Cannava_S_mini_2024Pubblichiamo la sintesi dell'incontro di Psicologia sul tema "Aspetto psicologico della vita familiare" tenuto giovedì 14 novembre 2024 dal Presidente Unitre Augusta, dr. Salvo Cannavà.

Non c’è azione umana che non abbia una sua valenza psicologica. Ergo, è basilare un minimo di preparazione psicologica. Al fine di ottimizzare l’impatto empatico col familiare di cui ci si prenderà cura o solo per una civile convivenza.

Goal Setting: la formazione degli obiettivi

         Prefiggersi delle mete non è nuovo per ogni essere umano ma, a volte, capita che non si sappia come fissare gli obiettivi, “ben formati”. Ci possiamo trovare di fronte ad obiettivi vaghi, discordanti, non stimolanti, indirizzati male, oppure troppo ambiziosi e quindi irraggiungibili.

La comunicazioneImmagine_WhatsApp_2024-11-14_ore_21.17.35_cf2cdcd3

Obiettivi per una comunicazione efficace:

1 - Migliorare la comprensione del processo di comunicazione

2 -  Divenire consapevoli degli ostacoli riguardo alla propria capacità di comunicare.

3 - Esaminare come poter inviare messaggi con empatia

4 - Considerare l'importanza di ascoltare attivamente

5 - Informarsi circa le comunicazioni non verbali

Come si dovrebbe ascoltare? Ecco qualche suggerimento

1       Affrontate il vostro interlocutore (parente, amico od altro) con lealtà

2        Assumete una posizione aperta

3        State vicini al vostro interlocutore

4        Guardatelo diritto negli occhi

5         Rilassatevi

6        Ascoltate con empatia. Cercate di capire il vissuto di chi vi sta di fronte, le sue esigenze ed aspettative

7        Ascoltate con serenità. Non valutate o giudicate prima del tempo.

8        Siate preparati mentalmente all'ascolto.

 

Immagine_WhatsApp_2024-11-14_ore_21.15.20_93d754abGestione del conflitto

         Quando un familiare o l'azione che essa/o compie, previene, ostacola o interferisce con il nostro scopo o le nostre azioni, è probabile che nasca un conflitto.

         David Johnson ha descritto 5 varietà di conflitti; cercate di riconoscere lo stile di conflitto in cui, normalmente, vi rispecchiate.

IL LASCIOPERDERE: crede che esso sia inutile nel risolvere il problema.

IL PREVARICATORE: egli cerca di imporre all'altro, visto come “avversario”, la sua soluzione al conflitto.

L'AMICHEVOLE: tende ad abbandonare la sua meta quando incorre in un conflitto

L'ACCOMODANTE: si interessa a raggiungere tutte e due le mete, almeno in parte.

IL GIUSTO: valuta attentamente il suo scopo, quello dell'altro. Egli è soddisfatto solo quando riesce a raggiungere sia la sua meta che quella dell'altro; e quando il rapporto esce rinforzato.

Soluzioni da adottare nel caso di una comunicazione difficile.

Metacomunicazione. Osservate i vostri interlocutori mentre parlano con voi, cercate di cogliere eventuali elementi di imbarazzo, timidezza, ostilità;

Gioco. Ricordate sempre di inserire degli elementi di rasserenamento nelle vostre comunicazioni.

Humour. Siate sempre disponibili ad una battuta di spirito: essa allenta la tensione dovuta a qualche situazione particolarmente delicata.

Cambiamento. Quando vi accorgete che, nonostante tutti i vostri sforzi non riuscite a sbloccare una situazione con un interlocutore, provate a ribaltare completamente il vostro piano d’azione e a mettere in atto una diversa strategia comunicativa.

Il Self – talk. Per Self-talk si intende quel meccanismo mentale che permette di parlare silenziosamente a noi stessi; possiamo chiamarlo anche “dialogo interno”.

 

CONSEGUENZE DELLO STRESS ELEVATO

Ø    Calo delle difese immunitarie; Alterazione dell’"ACTH" (Ormone Adrenocorticotropo che stimola la produzione di cortisolo. Il cortisolo è un ormone steroideo importante per la regolazione del metabolismo di glucosio, proteine e lipidi, per la soppressione della risposta del sistema immunitario e nel mantenimento della pressione sanguigna); "TSH" (ormone che costituisce solo una parte del complesso meccanismo di regolazione sanguigna dei due ormoni tiroidei: il T4 (tiroxina) e il T3 (triiodotironina); "LH» (ormone luteinizzante, ovvero un ormone secreto dall’adenoipofisi che ha la funzione di regolare le gonadi); "FSH» (ormone follicolo - stimolante, sintetizzato dall’adenoipofisi, che ha la funzione di stimolare l’ovulazione nella donna e la spermatogenesi, formazione di nuovi spermatozoi, nell’uomo); ecc.; Impoverimento del sodio e potassio. Essenziali per l'assunzione ed il deposito di Noradrenalina (funzione cardiovascolare. Ben nota è la sua capacità di aumentare frequenza e contrattilità cardiaca, innalzando la pressione arteriosa per vasocostrizione arteriolare cutanea, genitale, vegetativa e renale), e di Seretonina (o “ormone del buon umore”); Può alterare la qualità della percezione visiva e la capacità di concentrazione, specie notturna, nonché la composizione della miscela lacrimale ed i tempi di risposta alle varie stimolazioni; congiuntiviti; ecc.; Restringimento del Campo Visivo; Ipertensione endoculare (Glaucoma); Problemi dermatologici & Gastroenterici; Ridotte difese verso allergie e sensibilizzazioni alimentari ed ambientali;  Elevata irritabilità; Problemi cardiocircolatori; Dolori articolari; Stipsi o Diarrea; Ed altro

I TRE CERVELLI DEL CORPO UMANO

 

1) Quello «COGNITIVO», ubicato nella scatola cranica; 2) Quello «EMOTIVO», ubicato nel plesso solare (cuore); 3)Quello «SOMATICO», ubicato nel plesso addominale (stomaco, apparato urogenitale)

Ansia familiareImmagine_WhatsApp_2024-11-15_ore_06.14.05_8e845525

Esistono due principali tipi di ansia, l’ansia cognitiva e l’ansia somatica.

l’ANSIA COGNITIVA è la componente mentale, che si manifesta attraverso preoccupazioni, pensieri ed immagini spiacevoli, distrazioni, aspettative di fallimento e autosvalutazione, ecc.

l’ANSIA SOMATICA è la componente organica che si manifesta attraverso l’incremento della frequenza cardiaca, dispnea, sudorazione, tensione o ipotonia muscolare, poliuria, stipsi, calo del desiderio, generalizzati malesseri di varia entità, ecc.

         L’individuo è assolutamente in grado di sostenere una esposizione di breve durata allo Stress ed all’Ansia, ma ha maggiori difficoltà a sostenere una esposizione prolungata ad una pressione intensa. Inoltre, individui diversi possono reagire differentemente a situazioni simili e lo stesso individuo può reagire diversamente di fronte alle stress situazioni in momenti diversi della propria vita.

ANCORA SULLA COMUNICAZIONE IN FAMIGLIA

         Se i vostri interlocutori sono bambini tranquillizzateli, mantenete il contatto visivo posizionandovi in modo che il vostro viso sia allo stesso livello degli occhi del piccolo.

         Se l’interlocutore è adolescente, ricordate che i notevoli mutamenti che caratterizzano dal punto di vista fisico o psichico questa fase della vita richiedono particolare attenzione e tatto.

         Gli anziani: La relazione con questi soggetti può essere condizionata anche dalla presenza di deficit fisici, sensoriali, psichici (demenza senile) o atteggiamenti persino provocatori (… stinnicchi!).

+

         Se il familiare è cieco mantenete un costante contatto fisico e verbale. Usando un normale tono della voce (è cieco, non sordo).

         Se è sordo trovate una modalità dì comunicazione adeguata scrivendo o usando gesti. Talvolta, può leggere le labbra di chi parla

Se il familiare è disabile, fisico o mentale, il nostro impegno richiederà maggiore disponibilità al confronto. Rammentando che noi possiamo e dobbiamo capirlo. Lui, spesso, non può. … E se non vuole è perché ha bisogno di una maggiore attenzione. Comportati con Lei/Lui come, un giorno lontano, vorresti che altri familiari si comportassero con te…

Immagine_WhatsApp_2024-11-15_ore_06.14.05_9c14a074Considerazioni

         Al fine di ottimizzare la nostra «Comunicazione», è necessario chiedersi: a) Sono disposta/o a mettermi in discussione nel rapporto biunivoco col familiare in questione? b) Quello che sto per fare porterà beneficio al familiare? c) E’ utile il dialogo che stiamo per affrontare? d) Sono nelle giuste condizioni psicofisiche per dialogare pazientemente e senza pregiudizi? f) Sono in grado di riconoscere eventuali mie discrasie nell’atteggiamento con l’altra/o? g) Il mio rapporto con l’altra/o è sufficientemente empatico?

Al di là di quanto detto finora, ricordiamoci che anche noi facciamo parte del nucleo familiare. Ergo, al di là di ogni considerazione sul rapporto con gli altri, impariamo a prenderci cura anche di noi stessi. Dedichiamoci anche solo un quarto d’ora al giorno, estraniandoci dal restante contesto. Ritroviamo confidenza col nostro corpo. Proviamo ad amarci. Allontaniamo le ragioni di stress inutile, che non ci riguardano personalmente, direttamente. Impariamo a valutare meglio il valore che attribuiamo agli stimoli esterni. Leggiamoli in chiave positiva e propositiva e non criticamente disfattista. Riscopriamo il culto ed il valore dell’”insieme”.

         Le brevi note che abbiamo sviscerato fin qui non vogliono insegnarvi nulla. E non hanno alcuna pretesa in proposito.      Mi auguro solo che vi abbiano fatto comprendere meglio alcune delle dinamiche familiari nelle quali ognuno di noi è immerso, sin dalla nascita. In una formulazione temporale circadiana. Bambino (accudito), adolescente (irritante, frustrato e mal compreso dalla famiglia e dal mondo intero…), giovane adulto (in piena evoluzione esistenziale; senza una precisa collocazione sociale e, di conseguenza, familiare), adulto maturo (caricato di oneri economici, sociali, esistenziali, relazionali, familiari, mamma o papà), anziano (non più giovane, non più mamma o papà, ma nonna o nonno; più o meno utile in famiglia), molto anziano (bisognoso di “cure”, non solo fisiche ma anche di congrue attenzioni affettive e psicologiche), il cerchio si chiude, ritornando bambini…

Grazie per l’attenzione e buona Famiglia a tutti

                                                                                               S. Cannavà

(vedi curriculum e altri incontri con il Dott. Salvatore Cannavà)

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