cappello_01La Scuola è un bene che appartiene alla collettività e le decisioni che vengono prese in merito dovrebbero essere note a tutti, in modo che ognuno possa esprimere un libero giudizio con cognizione di causa.

L’incontro del 29 febbraio scorso è stata un’occasione per promuovere un ragionamento pubblico sulla Legge 107 – Riforma del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione.

Attraverso una riflessione critica, certamente non esaustiva, si è cercato di mettere in evidenza i punti di forza e di debolezza al fine di consentire ai presenti di poter valutare vantaggi e svantaggi dell’attuale legge e trarre le proprie conclusioni.

Spesso è difficile un sincero dialogo tra chi lavora quotidianamente nelle aule scolastiche e i “decisori politici”.

Si è molto parlato, sia sui media che sul web, della Legge 107, ma a volte i pareri sono stati formulati con un atteggiamento di pregiudizio e spesso senza aver letto i documenti.

Non credo sia possibile disconoscere il bisogno di innovazione e di qualificazione della Scuola, la necessità di migliorarne il funzionamento organizzativo e didattico, nonché di attribuire il giusto riconoscimento,  non solo sociale, all’impegno dei Docenti.

Le finalità della Legge 107 sono auliche, orientate all’affermazione del ruolo centrale della Scuola nella “Società della Conoscenza”, all’innalzamento dei livelli di istruzione e delle competenze delle Studentesse e degli Studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, in modo tale da:

  • contrastare le disuguaglianze socio-culturali e territoriali;
  • prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica;
  • realizzare una Scuola Aperta, quale Laboratorio Permanente di Ricerca, Sperimentazione e Innovazione Didattica, di Partecipazione e di Educazione alla Cittadinanza Attiva, per garantire il Diritto allo Studio, le Pari Opportunità di Successo Formativo e di Istruzione Permanente dei Cittadini.

Nel difficile tentativo di orientarsi tra le diverse materie trattate nei 212 commi dell’unico articolo della Legge 107, è necessario ricercare il “principio ispiratore”, che possiamo ritrovare all’interno dei  primi 4 commi.

Tale “principio” si prefigge l’obiettivo di potenziare quell’Autonomia Scolastica rimasta incompiuta dal 1999 (D.P.R. 275/99)!

La Legge 107 fornisce una vigorosa spinta al fine di sostenere la possibilità di realizzare quanto indicato nel suddetto D.P.R., relativamente all’Autonomia Didattica Organizzativa - di Ricerca di Sperimentazionedi Sviluppo, alla Definizione dei Curricoli, all’Ampliamento dell’Offerta Formativa e alle Iniziative Finalizzate all’Innovazione.

Nel contenuto della Legge si possono provare a ricercare le soluzioni che consentano al Sistema di perseguire tutto ciò; in particolare, tra i 212 commi, ritengo necessario evidenziare alcuni concetti chiave che potrebbero rivelarsi il valore aggiunto per una “Scuola di Qualità” :

“Formazione dei Docenti

Per la prima volta“obbligatoria, permanente e strutturale”

Il nostro è un Sistema scolastico “inclusivo”, intendendo con questo aggettivo non solo un Sistema rispondente ai Bisogni Educativi Speciali di determinate “categorie” di Studenti, ma anche un Sistema che riconosce e valorizza i diversi Stili di Apprendimento e le diverse potenzialità.

Una Scuola di Qualità necessita pertanto di formazione continua, di competenze psicopedagogiche e metodologiche sempre aggiornate.

“Valorizzazione del merito dei Docenti

Il Comitato per la Valutazione, interno alla Scuola, individua i criteri di valutazione dei Docenti sulla base:

  1. “della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’Istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli Studenti”;
  2. “dei risultati ottenuti dal Docente o dal gruppo di Docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli Alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica , alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche”;
  3. delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale”.

Il Comitato per la Valutazione è composto da due Insegnanti scelti dal Collegio dei Docenti e uno scelto dal Consiglio di Istituto, due rappresentanti dei Genitori (uno per la Scuola dell‘Infanzia e uno per il primo Ciclo di Istruzione) ovvero un rappresentante degli Studenti e un rappresentante dei Genitori per il secondo Ciclo di Istruzione scelti dal Consiglio di Istituto e, infine,  un componente esterno individuato dall’Ufficio Scolastico Regionale.

“Dirigenza scolastica”

Il nuovo “profilo strategico” del Dirigente scolastico comporta un impegno professionale  finalizzato a una sempre più efficiente ed efficace “governance” della Scuola., con associati corollari di responsabilità, valutazione e premialità.

“Valutazione”

E’ un concetto ricorrente tra i 212 commi, che riguarda tutti.

E’evidente il tentativo di dare organicità al Sistema, così da coinvolgere i diversi “Piani di Valutazione”.

L’azione non riguarderà pertanto solo gli esiti degli Studenti in termini di “output” e “outcome”, ma anche gli esiti di processo relativamente ai quali la Scuola si deve assumere specifiche responsabilità e che coinvolgono le diverse professionalità.

In queste poche righe sono state rappresentate, certamente in modo non esaustivo, solo alcune finalità della Legge 107, inoltre, nella stesura, potrebbe non apparire la “parte oscura” a cui si fa cenno nel titolo della relazione.         

Ho sempre creduto nella formazione, nella meritocrazia, nell’auto-valutazione e valutazione, a mio avviso capisaldi necessari nel mondo della Scuola; vorrei pertanto concludere lasciando il lettore con una domanda …

… relativamente ai concetti chiave sopra esplicitati, qual è la “variabile indipendente” che potrebbe generare criticità?

Giuseppe Cappello. (vedi curriculum)



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