15 Aprile 2015
Pubblichiamo una sintesi della lezione, su “Architetti del '900 italiani”, che l’Arch. Prof. Giuseppe Cassisi ha tenuto, nell’Aula Magna del Ruiz, lunedì 13 Aprile 2015.
Vorrei iniziare questo incontro con una frase di Adolf Loos:
“Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un uomo. Questa è architettura"
In questo incontro parleremo di tre architetti italiani del ‘900 di maggiore spicco e cioè: Giovanni Michelucci, Pier Luigi Nervi e Aldo Rossi.
Prima però rivediamo i concetti che due grandi architetti avevano dell’architettura: Le Corbusier e Wright.
Charles-Edouard Jeanneret detto Le Corbusier
I cinque punti della nuova architettura
Le Corbusier sosteneva che una buona organizzazione dello spazio potesse contribuire se non alla risoluzione sicuramente al miglioramento delle condizioni sociali dell’individuo medio.
Questi 5 elementi strutturali architettonici sono resi possibili dal sostegno in cemento armato che funge da “scheletro portante” che conferisce stabilità e robustezza anche alle costruzioni più esili.
Frank Lloyd Wright
L'architettura organica è una branca dell'architettura moderna che promuove un'armonia tra l'uomo e la natura, la creazione di un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.), e naturali dell'intorno ambientale del sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio architettonico.
Passiamo adesso ai nostri architetti.
Giovanni Michelucci (1891 – 1990)
Nativo di Pistoia, lavorò nella fonderia paterna come incisore. Partecipò alla grande guerra e, nel 1916 a Caporetto realizzò una piccola cappella, che può essere considerata la sua prima opera architettonica.
Nel 1920 ottenne la cattedra al R. Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale di Roma. Nel 1933, insieme al Gruppo Toscano, vinse il concorso per la Stazione di Firenze Santa Maria Novella.
Il progetto, che si inseriva a pochi metri dall'omonima chiesa fiorentina, ebbe un notevole successo, non solo per la matrice razionalista, ma anche per la capacità di inserirsi armoniosamente in un contesto storico di grande rilevanza. Prima della II guerra mondiale tornò ad insegnare all‘ Università di Firenze.
Del 1961 sono i lavori per la Chiesa dell'Autostrada. Nonostante l'età avanzata la sua attività proseguì per tutti gli anni ’70 e ‘80. Le sue ceneri riposano nella villa Il Roseto, sua residenza e oggi sede della Fondazione Michelucc. (vedi il video della chiesa)
Pier Luigi Nervi (1891 – 1979)
Nato a Sondrio da genitori liguri, si laureò in ingegneria a Bologna nel 1913. Dopo la laurea si formò professionalmente approfondendo i problemi di ogni tipo di struttura.
La prima da lui realizzata, il Ponte sul fiume Cecina in provincia di Pistoia è del 1920.
Ma il primo lavoro a destare interesse a livello internazionale fu lo stadio Berta di Firenze con le particolari scale elicoidali e la famosa Torre Maratona.
La stessa attenzione al controllo tecnico ed economico rese vincenti anche i progetti per hangar, realizzati per conto della Regia Aeronautica.
Applicò innovative soluzioni nella progettazione delle ampie volte di copertura, caratterizzate da archi incrociati di cemento, impiegando l'avveniristica ed elegante struttura "geodetica".
Tali realizzazioni consentivano di ridurre il numero dei punti di appoggio, aumentando considerevolmente le luci interne destinate ad ospitare gli aerei.
Dopo una prima realizzazione con la tecnica tradizionale che prevedeva il getto di calcestruzzo su centine, in quelle successive sfruttò dei conci prefabbricati, collegati con getti di solidarizzazione nel corso della messa in opera, riducendo ancor di più i costi di costruzione.
La sua chiarezza compositiva lo impose all'attenzione del pubblico, e ben presto divenne il simbolo dell'evoluzionismo in architettura.
Nervi era comunque legato al Razionalismo Italiano e nel dopoguerra assieme ad altri fu tra i fondatori nel 1945 a Roma dell'Associazione per l'Architettura organica.
Nel dopoguerra, la prima opera significativa fu il Salone per Torino Esposizioni, in cui sfruttò la nuova tecnologia del ferro-cemento per realizzare la grande volta a botte trasparente. Insegnò alla facoltà di Architettura di Roma.
Si occupò della realizzazione della sede dell'UNESCO a Parigi, collaborò alla progettazione del Grattacielo Pirelli a Milano e alla progettazione del complesso di opere per le Olimpiadi di Roma del 1960.
Sempre del 1961 è il Palazzo del Lavoro per l'esposizione Italia 61 a Torino e la progettazione delle Cartiere Burgo a Mantova.
Con il progetto della cattedrale di St. Mary a San Francisco Nervi, incaricato in qualità di structural design consultant dall'amico architetto Pietro Belluschi, non esita a raccogliere la sfida di mettere alla prova le proprie sperimentazioni sulle strutture per un’opera molto innovativa in una zona a forte sismicità. (vedi il video della cattedrale).
L'incarico più prestigioso per Pier Luigi Nervi fu quello conferitogli nel 1964 da papa Paolo VI per la costruzione della nuova Aula delle Udienze Pontificie in Vaticano, tuttora nota come Aula Nervi.
Aldo Rossi (1931 – 1997)
Milanese di nascita, è stato il primo italiano a vincere il Premio Pritzker. Si laureò al Politecnico di Milano nel 1959, ma già nel 1955 cominciò a collaborare come redattore alla rivista di architettura Casabella.
La pratica giornalistica diventerà una costante che ne faranno uno dei partecipanti più attivi del dibattito culturale.
Iniziò l'attività professionale presso lo studio di Ignazio Gardella a cui qualche anno seguì quella didattica: fu assistente di Ludovico Quaroni, poi di Carlo Aymonino.
Nel 1965 venne nominato professore al Politecnico di Milano e l'anno seguente, nel 1966, pubblicò L'architettura della città, presto divenuto un classico della letteratura architettonica.
La sua attività professionale, inizialmente dedicata alla teoria architettonica e a piccoli interventi edilizi compie un salto di qualità quando Aymonino gli fece realizzare parte del complesso "Monte Amiata" nel quartiere Gallaratese a Milano.
Nel 1971 vinse il concorso per l'ampliamento del cimitero S. Cataldo a Modena, che gli donerà la fama internazionale
Il lavoro di Aldo Rossi rappresenta un superamento delle metodologie del Movimento Moderno, appartenendo inizialmente alla corrente architettonica del Neoliberty, prima reazione al razionalismo.
Quindi è approdato, al Post-Modern nel variato panorama Italiano di questo movimento, che in lui ha assunto una rigorosità esemplare, che taluni hanno definito Neo-Novecento.
Rossi fu uno dei più grande rinnovatori ideologici e plastici dell‘architettura contemporanea, con la sua poesia metafisica ed il culto che professò nella stessa misura verso la geometria e la memoria.
Nel 1979 la Biennale di Venezia, in occasione della mostra Venezia e lo spazio scenico, commissiona all’architetto Aldo Rossi la realizzazione di un teatro galleggiante che rievochi le analoghe costruzioni dei carnevali settecenteschi con palcoscenici naviganti sulla laguna. (vedi il video).
Giuseppe Cassisi. (altre lezioni di G. Cassisi)