09 Aprile 2016
Pubblichiamo una sintesi della relazione che Mimmo Patania ha esposto durante l’incontro di Filosofia, del 4 aprile, dal tema: Dal MYTHOS al LOGOS.
I nostri incontri avranno l’argomento di fondo l’origine della filosofia, il significato della filosofia, cosa ha rappresentato la filosofia nel corso della storia dell’umanità e in particolare nella storia dell’occidente.
Purtroppo devo dire che il tempo in cui viviamo non è un tempo particolarmente favorevole allo studio della filosofia, oggi si preferisce o si preferiscono le discipline di carattere tecnico scientifico, che per carità hanno la loro importanza e non voglio minimamente sottovalutarle, però io credo che ci sono problemi, ci sono domande ci sono interrogativi ai quali soltanto la riflessione filosofica può dare.
E lo sforzo che faremo io e il Prof. Castro nel corso di queste sette lezioni, io farò la 2° la 3° e la 4°, il prof. Castro farà la 5°, la 6° e la 7° servirà proprio a dare questo quadro complessivo del significato della filosofia, degli interrogativi che essa ha posto e del perché la filosofia.
L’argomento di questa sera, scendo ora nello specifico, ha come titolo questo: dalla mentalità Mitica alla mentalità Logica, cioè dall’uomo del mito all’uomo del LOGOS, e sarà nostro compito mio e del Prof. Castro mettere in evidenza, di evidenziare da una parte i caratteri del pensiero mitico, dall’altra parte i caratteri fondamentali del pensiero logico.
Prima però di rispondere alla domanda fondamentale: Cosa è questo MITO, cosa è questa mentalità mitica, prima di rispondere a questa domanda io devo fare una breve premessa che vi chiedo di tenere sempre presente perché questa premessa sarà la direttrice su cui si svilupperanno le mie lezioni.
E quale è questa premessa che sottolineo particolarmente importante?. La premessa è questa: In ogni tempo, in ogni luogo gli esseri umani hanno sempre avuto un bisogno vitale di orientarsi nel mondo, hanno avuto il bisogno vitale di avere una visione del mondo per poter guidare i loro comportamenti, le loro azioni le loro scelte.
Senza questa visione, senza questo orientamento l’uomo sarebbe come un cieco che va cercando a tentoni di non cadere. Vi faccio un esempio. Immaginiamo che improvvisamente mentre passeggiamo tranquillamente in via P. Umberto si spegne la luce, tutto è al buio, non c’è lampada non c’è luce non c’è niente. Come facciamo ad orientarci? Chi conosce Augusta, anche con qualche difficoltà, riuscirà a trovare la propria abitazione. Chi non è di Augusta avrà difficoltà serie a trovare la propria abitazione perché manca di quell’orientamento di quella visione della città delle strade delle piazze che possono aiutarlo ad orientarsi.
Questo per dire che gli uomini in tutti i tempi e in tutti i luoghi hanno sempre avuto l’esigenza vitale di avere un orientamento su come agire su come non agire su cosa fare e su cosa non fare.
Privi di orientamento e privi di visione la vita umana rischia di regredire allo stato selvaggio.
La filosofia è stata la grande maestra di orientamento e di visione. Prima della filosofia gli esseri umani hanno trovato la risposta alla esigenza vitale di orientamento nel MITO.
Prima che nascesse la filosofia il Mito è stato la grande risposta che gli uomini hanno trovato per rispondere ai problemi dell’esistenza al mistero dell’ignoto alle paure che possono circondare la nostra esistenza.
Ecco quindi il Mito e la grande importanza del Mito, e allora cominciamo ad entrare e sapere cosa è questo Mito che cosa ha rappresentato e cosa consiste la mentalità mitica.
Tre sono gli aspetti fondamentali del mito.
In primo luogo il Mito è racconto, narrazione. Cosa racconta il Mito?, cosa narra il Mito?
Narra fatti avvenimenti vicende straordinarie e terribili, vicende e fatti accaduti nel tempo primordiali delle origini, quindi il Mito ci porta al momento in cui si forma il cosmo in cui si forma l’universo in cui si formano tutte le cose, la narrazione di ciò che accadde nel tempo primordiale delle origini.
Secondo punto: Chi sono i protagonisti del Mito? I protagonisti del mito sono dei, dee, eroi ed eroine. Cioè esseri sovrumani esseri superiori all’uomo. Ecco perché il Mito racconta fatti stupendi, meravigliosi ma anche terribili. Nel Mito si raccontano anche le lotte tra questi esseri primordiali.
Terzo punto che è il punto più importante. Questi fatti accaduti nel tempo primordiali delle origini continuano ad essere presenti nella vita di tutti i giorni degli esseri umani. Non sono fatti cioè che accaddero tanti millenni fa e che poi sono terminati. No! Per la mentalità mitica tutto ciò che accade oggi può essere capito, compreso e chiarito se questi fatti dell’oggi vengono riportati, vengono ricollegati a ciò che accadde nel tempo primordiale delle origini.
E per farvi capire questo concetto, ora io vi racconto un mito. Il mito di Demetra e di Persefone.
Chi era Demetra? Demetra era la dea dell’agricoltura della fertilità della terra. Grazie a Demetra la terra produceva fiori, erbe, frumento, alberi e frutti. Tutto ciò che la terra produceva era dono di Demetra.
Questa Demetra aveva una figlia che si chiamava Persefone. Un giorno questa fanciulla raccogliendo fiori fu rapita da Plutone il dio degli inferi, che la porto con se nel regno dei morti. La madre Demetra la cercò per nove giorni e nove notti e non riuscì a trovarla fino a quando Mercurio le disse che la figlia era stata rapita da Plutone.
Demetra allora si recò da Zeus, il re degli dei, dicendogli: mia figlia è stata rapita da Plutone, io mi rifiuto di far rendere fertile la terra fino a quando mia figlia non mi sarà consegnata.
Voi capite che era un bel dramma, questo perché la terra smise di dare frutti e quindi gli uomini ne avevano conseguenze negative. Zeus allora inviò Mercurio presso Plutone per convincerlo a ridare a Demetra la sua figliola.
Mercurio, che era il messaggero degli dei, si recò da Plutone il quale inizialmente resistette poi si raggiunse un compromesso. Quale fu il compromesso? Persefone sarebbe rimasta quattro mesi con Plutone, poi sarebbe ritornata dalla madre nei restanti otto mesi.
Allora ecco la spiegazione: nei quattro mesi, durante i quali, Persefone restava con Plutone la Terra si addormentava e non produceva nulla. Negli otto mesi nei quali Persefone tornava dalla madre allora Demetra rendeva nuovamente fertile la terra.
Quindi vedete un fatto di tutti i giorni in cui notiamo l’avvicendarsi delle stagioni, non viene spiegato dalla mentalità mitica con le leggi dell’astronomia. No, la mentalità mitica spiegava l’alternarsi delle stagioni riportando il fatto a ciò che accadde nel tempo primordiali delle origini.
Questo è il Mito. Ora la domanda è: qual è la sostanza della mentalità dell’uomo del mito? Quale era la mentalità degli uomini della civiltà del Mito.
Possiamo dire, possiamo rispondere che l’uomo del Mito ha una visione Cosmico-Sacrale dell’Universo. Tutto ciò che accade nell’Universo, tutto ciò che si manifesta sotto lo sguardo dell’uomo, ha la caratteristica del sacro. L’universo è una immensa Ierofania che significa: una rivelazione del sacro. Quindi divine sono le attività dell’uomo. La pastorizia, l’agricoltura trovano il loro fondamento nell’azione, nell’aiuto di una divinità. Tutto è manifestazione dell’Ierofania, così pensava l’uomo del Mito che come vedete non è una risposta logica, non è una risposta razionale, non è una risposta scientifico-filosofica ma è una risposta più poetica che filosofica.
Nei prossimi incontri illustrerò il passaggio dalla mentalità mitica alla mentalità logica.
Mimmo Patania. (vedi gli altri incontri con Mimmo Patania)