23 Aprile 2015
Pubblichiamo la relazione che il Sig. Carmelo Addia ha esposto in Aula Magna, giorno 16 aprile 2015, dal tema: Personaggi di ieri e di oggi: “Emanuele Muscatello”.
Qualche anno fa, tutti noi siamo scesi in piazza per scioperare in difesa del nostro Ospedale “Emanuele Muscatello”. Chi era Muscatello e perché l’Ospedale porta questo nome.
La famiglia Muscatello faceva parte della borghesia intellettuale della città di Augusta, vantava prestigiose tradizioni nella professione notarile e nella partecipazione della vita pubblica.
EMANUELE MUSCATELLO (Foto n.1), uomo colto e stimato, notaio di professione è stato l’artefice creativo della Banca Popolare di Augusta con atto costitutivo rogato, dallo stesso notaio Muscatello, il 17 Febbraio 1873.
La Banca Popolare di Augusta, che è la più antica fra le banche popolari di Sicilia, è ancora operante nel nostro territorio. Il notaio Muscatello, che era il più forte azionista, ne divenne Presidente e conservò tale carica per moltissimi anni, fino alla morte avvenuta il 13 Giugno 1917.
Il notaio Emanuele Muscatello è stato sindaco di Augusta mantenendo tale carica dal 29 luglio 1895 fino al 1904. Nel periodo della sua amministrazione furono realizzate importanti iniziative:
- La pavimentazione con basole laviche della via Principe Umberto;
- La destinazione a scuola pubblica dell’ex monastero di Santa Caterina;
- L’ampliamento della villa Comunale;
- La costruzione e l’apertura del viale Risorgimento, inaugurato il 25 Maggio 1900, che dalla porta di terra vecchia raggiunge l’estremità meridionale della penisola;
- La costruzione del nuovo cimitero inaugurato il 24 Maggio 1904.
GIUSEPPE MUSCATELO (Foto n.2) figlio di Emanuele e della Signora Maria Amalia Avila nacque ad Augusta il 10 Novembre 1866 alle ore 06,30 in Via del Calvario, successivamente Via Cherubini e dopo l’Unità d’Italia Via Roma, rompendo la tradizione di famiglia, della professione notarile, scelse gli studi di medicina. Nel 1883 conseguì la licenza liceale al Regio liceo Spedalieri di Catania e nel 1889 si laureò in medicina all’Università di Napoli. Subito dopo la laurea si indirizzò verso la chirurgia e, per un triennio ( 1889 – 1891) fu assistente effettivo presso l’istituto di patologia e clinica propedeutica chirurgica dell’Università di Padova, diretto da Ernesto Tricomi, prestando servizio come primo chirurgo assistente presso l’ospedale civile.
Desideroso di perfezionare i metodi di studio, decise di completare all’estero la sua formazione scientifica.
Senza mai scindere il duplice interesse nei confronti della chirurgia e della patologia, si recò dapprima nella città di Strasburgo, presso la clinica chirurgica diretta da Georg Albert Lucke e presso l’istituto di Anatomia Patologica diretto dal grande patologo Friedrich Daniel Von Recklinghausen, esperienza questa destinata ad incidere significativamente sulle scelte scientifico-professionali.
Si sposta poi nella città di Heidelberg per frequentare la clinica chirurgica diretta da Vincenz Czerny e il laboratorio dell’istituto di patologia diretto da Julius Arnold. Entrando così in contatto con tematiche di ricerca avanzata, svolte in laboratori in cui erano attivi i grandi protagonisti della Medicina del tempo, pose le basi di un rigoroso metodo di lavoro e di studio che gli avrebbe permesso di scrivere importanti lavori scientifici, alcuni dei quali sono ancora citati in testi di recente pubblicazione. Acquisì inoltre familiarità con la lingua Tedesca, cosa che gli permise di pubblicare, su riviste prestigiose e di mantenere stretti contatti con celebri chirurghi.
Rientrato in Italia, nel Maggio 1894 ottenne la libera docenza in Patologia Speciale Chirurgica Dimostrativa, dell’Università di Torino dove fu assistente effettivo presso l’Istituto di patologia generale diretto da Giulio Bizzozero. Allo stesso tempo frequentò, come volontario, il reparto chirurgico dell’Ospedale Mauriziano dove iniziò anche l’attività didattica, tenendo un corso di Patologia Chirurgica dall’anno accademico 1894 al 1897.
Nel 1897 si trasferì all’Università di Napoli come coadiutore, prima straordinario e poi effettivo, dell’Istituto di Patologia e Clinica Propedeutica Chirurgica e per circa due anni tenne parte dell’insegnamento ufficiale di Patologia Chirurgica.
Nel 1898 ottenne la libera docenza anche in patologia generale dell’Università di Torino. Nel Gennaio 1900 la facoltà di medicina dell’Università di Catania lo chiamò a ricoprire l’incarico per l’insegnamento ufficiale di Patologia Chirurgica.
I lavori di Muscatello erano apprezzati e ampiamente citati nella letteratura internazionale, tanto che nel 1901 Von Recklinghausen, che aveva conosciuto in Germania, lo candidò al premio NOBEL per la Medicina per i suoi studi sull’idrocefalea post-operatoria. Insieme a Muscatello, Von Recklinghausen, candidò, per i suoi studi sul sistema nervoso centrale, anche Camillo Golgi, il quale ebbe il Nobel cinque anni più tardi. Nel 1901 il premio Nobel, alla sua prima edizione, venne invece assegnato al fisiologo e batteriologo Tedesco Emil Adolf Von Berhring per le sue ricerche sulla difterite.
Nel luglio del 1902 fu nominato professore straordinario di patologia chirurgica all’Università di Catania, l’anno successivo si trasferì alla facoltà di medicina dell’Università di Pavia. In questa Università insegnò per quattro anni e nel 1906 fu nominato professore straordinario stabile di Patologia Speciale Dimostrativa Chirurgica. L’ambiente accademico Pavese apprezzò molto le sua grande abilità nella ricerca e le sue doti non comuni nello studio del malato e nella diagnostica. Era infatti un insegnante molto stimato dagli studenti.
Nel 1906, pur potendo ricoprire la cattedra di Chirurgia e Medicina Operatoria dell’Università di Modena, desideroso di tornare in Sicilia, per motivi di ordine privato, optò per il posto di professore a Catania dove nel Dicembre 1907, divenne ordinario di Patologia Speciale Chirurgica Dimostrativa. A Catania grazie alla collaborazione dell’Ospedale Vittorio Emanuele , riuscì a dotare l’istituto di patologia generale di un laboratorio e a disporre di un reparto clinico.
Nel periodo dal 1 Dicembre del 1908 al 31 Dicembre del 1910, per le sue elevatissime capacità, fu nominato Rettore Magnifico dell’Università di Catania e poi dal Dicembre 1927 all’Ottobre 1937, quando fu collocato a riposo, diventò professore emerito. (Foto n. 3 Giuseppe Muscatello ritratto nella cerimonia di consegna del Diploma di Laurea Ad Honorem al Re d’Italia )
Muscatello era molto legato all’Università di Catania, che è la più antica Università della Sicilia, la sua data di fondazione è quella del 19 Ottobre 1434 in cui il Re Alfonso d’Aragona espresse il suo consenso. Questo legame affettivo lo ha dimostrato in più occasioni esprimendo i sui sentimenti e i sui obbiettivi con le testuali parole: A questa Università mi sento legato da tenace affetto filiale, e l’ideale a cui miro e a cui tengo con tutte le mie forze è di aiutare questa Alma Mater (Madre Nutrice) questo glorioso Syculorum Ginnasium (Secolare Università) a raggiungere quell’altezza, a cui per la sua posizione geografica e per la sua storia dovrà, immancabilmente arrivare. Nel 1933, Muscatello che ricopriva la carica di Rettore dell’Università, in occasione dell’anniversario del quinto centenario della fondazione dell’Università, diede il benvenuto al Re Vittorio Emanuele terzo che concesse il suo Patronato, onorando la cerimonia celebrativa con la sua presenza, valorizzando e dando prestigio in tutto il mondo all’Università di Catania. (Foto n.4 Il Diploma di Laurea Ad Honorem consegnato al Re d’Italia Vittorio Emanuele III. )
Muscatello era tornato quindi a Catania all’età di 40 anni. A Catania divenne uno dei protagonisti dell’attività scientifica e culturale della Città. Nel 1932, attraverso la creazione di un concorso tra la Provincia e L’Università di Catania realizzò il Centro tumori, uno dei primi in Italia, aggregato alla clinica chirurgica dell’Università. Muscatello si era anche occupato più volte di Oncologia del sarcoma e del melasarcoma primitivo del retto.
La sua figura; alto, magro, bruno, con occhi nerissimi, il pizzo sfumato al mento, lo sguardo penetrante e un lieve sorriso mefistofelico tra le labbra, esercitava un grande fascino sul pubblico, aveva un gran rispetto per le sofferenze e per la vita dell’ammalato, non tollerando errori, infrazioni, dimenticanze. L’ammalato era sacro. Muscatello costruisce il suo programma didattico, animato da un sentimento etico che deve apportare speranza consolatrice anche a chi è ammalato senza speranza. A tutti i suoi alunni e ai colleghi Muscatello così si esprimeva: “il chirurgo, tiene nelle proprie mani un’altra vita, nella sua interezza, che a lui si affida e si abbandona senza resistenza e senza difesa. Da essa in perenne travaglio sono mantenuti il pensiero e la coscienza del chirurgo, il quale non è corazzato, come il pubblico immagina, contro il sentimento e l’emozione”. Muscatello diede vivo impulso alla costruzione di nuove cliniche ed ebbe il piacere di consegnare al suo successore, Professore Achille Mario Dogliotti, il nuovo Istituto di Clinica Chirurgica che si inaugurò in occasione di un Congresso Nazionale di Chirurgia tenutasi a Catania, all’atto del suo collocamento a riposo.
L’impegno accademico e clinico non gli impedì di dedicarsi alla politica. Egli infatti venne eletto deputato al Parlamento, nella XXVII legislatura, a seguito di una consultazione elettorale che si svolse il 6 Aprile del 1924, rimase in carica anche nella successiva legislatura . Nel marzo del 1934 fu nominato Senatore del Regno e fu nominato Membro della Commissione dell’educazione e della cultura del Senato, dal 17 Aprile 1939 al 5 Agosto del 1943. Fu grande Ufficiale dell’ordine della Corona D’Italia e Cavaliere Ufficiale dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Dopo aver descritto per sommi capi la figura di Giuseppe Muscatello Medico Studioso, vorrei accennarvi alcuni momenti della sua vita privata e l’amore per la sua Città Natale.
Quando Giuseppe Muscatello si laureò nel 1889, Augusta era un paese piccolo di circa quattordicimila abitanti, dediti in gran parte all’agricoltura. La pesca, l’artigianato, il piccolo cabotaggio, il commercio avevano sviluppo limitato e non andavano oltre le esigenze locali. L’abitato, molto caratteristico, era racchiuso a nord e a sud rispettivamente del sistema fortificato del castello e delle mura di terra vecchia.
Pochi erano i professionisti e, tra questi, una figura di maggior spicco era il notaio Emanuele Muscatello, padre di Giuseppe, figura già accennata precedentemente.
Giuseppe Muscatello avrebbe potuto, senza alcuna difficoltà, iniziare l’attività professionale di medico nella propria Città. Preferì, invece, percorrere le ardue vie di ricerca scientifica accennate precedentemente. Quanto si stabilì definitivamente a Catania il 29 Dicembre del 1909, si unì in matrimonio con Elena Aveline ed ebbe quattro figli: Emanuele, Amalia, Maria Luisa e Rossana.
Ad Augusta erano fieri ed orgogliosi di questo concittadino, lo consideravano uno degli uomini illustri viventi della città, assieme al costituzionalista Gaetano Arangio Ruitz, rettore dell’Università di Modena e Professore di diritto Internazionale dell’Università di Roma; al fisico Orso Mario Corbino, direttore dell’Istituto di Fisica dell’Università di Roma, Senatore del Regno D’Italia nel 1920, Ministro dell’ Economia Nazionale nel 1923, gestore della Scuola di Fisica di via Panisperna, dove si formarono scienziati come: Enrico Fermi; Ettore Mjorana; Eduardo Amalfi; Emilio Segrè; Bruno Moltecorvo; Franco Rasetti e Bruno D’Agostino; e all’ economista e Ministro del Tesoro Epicarmo Corbino.
Augusta era un piccolo paese dove i rapporti umani si svolgevano secondo un rito semplice, quasi agreste ed il tributo di amore, di affetto e di riconoscenza verso i suoi figli più illustri, veniva manifestato con una romantica, tradizionale ed infinitivamente poetica visita al Santuario di Maria Adonai, che in quel luogo vedeva riuniti insieme: il Senatore Orso Mario Corbino; il Senatore Giuseppe Muscatello; il Deputato Epicarmo Corbino; il Preside Andrea Saluta; L’Avvocato Antonio Amodei; il Cav. Ottavio Lavaggi, altri notabili concittadini e l’Amministrazione civica della città. (Foto n. 5 Foto ricordo della visita al Santuario di Santa Maria Adonai: Giuseppe Muscatello e Orso Mario Corbino con i maggiorenti della Citta di Augusta).
Questa gita al Santuario dell’Adonai, che si svolgeva annualmente, si articolava con questo programma: di buon mattino si andava a Brucoli e da qui in barca si attraversava in porto canale e dopo una breve sosta nella masseria dei pastori, per la colazione a base di ricotta calda, si arrivava nella verde oasi del Santuario, dove l’intera giornata veniva trascorsa in piacevoli convenevoli. All’imbrunire il ritorno ad Augusta con un arrivederci per la visita dell’anno seguente. I rapporti di Giuseppe Muscatello con la sua Città Natale furono sempre molto stretti. Egli, dopo la morte del padre, divenne il più forte azionista della Banca Popolare ed, in seguito, né assunse anche la Presidenza Onoraria mantenendola per tutta la vita.
Aveva la casa di villeggiatura sul Monte Tauro e, in Città aveva la casa per le permanenze occasionali. Nell’esercizio della medicina e della chirurgia era sempre a completa disposizione dei propri concittadini, senza pretendere alcuno compenso per le proprie prestazioni. Muscatello era amico degli amici, garante di ogni giusto diritto, consigliere di ogni opera buona, sposo e padre felice di diletta compagna di adorabili figli, che, senza soggezione gli ricambiavano il più tenero degli affetti, la più completa corrispondenza di dolci sentimenti e di atti apportatore del migliore benessere. La sua casa, sia a Catania che nell’amata Augusta che lui definiva: “ la candita Signora del mare mollemente distesa su un tratto della immensa arcata vegetante”, era sempre aperta sia per i parenti e per tutti gli amici, che specialmente nelle ricorrenze veniva animata dalla cordiale accoglienza del padrone di casa, spoglio d’ogni impropria forma sapeva fondere tutti gli umori in una unica espressione di sincera allegria. Nella casa di cura che aveva a Catania, nella via che adesso è stata intitolata al suo nome, i cittadini di Augusta venivano ricoverati e assistiti pagando soltanto le spese necessarie al loro mantenimento e usufruendo, gratuitamente, di tutte le cure.
Era sempre presente alle manifestazioni pubbliche che si svolgevano ad Augusta, presenziò: il 30 Aprile del 1922 in occasione della cerimonia per lo scoprimento della lapide commemorativa murata nel prospetto della casa natale di Orso Mario Corbino di via Principe Umberto; come pure il 9 Maggio 1924 in occasione della cerimonia di inaugurazione del Monumento dei caduti. Questo amore di Muscatello per Augusta trovava ampia rispondenza nell’affetto, nella stima e nella riconoscenza che i suoi concittadini nutrivano verso lui.
Augusta prima del 1926 non disponeva di un ospedale, ma di un ambulatorio ubicato nella piazza dell’ospedale, successivamente chiamata piazza d’Astorga, (Foto n. 6 / 7 Ospedale dell’Abate Frixa con la piazza cosiddetta “ u chianu ospitali “ e, in aderenza la chiesa di Santa Croce ) questo ambulatorio era sorto nel 1667, per iniziativa dell’Abate Frixia. Amministrazione Comunale guidata dal Notaio Emanuele Muscatello aveva progettato di abbandonare la vecchia struttura del’ ambulatorio, di proprietà della Congregazione della Carità, per utilizzare un edificio più grande ed accogliente per adibirlo ad Ospedale.
Vennero scelti i locali dell’ex Convento Francescano dei Frati Minori Osservanti di Piazze delle Grazie di proprietà del Comune. (Foto n. 8 sede dell’Ospedale civile Emanuele Muscatello e L’immagine di San Francesco d’Assisi, riportata sopra la porta d’ingresso dell’Ospedale, che ricorda la data di ricostruzione del complesso Sacro dopo il terremoto del 1693)
Il nuovo Ospedale venne inaugurato nel Gennaio del 1926 ed in segno di riconoscenza per Giuseppe Muscatello, Augusta ha dato il nome del padre Emanuele, già Sindaco della città, al predetto Ospedale.
Il Comune, dopo aver acquistato il vecchio immobile di Piazza D’Astorga, decise di abbatterlo per costruire un edificio scolastico. Sorgerà nel 1933 il Ginnasio “Orso Mario Corbino” in onore dell’illustre concittadino. (Foto n. 9 Ginnasio Orso Mario Corbino )
Certamente il notaio Emanuele Muscatello, era stato un cittadino altamente benemerito, ma non c’è alcun dubbio che l’intitolazione dell’Ospedale fu fatta, essenzialmente, come gratitudine per l’impegno e l’attività dimostrate dal figlio nel reperire i fondi, sia in modo personale sia, tramite l’intervento determinante del Ministero dell’Interno facendo erogare la somma di lire 40.000. Somme che permisero l’acquisto di ciò che occorreva per la ristrutturazione dei locali e delle apparecchiature necessarie ad affrontare l’assistenza sanitaria ai cittadini Augustanesi. Altro finanziamento venne ottenuto da Muscatello nel 1946, poiché l’ Ospedale gravemente danneggiato dalla guerra aveva bisogno di manutenzione. L’Onorevole Epicarmo Corbino, allora Ministro del Tesoro, erogò la somma necessaria alla ristrutturazione.
Col crescere della Città, rimaneva viva l’esigenza di avere un Ospedale adeguato alle necessità sanitarie del popolo Augustano. Il nuovo complesso Ospedaliero sorse in Contrada Granatello. I lavori di costruzione, iniziati nel 1963, vennero portati a termine nel 1966 dando alla Città di Augusta un complesso Ospedaliero con tutti i requisiti, di quel periodo, necessari ad una assistenza adeguata. L’Ospedale era operante con più reparti: Medicina; Chirurgia; Ostetricia e Ginecologia; Cardiologia; Pediatria; Otorino Radiologia Psichiatria Anestesia. Ottimi medici, in gran parte Augustanesi, hanno prestato con dedizione ed impegno la loro opera. Oggi il nostro Ospedale con la riforma del 1995 ha subito una decurtazione di posti letto e il trasferimento di parecchi reparti ad altri Ospedale.
In occasione dell’inaugurazione del nuovo Ospedale gli eredi di Giuseppe Muscatello, presenti alla manifestazione, hanno offerto un cospicuo contributo. Questa manifestazione di legame affettivo dei figli del Senatore Muscatello verso l’istituzione Ospedaliera, intitolata col nome del nonno, è avvenuta in maniera del tutto riservata e senza clamore pubblicitario caratteristico dei nostri tempi.
L’ Amministrazione Comunale di Augusta ha intitolato al nome del Senatore Giuseppe Muscatello una via nella zona Paradiso.
Morì a Catania il 1 Agosto del 1951 i funerali si svolsero nella chiesa della Collegiata in Via Etna a due passi dell’Università, dove la salma sostò per pochi minuti prima di essere trasportata al Cimitero.
Per disposizione espressa dell’estinto, le funzioni funebri si svolsero in forma modesta e senza corteo.
Alla notizia della sua morte, i giornali cosi si espressero: “La sua vita, il suo carattere, la dirittura morale dell’uomo, la riservatezza, l’amore per i famigliari, l’attaccamento alle sue radici, fanno si che con Giuseppe Muscatello si spegne una luce che illuminò quasi per un secolo di storia la Chirurgia Italiana; scompare un uomo che seppe profondere i tesori di cui era dotato, nulla ricevendo per sé, se non la gioia del bene fatto”.
Commenti personali:
Nel descrivere la figura di Emanuele e Giuseppe Muscatello ho menzionato altri illustri personaggi che hanno onorato è degnamente rappresentato la loro Città.
Dopo Giuseppe Muscatello; Orso Mario Corbino ; Epicarmo Corbino, la Città di Augusta non ha avuto altri deputati Nazionali che hanno fatto gli interessi della Città. Oggi noi Augustani siamo, come nell’opera del Nabucco di Giuseppe Verdi, un popolo oppresso e deriso che vuole e deve riacquistare dignità per liberarsi da quell’onta che l’opprime e l’offende “Amministrazione Comunale sciolta per Mafia “
Mi sono chiesto cosa significhi amare la propria Città: viene spontaneo amare i propri genitori perché mi hanno generato, amare i propri figli perché li ho generati. Ma amare la propria Città, è solamente affetto per gli amici e i parenti che ci abitano. E’ semplicemente desiderio di avere un luogo dove si vive?
Mi piace ciò che fanno molti nostri concittadini. Pur vivendo, di solito per motivi di lavoro, in altre Città d’Italia o fuori Italia, non mancano di parlare bene della loro Città. Hanno sempre il desiderio di rivederla.
Quanto fa in concreto una persona quando ama la propria Città?, in che modo si estrinseca questo amore?. La Città è di ognuno di noi, ognuno deve sentire la responsabilità del suo stato. Ogni Augustano deve rimboccarsi le maniche affinchè Augusta ritorni quella che è stata nel passato.
Amare la propria città significa anche amare le proprie radici, la propria storia, la propria vita. Significa sentirsi parte di una casa più grande, avere sulle spalle le tradizioni che vengono dalla storia della città, e desiderare con tutto se stesso la crescita e la bellezza di questa casa, sentirsi soprattutto cittadini.
Augusta non mi ha dato i natali, essendo nato a Catania, ma mi ha adottato formandomi sia come uomo che professionalmente. Mi ha dato tutto: famiglia, lavoro, casa, amici. E’ la mia città che amo profondamente e che rimane bellissima nel mio cuore e nei miei ricordi di gioventù.
Carmelo Addia
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