02 Marzo 2018
Pubblichiamo una sintesi della lezione, su “L’Arte e la Grande Guerra. Futurismo e Dadaismo”, che l’Arch. Prof. Giuseppe Cassisi ha tenuto, nell’Aula Magna del Ruiz, lunedì 26 Febbraio 2018.
Le cause della 1° guerra mondiale si possono riassumere in:
- Volontà austriaca di far tacere il nazionalismo serbo;
- Volontà russa di avere uno sbocco nel mediterraneo;
- Espansionismo inglese in particolare sul mare;
- Rivalità franco – tedesca;
- Espansionismo tedesco che viene bloccato in Africa;
- Volontà italiana di annettere le “terre irredente” del nord est;
- Sviluppo industriale legato all’industria bellica.
La guerra si poteva evitare? Sicuramente si!
Tre dei monarchi d'europa erano cugini e nipoti della Regina Vittoria: Nicola II di Russia, Giorgio V del Regno Unito e Guglielmo II di Germania.
I fatti di Sarajevo, l’attacco alla Serbia e quindi la questione dei Balcani, com’è comunemente accertato dagli storici, non furono le cause scatenanti la guerra, ma i pretesti per risolvere con la forza le tensioni accumulate da tempo tra le nazioni europee.
È un dato di fatto che i popoli europei accolgono con entusiasmo la notizia della prima guerra mondiale.
Scriveva Thomas Mann: “Come avrebbe potuto l’artista, il soldato nell’artista, non lodare Dio per la caduta di un mondo di pace di cui era così sazio, così nauseato! Guerra! Quale senso di purificazione, di liberazione, d’immane speranza ci pervase allora!”
E Giovanni Papini: “Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidumi di latte materno e di lacrime fraterne”
Per quanto incredibile possa oggi apparire,la prima guerra mondiale fu ampiamente sostenuta dall’elite culturale e intellettuale di tutta Europa.
Due movimenti artistici che nascono in quel periodo sono il Futurismo e Il Dadaismo.
Il Futurismo.
Il futurismo è un'avanguardia storica di matrice totalmente italiana. Nato nel 1909, grazie al poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti, il futurismo divenne in breve tempo il movimento artistico di maggior novità nel panorama culturale italiano. Si rivolgeva a tutte le arti, comprendendo sia poeti che pittori, scultori, musicisti. Questo movimento nacque inizialmente in Italia e successivamente si diffuse in tutta Europa.
Ciò che il futurismo rifiutava era il concetto di un’arte élitaria e decadente, confinata nei musei e negli spazi della cultura aulica. Proponeva invece un balzo in avanti, per esplorare il mondo del futuro, fatto di parametri quali la modernità contro l’antico, la velocità contro la stasi, la violenza contro la quiete, e così via.
In sostanza il futurismo si connota già al suo nascere come un movimento che ha due caratteri fondamentali:
- l’esaltazione della modernità;
- l’impeto irruento del fare artistico.
Il futurismo ha una data di nascita precisa: il 20 febbraio 1909. In quel giorno, infatti, Marinetti pubblicò sul «Figaro», giornale parigino, il Manifesto del Futurismo. In questo scritto sono già contenuti tutti i caratteri del nuovo movimento. Dopo una parte introduttiva, Marinetti sintetizza in questi punti i principi del nuovo movimento.
- Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
- Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
- La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
- Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
- Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
- Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.
- Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
- Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
- Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
Nei quadri futuristi, la velocità si traduceva in linee di forza rette che davano l’idea della scia che lasciava un oggetto che correva a grande velocità. Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. Così che le innumerevoli gambe che compaiono su un suo quadro non appartengono a più persone, ma sempre alla stessa bambina vista nell’atto di correre («Bambina che corre sul balcone»).
Un esponente di spicco del futurismo è stato il pittore e scultore italiano Umberto Boccioni. L'idea di rappresentare visivamente il movimento e la sua ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio hanno influenzato fortemente le sorti della pittura e della scultura del XX secolo.
Diceva Umberto Boccioni: "Rappresentare visivamente il movimento e la ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio".
Giacomo Balla fu fra i primi protagonisti del divisionismo italiano. Divenne poi un esponente di spicco del Futurismo firmando assieme a Marinetti e gli altri futuristi italiani i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del movimento.
Diceva Giacomo Balla: "Nel groviglio delle tendenze avanguardiste, siano esse semifuturiste, o futuriste, domina il colore. Deve dominare il colore poiché privilegio tipico del genere italiano".
Antonio di Sant’Elia è stato un architetto e pittore italiano, esponente del futurismo. Diceva: "Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca".
Dada
Il Dadaismo o Dada è una tendenza culturale nata a Zurigo, nella Svizzera neutrale della prima guerra mondiale, e sviluppatasi tra il 1916 e il 1920. Il movimento, che ha interessato soprattutto le arti visive, la letteratura (poesia, manifesti artistici), il teatro e la grafica, incarnava la sua politica antibellica attraverso un rifiuto degli standard artistici, come dimostra il nome dada che non ha un vero e proprio significato, tramite opere culturali che erano contro l'arte stessa.
Il dadaismo ha inoltre messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell'epoca: dall'estetica cinematografica o artistica fino alle ideologie politiche; ha inoltre proposto il rifiuto della ragione e della logica, ha enfatizzato la stravaganza, la derisione e l'umorismo. Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili.
L'origine della parola Dada non è chiara; esistono varie interpretazioni e vari fatti collegati con la scelta del nome. Tristan Tzara definì il termine come un nonsense. Hans Richter ne sostiene la derivazione dall'uso frequente della parola da (sì in russo ed in rumeno). Dominique Noguez, docente di Estetica della letteratura e del cinema alla Sorbona ipotizzò che l'origine del termine fosse in rapporto con Lenin (incluso insieme a Tzara e James Joyce in Travesties di Tom Stoppard) in quanto probabile frequentatore del cabaret Voltaire. In ogni caso, volendolo tradurre letteralmente, in russo significa due volte sì; in tedesco due volte là; in italiano e francese costituisce una delle prime parole che i bambini pronunciano, e con la quale essi indicano tutto: dal giocattolo alle persone.
Per concludere citiamo la poesia Soldati di Giuseppe Ungaretti scritta nel 1918: “Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie”. Questa poesia è formata da un'unica e pregnante similitudine, che equipara i soldati alle foglie autunnali, simboleggiando la precarietà dell’esistenza umana durante la guerra. I soldati, paragonati a rade foglie autunnali appese a fatica agli alberi, cadranno inevitabilmente, vittime di una legge universale spietata ed implacabile.
Giuseppe Cassisi. (altre lezioni in aula di G. Cassisi)