31 Maggio 2024
Pubblichiamo la sintesi dell'incontro di interesse generale sul tema "L’acqua: Insostituibile, ma non inesauribile, sorgente di Vita" tenuto giovedì 30 maggio 2024 dal Presidente Unitre Augusta, dr. Salvo Cannavà.
Dal momento che l’acqua non è una risorsa infinita per nessuno e che dal 2030 il suo fabbisogno potrebbe aumentare ancora, è assolutamente necessario, oggi più che mai, imparare a non sprecarla, razionalizzando le risorse. L’acqua, dunque, è alla base della nostra esistenza. Senz’acqua: non c’è vita!!!
Viviamo nell’acqua, nel grembo materno. E’ il primo alimento con cui entriamo in contatto dopo il concepimento e l’unico davvero indispensabile per il nostro organismo. Ci nutriamo dell’acqua contenuta nel latte materno o artificiale nei primi mesi di vita e poi, crescendo, ci dimentichiamo che tutto ciò da cui traiamo sostentamento contiene acqua. Senza cibi solidi, infatti, possiamo resistere anche per settimane, mentre la sopravvivenza senza liquidi si riduce a pochi giorni. Dalla frutta alla carne, al pesce, alle verdure, dalle bibite alle merendine, le piante, gli alberi e via dicendo, tutto contiene acqua.
Noi stessi. L'acqua, infatti, è il principale costituente del corpo umano e rappresenta circa il 60% del peso corporeo nei maschi adulti, dal 50 al 55% nelle femmine (caratterizzate da una maggiore percentuale di grasso corporeo rispetto ai maschi), e fino al 75% in un neonato. Convinti, adesso, perché l’acqua è così preziosa?
Da dove traiamo l’acqua per le nostre esigenze? Quali sono le risorse idriche del nostro Pianeta Terra? Perché chiamiamo la Terra «Pianeta blu»? Perché, visto dallo spazio è proprio di colore blu, a causa dell'acqua che ricopre il 70 % della superficie terrestre. L'acqua rappresenta solo lo 0.2% della massa del pianeta ed è localizzata principalmente negli oceani (96,5%). Prima risorsa, l’acqua del mare. Apparentemente inesauribile, è vero. Ma, per la nostra vita, potremmo berla così com’è? Per i naufraghi, pur circondati di acqua, la loro sopravvivenza è legata esclusivamente all’«acqua dolce». Senza la quale si disidraterebbero fino a comprometterne la vita.
Nella vita di tutti i giorni ogni italiano consuma in media dai 130 ai 140 litri di acqua potabile al giorno con punte che sfiorano addirittura i 300 l/d. Per piccole Comunità, es. Lampedusa, è stato realizzato un impianto di desalinizzazione. Ma per grandi Città, i costi sono improponibili. Quali sono, concretamente, le nostre reali risorse idriche? Fiumi, laghi, torrenti e ruscelli, ghiacciai, nevai, pioggia, bacini di raccolta artificiali.
Attenzione, per quanto apparentemente grandi possano sembrare queste potenziali risorse, solo l'1% è rappresentato da acqua nel suolo e nelle falde acquifere mentre il restante 2% è dato dai ghiacciai e dalle calotte polari. Ovvio, come sprecare un bene così prezioso e non tantissimo, sia vera dabbenaggine, da parte di noi tutti.
Si può dire che noi, oggi, beviamo e ci laviamo con la stessa acqua pro capite che usavano i nostri antenati. Ma siamo molti di più. Più industrializzati e attivati allevamenti e colture intensivi…
Il ciclo idrogeologico comincia con il vapore prodotto dai mari e dai corsi d’acqua; il vapore, a sua volta, si condensa e forma le nuvole. Dalle nuvole, sotto forma di pioggia, grandine o neve, l’acqua ricade sulla Terra. Qui resta in superfice, dove alimenta torrenti e fiumi che la riconducono al mare, oppure si infiltra nel sottosuolo e scorre nelle falde acquifere.
L’acqua occupa la base, la parte più bassa, della piramide dove solo collocati gli alimenti da privilegiare, quindi quelli da introdurre quotidianamente e in quantità maggiore.
L’acqua partecipa a diverse funzioni indispensabili per il nostro benessere, ecco le più importanti. Trasporta i principi nutritivi: l’acqua agisce da solvente per diverse sostanze, che riescono così a raggiungere le cellule (a loro volta composte in gran parte di acqua). Regola la
temperatura del corpo, mantenendola intorno ai 37° attraverso la sudorazione e la dispersione del calore. Elimina scorie e tossine dall’organismo tramite urine, sudorazione, ma anche attraverso le feci e la respirazione. Consente le reazioni chimiche e metaboliche, che per la maggior parte avvengono tramite il mezzo acquoso. Lubrifica organi, tessuti e articolazioni. Stimola la digestione. Il nostro organismo produce autonomamente solo una piccola parte del suo fabbisogno idrico giornaliero, che deve essere coperto assumendo acqua attraverso cibi e bevande.
Com’è distribuito il consumo dell’acqua? 5% economia domestica; 20% agricoltura; 5% commercio e industria.
Quando ascoltiamo le cronache dei milioni di persone che rischiano la propria vita e/o quella dei loro familiari per attraversare il Mediterraneo, alla volta dell’Europa. Spesso passando dall’Italia, dobbiamo chiederci: «Perchè?» Spesso fuggono proprio dalla carestia che imperversa nei loro Paesi, proprio a causa della carenza d’acqua che inaridisci i terreni agricoli, distruggendo i raccolti. Quasi sempre, unica fonte del loro sostentamento alimentare. Ma questa situazione influisce pure sull’aspetto economico di un Villaggio e di un intero Paese che vive quasi unicamente di agricoltura. Così, venendo a mancare l’introito economico, non ci sono soldi per le cure mediche, per l’istruzione. Per l’emancipazione sociale e culturale di un Popolo. Ecco, come l’acqua, o meglio la sua carenza o mancanza assoluta, può compromettere la sopravvivenza di un Popolo.
Il risparmio idrico in 20 punti, proposto dall’ENEA: 1) Mantenere efficiente l’impianto idrico e verificare la presenza di perdite occulte: si calcola che con un rubinetto che gocciola si perdano fino a 5 litri al giorno. 2) Chiudere bene il rubinetto per evitare che l’acqua scorra inutilmente. Ad esempio mentre ci stiamo lavando le mani: in un minuto evitiamo lo spreco di almeno 6 litri d’acqua; se mentre ci laviamo i denti lasciamo scorrere l’acqua sprechiamo fino a 30 litri (consumiamo solo 1,5 litri se non la lasciamo scorrere); ancora, chiudere il rubinetto durante la rasatura consente un risparmio fino a 20 litri. 3) Raccogliere l’acqua fredda non utilizzata quando si attende di ricevere quella calda; effettuare prima le operazioni che richiedono acqua fredda (ad esempio per lavarsi i denti) e poi quelle che richiedono acqua calda (ad esempio per farsi la barba). 4) In cucina, per le operazioni di preparazione degli alimenti o il lavaggio della verdura, usare le bacinelle anziché l'acqua corrente. Si calcola che per bere e cucinare vengano consumati circa 6 litri di acqua al giorno pro capite e per lavare i piatti a mano almeno 40 litri. Tuttavia lo spreco può arrivare anche a 12 litri al minuto se non si chiude il rubinetto. 5) Riutilizzare l'acqua di cottura della pasta o del lavaggio delle verdure per sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o per annaffiare (quando non è salata). 6) Utilizzare lavastoviglie e lavatrici sempre a pieno carico. Si calcola che per un carico di lavastoviglie senza prelavaggio vengano utilizzati fino a 15 litri, mentre per un ciclo completo ad alta temperatura si impiegano 45 litri. 7) Preferire, quando possibile, rubinetti con sensori o con rompigetto aerato che riducono il flusso dell'acqua e hanno maggiore efficacia di lavaggio. Avendo cura di mantenerli in efficienza (ad esempio, rimuovendone il calcio). 8) Installare sciacquoni a doppio tasto per risparmiare anche 100 litri al giorno, considerando che ad ogni utilizzo di modelli con un solo pulsante si usano fino a 16 litri di acqua. 9) Scegliere la doccia invece che la vasca da bagno, in questo modo si risparmiano fino a 1.200 litri all'anno. Si stima che per fare un bagno in vasca si consumino mediamente fra i 100 e i 160 litri di acqua mentre per fare una doccia di 5 minuti se ne consumano al massimo 40 litri, ancora meno se si chiude il rubinetto quando ci si insapona. 10) Chiudere l’impianto centrale in caso di periodi prolungati di mancato utilizzo (ad esempio, quando si parte per le vacanze; c’è sempre uno sciacquone che gocciola…). 11) Installare sistemi di raccolta per l’acqua piovana per usi non potabili (lavaggio toilette, lavaggio auto) e per innaffiare (l’acqua piovana è meno dura e più gradita alle piante), evitando di farlo nelle ore calde per ridurre l’evaporazione. In Italia cadono mediamente circa 800 mm di pioggia l’anno. Questo significa che su una superficie di circa 80 mq. si può raccogliere l’acqua necessaria per una persona per un anno (le vecchie cisterne di una
volta…). 12) Utilizzare per l’irrigazione sistemi temporizzati, a goccia o in subirrigazione, in virtù della loro maggiore efficienza. 13) Evitare di lavare la propria auto/barca usando acqua potabile, in questo modo potremmo risparmiare 400-500 litri. 14) Coprire la superficie delle piscine con teli per evitare l’evaporazione. 15) Recuperare l’acqua di condensa dei condizionatori o dell’asciugatrice, per usi domestici, come ad esempio per il ferro da stiro. 16) Diversificare l’uso dell’acqua a seconda della sua qualità (potabile, piovana, grigia, nera). 17) Utilizzare, ove possibile, tecnologie per il riutilizzo delle acque grigie, cioè delle acque generate dalle operazioni di igiene personale. Un impianto dedicato al riciclo delle acque da docce, lavabi e vasche e, in alcuni casi, dalle condense dei condizionatori o dalle caldaie, ne garantisce il trattamento per il successivo impiego per usi “secondari” come lo sciacquone del water, l’irrigazione delle aree verdi, le operazioni di lavaggio. 18) In giardino, fare attenzione a non irrigare zone impermeabili (vialetti, ecc.). 19) Installare coperture vegetali sui tetti e giardini pensili. Si tratta di soluzioni che permettono di assorbire fino al 50% di acqua piovana e di rallentare il deflusso della pioggia nel sistema idrico della città, riducendo la possibilità di allagamenti in caso di forti precipitazioni. I tetti verdi favoriscono inoltre l’isolamento termico del tetto, riducono le polveri sottili e favoriscono un microclima più gradevole. 20) Nelle superfici esterne agli edifici, utilizzare pavimentazioni drenanti al fine di conservare la naturalità e la permeabilità del sito e favorire la ricarica delle falde acquifere.
La rete italiana perde, mediamente, il 41,2% dell’acqua immessa, con punte del 48% in macro-ambiti nazionali. Anche nelle aree più virtuose, questa percentuale non scende mai al di sotto del 20%, a fronte di valori molto inferiori in ambito europeo (6,5% in Germania). È poi cruciale risparmiare acqua nei settori produttivi; in particolare nel nostro Paese i prelievi di acqua dolce per gli usi agricoli rappresentano circa il 50% del fabbisogno idrico totale; questo significa che, per affrontare momenti di carenza idrica come questo con danni alla produzione agricola, è fondamentale ottimizzare le tecniche irrigue utilizzando quelle a maggiore efficienza (irrigazione sub superficiale, irrigazione sotto chioma, irrigazione a goccia) e puntare su ricerca e innovazione tecnologica per favorire il riuso delle acque reflue trattate.
Queste brevi note che abbiamo proposto non vogliono rappresentare un Vademecum sul comportamento nell’uso dell’acqua. Si propongono, semplicemente, di sensibilizzare la coscienza di tutti sul rispetto dell’elemento/alimento acqua. Di primaria importanza nella vita di ognuno di noi. A voi tutte/i rivolgiamo l’appello di adoperarvi per la salute del nostro Pianeta. Partendo proprio dalla qualità e quantità di acqua a disposizione delle prossime generazioni.
Grazie per la cortese attenzione,
Salvo Cannavà
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Si ringrazia Teresa Galofaro per le foto.
(vedi curriculum e altri incontri con il Dott. Salvatore Cannavà)