21 Febbraio 2022
Pubblichiamo una sintesi della lezione di Italiano dal titolo “Tanti popoli, una lingua. Il contatto interlinguistico in Sicilia” tenuta dal dr. Mauro Farina Lunedì 21 febbraio 2022 presso l’Auditorium comunale “G. Amato”.
In un periodo in cui parlare di contatto con l’altro o contagio riporta, inevitabilmente, a pensieri che destano paura e preoccupazione, il contatto interlinguistico, avvenuto in Sicilia nel corso dei secoli (e tutt’ora visibile e comparabile in determinate parlate), è stato, e continua ad essere, un valore aggiunto alla nostra lingua. Partendo dagli studi condotti dal professor Salvatore Carmelo Trovato e dalla professoressa Iride Valenti, entrambi docenti di Linguistica e Glottologia dell’Università degli Studi di Catania, contenuti nel fortunato saggio Lingue e culture in Sicilia a cura di Giovanni Ruffino, prodotto dal Centro di Studi Filologici Linguistici Siciliani, è stato possibile rintracciare molti termini, ancor oggi in uso, provenienti dalle tante culture che hanno visitato, e arricchito, la nostra amata Isola.
Dalle popolazioni indoeuropee, ad esempio, abbiamo ereditato il termine gravina, dai greci la cuccìa e la cuddura; utilizziamo il termine agneddu grazie alla mediazione del latino e, se non fossero passati gli arabi, oggi non utilizzeremmo termini come ggiarra, carrubba, giuggiulena, bbalata, coffa e tabbutu (anche se, questo termine, fa sempre un po’ paura!). Molti, nel quotidiano, usiamo l’espressione: «adduma a luci!» senza pensare che addumari deriva dall’antico francese allumer o che prijarisi è un’eredità linguistica lasciataci dal catalano.
Questi sono piccoli esempi che ci devono aiutare a riflettere che l’incontro con l’altro non è mai qualcosa di brutto, ma che la relazione è sempre una fonte di crescita: la linguistica e la glottologia, ancora una volta, ci ricordano che tutti noi siamo il prodotto di tante lingue e di tante culture.
Dr. Mauro Farina
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