05 Dicembre 2019
Pubblichiamo una sintesi della lezione tenuta giovedì 5 dicembre 2019 dal dr. Salvatore Albani, sul tema "Considerazioni dalla Gerontologia alla Geriatria nel tessuto socio-culturale contemporaneo"
La Geriatria, dal greco γέρων, "vecchio, anziano" e ἰατρεία, "cura" è quella branca della medicina che studia le malattie della vecchiaia. Il termine Gerontologia, composto da geronto- che deriva dal greco γέρων ossia "vecchio" e -logia che deriva dal greco -λογία, ovvero "discorso", venne invece usato a partire dagli anni 50 per indicare lo studio dell’invecchiamento sotto i diversi punti di vista biologico, sociale, psicologico. È infatti imprescindibile, per prendersi cura dell'anziano, in analogia a quanto avviene in Pediatria, conoscerlo e comprenderlo pienamente andando oltre le sole condizioni fisiche.
Potrebbe sembrare assurdo o provocatorio sostenere che l'invecchiamento inizi il giorno stesso della nascita. Basti però riflettere sulla continuità di questo con i fenomeni che conosciamo come crescita.
Il paziente anziano è caratterizzato da scarse riserve funzionali d'organo, ciò sta a significare che il suo corpo risponde con maggiori difficoltà agli insulti ambientali. Può ammalarsi di tutto ciò di cui si ammala il giovane ma solitamente non guarisce completamente rimanendo a suo carico la cosiddetta “cronicità".
Patologie senili comuni sono le forme di invecchiamento cerebrale che portano fino alle demenze conclamate, le patologie polmonari croniche e le loro riacutizzazioni, le malattie del cuore fino al suo scompenso.
Anche sarcopenia (perdita di massa muscolare) e osteoporosi (perdita di massa ossea) sono eventi purtroppo comuni e possono portare, spesso insieme all'osteoartrosi, fino alla perdita d’autonomia e alla cronicizzazione del dolore.
Queste patologie solitamente coesistono (comorbilitá) portando alla necessità di assumere cronicamente molti farmaci ogni giorno.
Si configura il quadro del cosiddetto “anziano fragile”, soggetto ad aumentato rischio di cadute ed ulteriore aggravamento in occasione di un evento traumatico o destabilizzante che spesso lo porta in Pronto Soccorso. Si è parlato in passato di percorsi dedicati al triage con assegnazione del “codice argento” riservato all'anziano fragile, ma tali progetti sono stati abbandonati.
Attorno all'anziano è necessaria e teoricamente esistente una rete di servizi territoriali-ospedalieri integrati per la continuità delle cure.
Il Geriatra deve essere in grado di prevenire le complicazioni delle patologie croniche, curare le riacutizzazioni e sostenere l'anziano e la famiglia in un percorso che va condiviso e snellito il più possibile per creare “vivenza" più che sopravvivenza.
Il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e i grandi cambiamenti socio-culturali degli ultimi decenni hanno permesso l’incremento dell’aspettativa di vita alla nascita, dell’età media di ciascun individuo e così dell'incremento del numero di anziani. Questo, insieme al drastico calo delle nascite, ha cambiato e sta cambiando la nostra società. Si inizia a parlare infatti di Elderly boom come fenomeno già in corso ma in sicura crescita con l'invecchiamento dei baby boomer, cioè del grande numero di nati tra il ’45 ed il ’64 nei paesi industrializzati.
Sono inoltre cambiati lo stile di vita e le esigenze in funzione di molteplici fattori come la scolarizzazione, l’occupazione lavorativa e quindi le possibilità economiche.
L’ Italia ha sviluppato nei decenni scorsi il Sistema Sanitario Nazionale noto come uno dei migliori al mondo. Anche il sistema di previdenza sociale (pensioni) ha permesso una serena vecchiaia a intere generazioni. Entrambi gli istituti si trovano oggi ad un momento critico per la mancanza di sostenibilità economica.
La vecchiaia può e deve avvalersi e dedicarsi al tempo stesso alle nuove generazioni configurando una sorta di passaggio di testimone continuo.
Dott. Salvatore Albani
Specialista in Geriatria e Gerontologia
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