimonianze circa i suoi valori umani, vissuti nel quotidiano e nel suo ruolo politico a livello europeo, hanno avvalorato in me la sua figura esemplare di marito, padre, fratello, di uomo “dell’essere”, rispetto all’uomo “dell’avere” e di uomo politico proteso verso i cittadini e, in particolare, verso gli umili e i bisognosi.
Ritengo quindi che le testimonianze ascoltate, ricche di accorati sentimenti, sull’uomo e sul politico Sassoli, vadano pubblicate e amplificate, senza nulla aggiungere, per diffondere il valore “Umanità” nel nostro contesto sociale attuale nel quale, purtroppo scarseggia.
La giornalista del TG 1, Elisa Anzaldo, ha letto con la voce del cuore, con professionale capacità comunicativa e a tratti con profonda commozione, il seguente elogio funebre.
“Sandra, Livia, Giulio tutti,
consentiteci di fare un ricordo degli amici e dei colleghi di David.”
“Ciao David, cosa hai combinato? potessi vederlo non ci crederesti: l'elogio della mitezza, della gentilezza, della generosità, della bontà; l'elogio dell'educazione, dei buoni modi, del rispetto degli altri
Ho cercato un dizionario delle virtù. Pare che tu le abbia avute tutte, adesso, quasi tutte. Non che noi avessimo dei dubbi; noi che ti conoscevamo, noi amici, delle tue virtù, caso mai avevamo dei dubbi sui tuoi vizi… ma un dubbio sì, invece, che tu avessi sbagliato epoca e con le tue virtù non si andasse poi tanto lontano, in politica poi! e invece quale scherzo ci hai fatto: tutti qui a parlare di te.
Sono bastati solo tre giorni, solo tre giorni e le parole, quelle con cui noi giornalisti giochiamo tutta la vita, hanno cambiato verso.
Hai sfondato muri di gomma con la tenacia della tua gentilezza, con l'ostentazione del rispetto che avevi per gli altri, con la fermezza dell'educazione, con lo sfinimento del dialogo, con la forza della prudenza e con la dirompenza della tua mitezza.
Scriveva Bobbio : la mitezza non è remissività, non è umiltà, non è modestia; la mitezza non è sopravalutazione, né sottovalutazione di se stessi, é un atteggiamento, è una disposizione verso gli altri. La mitezza, scriveva, è una donazione e non ha bisogno di essere corrisposta.
“Il mite europeista” ha titolato un giornale questi giorni.
Un'ondata di affetto e di stima ci ha travolto al tg1, ci ha stravolto e ci ha fatto ricordare i tantissimi momenti con te: i confronti tra gli amici, dopo la mensa… infiniti quando, se ti scappava proprio poco poco l'inizio di una discussione politica, non ti si fermava più perché partivi da lontano, da De Gasperi e poi ripercorrevi un po’ tutto, per concludere che qualcosa comunque bisognava farla e poi l'hai fatta; e dicevi il problema degli altri è il mio problema e risolverlo insieme è la politica. L'indifferenza non è un'opzione… cioè tutti gli insegnamenti di don Milani che tu avevi respirato a casa li raccontavi a noi con Massimo De Strobel, Massimo amico fraterno, fratello nell'ombra.
Arrivavi trafelato allo studio del tg1 pochissimi secondi prima delle 20, sempre di corsa, poi ti riassettavi un po’, ricomponevi questo affanno, ti infilavi la giacca e dicevi “buona sera dal tg1”; ma a casa quel buonasera suonava in un altro modo, suonava “scusate posso? so che state cenando, ma dovrei raccontarvi cosa è successo oggi”, e da casa le persone dicevano “prego, accomodati, vieni che qui con noi, dai raccontaci”.
Autorevole ma con garbo, lo ha detto la rai, lo ha detto il tg1, lo ha detto Sassoli , e dunque era vero.
Giacca blu, camicia azzurra, cravatta scura…
Poi è arrivato Gianni Riotta, Gianni dall'America: lunghissime passeggiate insieme in notturna e noi al mattino cercavamo di capire cosa si erano detti per capire come sarebbe andato il tg1 e lui ci diceva “viene dall'America, è avanti ...” e noi dicevamo: “dai fatti più moderno. Quando sono arrivati i social sapevamo, lo sapevamo e allora comincia bozza twitter facebook tutti; devi stare su tutti: sei su whatsapp, sei su facebook, sei su twitter, sei su instagram?…
E lui diceva “ma sono qui, parliamoci!”. Aveva ragione lui, e diceva: “ma forse non è moderno buttare giù un muro, è social, diceva, buttare giù un muro perché dietro c'è un mondo, ma non è moderno accogliere un migrante, dargli la mano quando arriva attraverso il mare: è social perché dietro di lui c'è una comunità! E non è moderno forse la famiglia la puoi fare piccola, la puoi fare grande, allargarla quanto vuoi… è più ricca di un gruppone facebook”, ci diceva. Quello è moderno! Ok mi metterò sui social, e si era messo anche lui.
E poi, è andato in Europa e ti abbiamo visto molto meno, ma siamo stati così orgogliosi, così fieri di te e dicevamo “è il nostro amico David: apre il parlamento europeo alle donne che hanno bisogno di asilo, lo apre a chi ha fame e li fa mangiare lì. Il nostro amico David, c’è il lockdown, apre il palazzo del parlamento e lo tiene aperto perché così chi è in città si sente meno solo; è come il supermercato, è come la farmacia: è un servizio essenziale.
Non sono solo, non hanno chiuso tutti e mi hanno lasciato qui. La porta del parlamento è aperta: l’Europa c'è.
Quante sere abbiamo passato a discutere di libertà di informazione, di indipendenza, di pluralismo, di servizio pubblico nel salotto di casa di Paolo Giuntella (qui c'è Laura, la moglie), un altro carissimo amico fraterno dal giorno al tg3, al tg1 stessa identica passione, stessi identici vizi: il fumo maledettissimo e il calcetto sul quale - non so - dicono che era bravino, io sapevo che ti facevano giocare perché faceva un pò figo avere David Sassoli nella squadra di calcio del tg1.
La terra, David avrà il profumo del basilico e della menta e anche dei tuoi amatissimi fiori.
A noi lasci una caparbia lezione di ottimismo. “Non è moderno forse il manifesto di Ventotene?”, ci dicevi: “la via da percorrere non è facile né sicura; lì c'è scritto, ma deve essere percorsa e lo sarà” e tu avresti aggiunto: “nessuno è sicuro da solo. Facciamolo insieme!”
“Ciao David, ti abbiamo voluto tanto bene”.
A seguire l’elogio funebre di due sorelle.
Una sorella ha affermato: “hai sempre dimostrato a tutti che vale la pena essere sempre se stessi. Da lassù ti darai ancora da fare per la tua famiglia ora ancora più numerosa. Fratello mio ti abbraccio forte”
Un’altra sorella di Sassoli ha affermato: “Quando ha scoperto la malattia, David pregava Dio che gli desse coraggio per portarla avanti. E Dio, caro David, Dio te lo ha concesso e lo hai dimostrato nel continuare malgrado le difficoltà e nell’andare avanti malgrado la situazione a volte fosse difficile. In te abbiamo visto l’accoglienza, l’ascolto ma soprattutto il coraggio e la solidarietà nel guardare e nell’avere attenzione verso gli ultimi. Dal Signore abbiamo ricevuto te e adesso noi chiediamo a Dio la forza per andare avanti ora che tu sei in cielo”.
Quindi una breve sintesi dell’elogio funebre dei due figli e, per intero, quello della moglie.
Giulio lo ha ringraziato rievocando una sua raccomandazione: “Grazie papà, buona strada e, mi raccomando, giudizio”. E ha proseguito: “Oltre a buongiorno e buonasera, esclamavi sempre ‘evviva’, come se anche solo incontrarsi fosse già una vittoria” e ha rievocato “la dignità di chi non ha mai fatto pesare la sua malattia, né ora né anni fa. In un mondo di scuse, dicevi ‘Sì ma io c’ho da fa”. Ci hai insegnato che la fama e la popolarità hanno senso solo se si riescono a fare cose utili”. E poi ancora “passione e amore”, sono le parole del tuo insegnamento pronunciate fino all’ultimo.
La figlia Livia, ha letto l’ultimo messaggio pronunciato da Sassoli prima di Natale. “Sarà dura, durissima, ma in questi anni ci hai dimostrato che niente è impossibile”.
La moglie Alessandra Vittorini, conosciuta al liceo, ha voluto ricordare il marito con una toccante lettera: “L’amore non si divide, si moltiplica”.
“Ci siamo cercati nei banchi di scuola!”
“‘È davvero troppo presto”, questo mi dicevi solo due settimane fa quando avevi capito già tutto mentre noi giocavamo a nascondere la realtà sperando l’impossibile. Troppo presto davvero per le tante cose che dovevamo ancora dirci, per i progetti che ancora avevamo, per disegnare il futuro che immaginavamo ancora per noi due e per i nostri ragazzi. Ce le diremo ancora, caro Davide, quelle cose, disegneremo quei progetti e immagineremo quel futuro distanti, insieme più di prima cammineremo certi della tua presenza, che ci accompagnerà ancora ma in un altro modo, più denso e profondo.” “Perché ciò che si condivide torna sempre indietro, più forte e più vero, perché il vuoto di una perdita può trasformarsi in un pieno di passione, valori e amore, perché l’amore non si divide, si moltiplica. Perché sarà dura, durissima, ma in questi anni ci hai dimostrato che niente Livia è impossibile.”
Giuseppe Caramagno
Presidente emerito Unitre Augusta