22 Febbraio 2021
Pubblichiamo una sintesi della lezione tenuta lunedì 22 febbraio 2021 dal dr. Francesco Cannavà, sul tema “Come ci ha cambiati la pandemia”.
Partendo dal fatto che la pandemia non è ancora stata debellata, facciamo il punto sui risvolti psicologici e sociali che il COVID 19 sta evidenziando sugli Italiani.
Occorre premettere che l’uomo si adatta continuamente all’ambiente e ciò vuol dire che siamo predisposti naturalmente, ma ciò che le precedenti pandemie hanno insegnato è che la natura umana domina sempre, talvolta anche sulla ragionevolezza e quindi spesso l’insegnamento del passato non garantisce la durevolezza delle buone prassi sviluppate durante le epidemie, quali igiene, attenzione, investimento sulla salute pubblica, sulla scienza ecc…
Oggi siamo più globalizzati, iperconnessi e più distanti, diffidenti e stanchi.
La distanza obbligata e l’isolamento hanno costretto tutti, anche le generazioni meno giovani ad adattarsi all’utilizzo della tecnologia e della rete: per lavorare, studiare, rimanere in contatto con gli affetti, per informarsi.
Ciò ha cambiato ritmi e abitudini. Ma sappiamo che questo è un cambiamento reversibile, alla fine dell’emergenza.
Abbiamo subito i “danni da CATTIVA COMUNICAZIONE” che genera confusione, ansia, atteggiamenti individualistici, reazioni di massa.
La massa ha comportamenti funzionali ed efficaci solo quando domina il senso di appartenenza al gruppo, al popolo. Ciò innesca cooperazione, altrimenti dominano disgregazione e individualismo.
Le principali conseguenze psicologiche attuali sono: INCERTEZZA – VULNERABILITÀ.
Su cui influisce il FATTORE PERSONALITÀ: INTROVERSIONE – ESTROVERSIONE, nello sviluppo di una serie di sintomi statisticamente molto aumentati in conseguenza della pandemia:
Ansia: determinata dal clima di incertezza e dalla caratteristica di invisibilità del virus;
Panico: in soggetti predisposti a causa di fragilità emotiva e reti sociali poco funzionali;
Depressione: come prodotto dell’adattamento alla privazione mediante la rinuncia alle routine strutturanti della vita;
Disturbo ossessivo compulsivo, come risposta ad un bisogno di controllo sull’ambiente considerato pericoloso;
Disturbi del ritmo sonno-veglia: causati dall’alterazione dei ritmi di vita indotti dal lockdown;
Burnout lavorativo: dovuto al telelavoro o smart working e all’incertezza sul futuro professionale;
Disagio scolastico e deficit di apprendimento: dovuti alla DAD, oggi Didattica Digitale Integrata;
Disturbo Post Traumatico da Stress: in chi è stato colpito direttamente o indirettamente dalla malattia;
Abuso di sostanze in chi ne faceva uso;
Lutto per chi ha perso un congiunto, legato anche all’impossibilità di stare con l’infermo nella fase terminale;
Colpa e stigma in chi ha contagiato familiari o conoscenti;
Disagio morale negli operatori sanitari: nell’incapacità di salvare alcuni pazienti e nella paura di contagiare i propri familiari.
CONSEGUENZE SOCIALI:
Sono emerse le problematiche relazionali sommerse a causa della convivenza forzata:
Crisi della coppia
Violenza domestica e abusi sui minori
Uso della tecnologia imposto da scuola, lavoro, comunicazione, relazione sociale
Abuso della tecnologia: utilizzo precoce, dipendenze, frodi, alterazione delle relazioni sociali tra i giovani
“Sindrome della capanna” negli adolescenti
I disabili pagano l’impreparazione del paese con la riduzione dei sostegni necessari, basti pensare alla scuola a distanza per un autistico o un alunno con ritardo cognitivo.
Delega alle famiglie di funzioni educative, scolastiche, di sostegno per cui non sempre si è preparati. Crisi della famiglia.
Ciò su cui oggi si può contare è la volontà di ritrovarsi fondata sul bisogno di appartenere ad un popolo, più consapevole, più prudente, che freme per ritrovare il calore che nutre l’animo umano e che passa attraverso il contatto.
Dr. Francesco Cannavà
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