17 Gennaio 2020
Pubblichiamo una sintesi della lezione tenuta giovedì 16 gennaio 2020 dalla dottoressa Maria Grazia Farina, sul tema "Diabesità".
Introduzione
L’associazione tra obesità e diabete è documentata in letteratura da diversi studi epidemiologici come dimostrato dal fatto che circa 80-90% dei pazienti con DMT2 è in sovrappeso o francamente obeso.
La prevalenza dell'obesità è in crescente aumento, non solo nei paesi industrializzati ma anche in quelli in rapido sviluppo economico (es. India e Cina), tanto da indurre l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ad utilizzare la definizione di “pandemia”. Anche la percentuale di adolescenti in soprappeso si è raddoppiata negli ultimi 30 anni. Nei bambini e adolescenti italiani la prevalenza dell’obesità aumenta dal Nord al Sud, con massima prevalenza di sovrappeso e obesità in Campania (36% a fronte di una media nazionale del 24%). Anche in Sicilia si ha un’elevata prevalenza di soprappeso e obesità nella fascia d’età tra gli 11 e i 15 anni, con una prevalenza che raggiunge il 40% a 11 anni e decresce progressivamente all’aumentare dell’età fino ai 14-15 anni, dove si registra una prevalenza sovrapponibile alla media nazionale. È questa una realtà preoccupante che prelude ad un’ulteriore diffusione dell’obesità nei prossimi anni, con peggioramento delle prospettive di vita e di salute degli italiani e che richiede pertanto urgenti provvedimenti. Tale epidemia è il risultato della modifica di alcuni fattori ambientali e delle abitudini di vita (maggiore disponibilità di cibo e sedentarietà) a fronte di un substrato genetico che si è selezionato per millenni in ambiente con scarse disponibilità energetiche, quando il cibo era disponibile in modo discontinuo e il rischio di carestie era sempre presente e veniva inoltre richiesto un elevato dispendio energetico per procuransi il cibo e per difendere le risorse alimentari (Figura 1). L’obesità rappresenta, pertanto, una bomba ad orologeria che potrebbe esplodere nei prossimi anni, incrementando l'incidenza anche del DMT2 e delle altre gravi patologie associate all'eccesso ponderale [15]. L’obesità e il DMT2 rappresentano, pertanto, una delle principali sfide sanitarie che i paesi di tutto il mondo si troveranno ad affrontare nei prossimi decenni.
Il tessuto adiposo
L’adipocita e il tessuto adiposo giocano un ruolo importatane nella patogenesi del diabete tipo 2. La cellula adiposa rappresenta l’unica cellula in cui un organello, la gocciola di lipidi, occupa più del 95% dell’intero corpo cellulare [33]. Tale organello dell’adipocita funge da contenitore dinamico per i trigliceridi che possono essere rilasciati mediante il processo della lipolisi ed accumulati attraverso il meccanismo della liposintesi.
Definizione e classificazione dell’obesità
Distribuzione del tessuto adiposo
A differenza di altri organi, il tessuto adiposo è variamente distribuito nell’organismo in sedi differenti: addominale (tessuto adiposo sottocutaneo superficiale e profondo), intra-addominale (tessuto adiposo viscerale-intraperitoneale e retroperitoneale) e tessuto adiposo sottocutaneo con particolare rilievo quello gluteo-femorale.
Tali depositi di tessuto adiposo presentano una differente sensibilità all’azione ormonale. Per esempio, l’adipocita del tessuto sottocutaneo è più sensibile all’insulina rispetto all’adipocita del grasso viscerale; mentre quest’ultimo mostra una maggiore sensibilità all’effetto delle catecolamine e dei glucocorticoidi rispetto al grasso sottocutaneo.
L’obesità addominale o viscerale è anche una delle maggiori cause di morbilità (come il Diabete tipo 2) e mortalità. Dati della letteratura indicano chiaramente che il rapporto vita/fianchi mostra una forte relazione con l’infarto del miocardio in diversi gruppi di popolazione indipendentemente dal sesso e dall’età e tale rischio aumenta all’aumentare di tale rapporto.
In condizioni fisiologiche l’insulina (ormone prodotto dal pancreas) controlla il delicato bilancio tra l’accumulo degli acidi grassi sottoforma di trigliceridi nel periodo post-prandiale e il loro rilascio in circolo in condizioni di digiuno. Come detto in precedenza, il tessuto adiposo viscerale presenta elevata sensibilità per gli stimoli adrenergici (catecolamine, stress) con liberazione di elevate quantità di FFA (acidi grassi liberi, prodotti della mobilizzazione dei trigliceridi) nel circolo portale. Le cellule adipose di pazienti affetti da obesità e diabete sono resistenti all'insulina e/o hanno un difetto di attivazione del recettore insulinico in risposta alla stimolazione ormonale. Quindi, in condizione di eccessivo intake calorico l’adipocita va in contro ad un aumento del suo volume (ipertrofia). Tale condizione determina stress della cellula che dà origine, come meccanismo di difesa, a una risposta infiammatoria della cellula adiposa attraverso l’attivazione di una cascata di segnali che determina l’insulino-resistenza del tessuto adiposo con rilascio di FFA e deposizione ectopica di grasso negli altri tessuti (muscolo e nel fegato causando steatosi muscolare ed epatica). Anche questi tessuti diventano insulino-resistenti e non riuscendo più a contenere il glucosio lo dismettono nel circolo ematico determinando iperglicemia. Tale condizione è reversibile dopo decremento ponderale. Tutto ciò potrebbe contribuire a determinare oltre ai disordini metabolici sopradescritti anche aterosclerosi.
Studi clinici hanno dimostrato che la riduzione del 10% del peso corporeo riduce tutte le complicanze e le comorbilità correlate all’obesità. La dieta, associata alle modifiche dello stile di vita, rappresentano ancora oggi lo strumento più importate per la cura dell’obesità e del diabete.
Dr. ssa Maria Grazia Farina
Foto del socio Giovanni Farinella
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