14 Gennaio 2017
Pubblichiamo una sintesi della lezione, dal tema “Traumi cranici e spinali”, della Dott.ssa Francesca Mazziotta tenuta giovedì 12 dicembre 2016.
TRAUMI CRANICI: DEFINIZIONI
In dipendenza del meccanismo e dell’agente traumatico si possono avere:
- Traumi cranici chiusi: dovuti allo scivolamento/rotazione di strutture a diversa densità (emisferi su tronco encefalico, effetto da contraccolpo) con integrità della scatola cranica;
- Traumi cranici aperti: rottura degli involucri ossei e meningei, possibile fuoriuscita di materia cerebrale.
Sulla base delle conseguenze cliniche del trauma si possono avere:
- Trauma cranico non commotivo (o minore):
- Nessuna perdita di coscienza, nessuna conseguenza organica sul SNC.
- Traumi cranici commotivi:
- Lievi: punteggio GCS > 12;
- Moderati: punteggio GCS tra 9 e 12 oppure > 12 ma lesione di interesse chirurgico in TC;
- Gravi: punteggio GCS < 9.
TRAUMI CRANICI: EPIDEMIOLOGIA
- Non commotivi: ignota;
- Commotivi (dati USA):
- Lievi: 131/100.000/anno
- Moderati: 15/100.000/anno
- Gravi: 14/100.000/anno
- Più frequenti in età 15-25 anni, nel sesso maschile, nei residenti di piccole città;
- Prima causa di morte nella fascia di età 15-25 anni;
- Cause di trauma cranico:
- Incidente stradale (50% traumi);
- Cadute accidentali o da lavoro domestico (20-30%, più frequenti in donne, bambini e anziani);
- Incidenti sul lavoro non domestico;
- Arma da fuoco (12% traumi).
Alcool concausa frequente.
LESIONI PRIMARIE
- Focali:
- Fratture ossee;
- Emorragie cerebro-meningee:
- Extradurale;
- Subdurale acuto;
- Subdurale cronico;
- Subaracnoidea/intraventricolare traumatica;
- Ematoma intraparenchimale traumatico.
- Focolaio lacero-contusivo emorragico;
- Ferite penetranti.
- Diffuse:
- Danno assonale diffuso.
FRATTURE OSSEE
- Possono essere prive di conseguenze o associate a danno di altre strutture o associate a penetrazione di materiale all’interno del parenchima con rischio infettivo:
- Danno a carico dei nervi cranici;
- Danno a carico dei seni paranasali;
- Danno a carico orecchio interno;
- Rinoliquorrea.
- Spesso associate a sanguinamento esterno (otorrea, rinorrea..).
LESIONI EMORRAGICHE
- Ematoma extradurale:
- Rottura arterie meningee, con aumento rapido componente ematica (emergenza NCH!!);
- Fenomeno dell’intervallo libero frequente;
- Terapia chirurgica (evacuazione).
- Ematoma subdurale acuto:
- Rottura vene “a ponte” o vene corticali;
- Mortalità elevata (tendenza a riformarsi dopo intervento);
- Terapia NCH.
- Ematoma subdurale cronico:
- Più frequente > 60 anni e etilisti o terapia anticoagulante;
- Traumi cranici minori;
- Intervallo: settimane o mesi.
- Emorragia subaracnoidea posttraumatica:
- Prognosi benigna con remissione sintomatologica completa (se isolata) nella maggioranza dei casi.
FOCOLAIO LACERO-CONTUSIVO EMORRAGICO
- Lesione parenchimale emorragica, con necrosi;
- Può comportarsi come un processo occupante spazio;
- Non chirurgico, specie se multiplo.
DANNO ASSONALE DIFFUSO
- Danno diffuso a carico della giunzione tra corteccia e sostanza bianca e/o a carico del mesencefalo;
- Solitamente prognosi grave;
- Non chirurgico.
LESIONI TRAUMATICHE SECONDARIE
Seguono di ore o giorni le lesioni primarie dirette.
- Edema cerebrale:
- Focale o diffuso;
- Aumento pressione intracranica;
- Possibile erniazione.
- Idrocefalo;
- Danno anosso/ischemico:
- Legato alle difficoltà respiratorie, in genere in fase acuta;
- Legato alla rottura vasale;
- Legato all’aumento pressione intracranica;
- Legato a crisi epilettiche/stato di male epilettico.
POSSIBILI CONSEGUENZE CLINICHE
- Morte encefalica;
- Stato vegetativo persistente;
- Danno cognitivo permanente (demenza posttraumatica);
- Alterazioni neurologiche focali;
- Epilessia posttraumatica;
- Psicosi postraumatica.
GESTIONE TRAUMA CRANICO MODERATO/GRAVE
- Intubazione e sedazione su strada e ricovero in ambiente rianimatorio (prevenzione danno anossico secondario);
- Terapia chirurgica delle lesioni emorragiche;
- Monitoraggio e trattamento dell’ipertensione endocranica:
- Coma barbiturico;
- Terapia antiedemigena.
- Monitoraggio e trattamento dell’evoluzione neurologica:
- EEG;
- Potenziali evocati (somatosensoriali aa.sup., acustici precoci);
- Neuroradiologia seriata.
- Monitoraggio/trattamento delle complicanze infettive e trofiche:
- Decubiti;
- Lesioni articolari;
- Atrofia muscolare;
- Trombosi venosa profonda.
TRAUMI SPINALI: LESIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE E/O DEL MIDOLLO PROVOCATI DALL’IMPATTO CON AGENTE ESTERNO.
TRAUMI SPINALI: EPIDEMIOLOGIA
- Incidenza: 15-40 casi/milione/anno;
- Prevalenza delle lesioni permanenti: 800/milione abitanti;
- Più frequenti nel sesso maschile e nella fascia di età 15-25 anni;
- Secondo picco di incidenza nelle età avanzata, per traumi di minore entità, a causa della mielopatia spondilosica.
TRAUMI SPINALI: CONSEGUENZE
- Frattura vertebrale amielica (non danno midollo spinale);
- Frattura vertebrale mielica (danno midollo spinale);
- Lesione cono/cauda, associato o meno a frattura;
- Lesione midollare in assenza di frattura;
- Ematoma epidurale/subdurale midollare (raro).
LESIONI MIDOLLARI: SINDROMI
Dipendono dalla sede del danno midollare e dall’estensione di questo.
- Transezione completa:
- Cervicale alta: tetraplegia, alterazioni respiratorie, disautonomia con ipotensione; anestesia con eccezione distretto cranico;
- Cervicale bassa: paraplegia, danno periferico aa. sup., sintomi disautonomici, anestesia “a livello”;
- Toracica: paraplegia e anestesia aa. inf.;
- Lombare: lesioni periferiche aa inf., alterazioni sfinteriche ed erettive.
- Sindrome spinale anteriore: danno motorio e sensitivo termico/dolorifico, con propriocezione mantenuta;
- Sindrome spinale centrale: possibile quadro dell’”uomo nella botte” (danno motorio prossimale);
- Sindrome di Brown-Sèquard (emilesione): paralisi e perdita propriocezione ipsilaterale, anestesia termo-dolorifica controlaterale.
TRAUMA SPINO-MIDOLLARE: GESTIONE
- Esistono unità operative specifiche (UNITA’ SPINALE UNIPOLARE) a gestione multidisciplinare (ortopedico, urologo, neurologo, neurochirurgo, fisiatra, psicologo);
- Stabilizzazione della lesione ossea (anche chirurgica);
- Trattamento chirurgico (es. evacuazione ematoma) se indicato;
- Corticosteroidi ad alte dosi se compressione midollo;
- Gestione danno sfinterico e prevenzione infezioni urinarie;
- Gestione danno trofico cutaneo, osseo, muscolare ed articolare;
- Terapia riabilitativa.
Francesca Mazziotta.