18 febbraio 2011

Lezione della Dott.ssa Rosalia Purpura del 18 febbraio 2011

 

La lezione ha evidenziato la ricostruzione di alcuni modelli rappresentativi della città di Augusta in età moderna, attraverso l’analisi di una serie di documenti aventi come soggetto la riproduzione dello spazio urbano augustanese.

Recentemente, infatti, facendo il punto sulle varie direzioni intraprese dalla ricerca storica, si è riscontrato come nel campo dell’indagine storiografica, ci sia stata una crescente attenzione per la dimensione spaziale. Lo spazio si pone come un’ulteriore fonte di ricerca, variamente pensato, vissuto e percorso nel tempo.

Allora si conferisce a dipinti, disegni, stampe, vedute e foto un  rinnovato interesse, non considerandoli solo un elemento neutro bensì un fattore pertinente e, a volte, determinante. Tra queste immagini hanno una grande efficacia, le riproduzioni di città e di territori, iconografie che veicolano, ma al tempo stesso producono le idee di uno spazio, sia esso geografico che urbano.

Ma i segni grafici non restituiscono solo l’idea di un territorio in un contesto dato, ma anche il fermo-immagine di un palinsesto dove è possibile leggere, a volte in filigrana, le stratificazioni storico-culturali. 


Da questo punto di vista la città di Augusta, rappresenta un oggetto di ricerca e di riflessione stimolante e prezioso, e l’accumularsi, soprattutto in età moderna, di immagini del suo territorio, permette di leggere non solo i progressi peculiari avvenuti nel tempo, ma anche i suoi mutamenti civili e sociali.

Le fonti iconografiche analizzate durante la lezione per la rappresentazione dello spazio urbano, hanno trovato ulteriori campi d’indagine, poiché hanno colto un rapporto intrinseco, tra le immagini di alcune città e l’accostamento a figure sacre, siano esse santi patroni o rappresentazioni della Vergine; un legame celebrante processi identitari che esplicitano figurativamente l’intercessione divina in difesa della città.

Come riportato da citazioni, le città non si fortificavano più solamente con le mura, ma con la protezione dei santi patroni, proponendoli a volte come uniche e vere difese delle città: i santi rappresentavano i canali attraverso i quali Dio elargiva la sua grazia.

Si è illustrata anche l’origine del rapporto tra santo patrono e città, e il topos del santo guerriero; si è esaminato il legame tra le immagini delle città e la presenza di alcuni santi che “brandivano la loro spada” quali san Giorgio, san Giacomo, la Madonna delle Milizie e san Domenico di Guzman, immagini di santi poco ricorrenti nella letteratura e nell’iconografia devozionale. I santi guerrieri avevano, un potere prodigioso, a loro era affidato il compito di esorcizzare paure ataviche ed eventuali timori legati all’instabilità politica, alle guerre, agli attacchi degli infedeli.

Tuttavia senza entrare nel merito sulla veridicità degli avvenimenti, è stato rilevato il significato mistico-antropologico della particolare valenza militare delle leggende e dei protagonisti, relativamente alla situazione storica in cui sono nate.

L’apparizione del santo guerriero riveste, infatti, un ruolo particolare che simboleggia la fede che favorisce la vittoria su ogni ostacolo e la diretta manifestazione divina. Osservando le opere d’arte, certamente, si è contemplata l’immagine religiosa raffigurata e compreso il sentimento di filiale devozione, ma è attraverso l’uso dell’opera d’arte come mezzo di conoscenza del passato, cioè come fonte storica, che si è ricostruita l’immagine di Augusta.

Le scene dipinte non hanno espresso un carattere esclusivamente illustrativo ma hanno rappresentano il volto di una società, l’aspetto antropologico, politico, socio-culturale: le immagini di queste opere hanno consegnato la testimonianza della città in quel determinato contesto storico.

La lezione allora, ha restituito un’immagine di Augusta non ovvia, piena di sfaccettature e ricca di impronte secolari militari, civili e religiose: e l’irruzione di quella contemporaneità paesaggistica, il castello federiciano e le varie opere di fortificazione, gli allineamenti degli edifici, l’ampiezza degli isolati, gli incroci fra le strade, le vie e i vicoli fedelmente riprodotti, rappresentano un’immagine fotografica di una realtà di cui ancora oggi, nonostante il tessuto urbano sia decisamente diverso, si può avere riscontro. Documenti iconografici di unico e straordinario interesse.

Dott.ssa Purpura Rosalia



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