carrabino_devote_00Pubblichiamo una sintesi della lezione tenuta lo scorso lunedì 28 gennaio 2019, presso l’Aula Magna del II Istituto di Istruzione Superiore “Gaetano Arangio Ruiz”, da Giuseppe Carrabino, residente della Società Augustana di Storia Patria, sul tema “Stampe devote del popolo di Augusta”.

Un tema inedito – come ha voluto rammentare il relatore – proposto in anteprima appositamente per i Soci UNITRE e che sarà oggetto di pubblicazione sul numero 2 – 2018 del Bollettino della Società Augustana di Storia Patria in distribuzione dalla seconda decade di febbraio.

Carrabino ha introdotto la sua relazione con una citazione di Giuseppe Pitrè, folklorista e medico palermitano che ha dedicato la sua esistenza alla raccolta, lo studio e la pubblicazione delle tradizioni popolari. Fu proprio Pitré a presentare una prima selezione di stampe devote, meglio note nella cultura popolare, come santuzzi. Si tratta – come riferisce Antonino Buttitta - di “figure da guardare non per esorcizzare la realtà o evaderla, ma per recuperare la storia, la nostra storia”.

In effetti, la selezione di stampe devote oggetto della relazione di Carrabino è riferibile al “sentire” il sacro del popolo di Augusta con immagini che rimandano ai culti e alle devozioni praticate nella città e nel territorio.

Si tratta di stampe ricavate da lastre di rame incise, detti clichèts che permettevano una maggiore durata rispetto alle antichi matrici in legno che si usuravano con maggiore frequenza.

Le più antiche sono state stampate con torchi rudimentali, solo successivamente si diffuse la stampa tipografica anche per fronte alle continue e pressanti richieste della committenza che richiedeva sempre maggiori quantità di quelle immagini codificate nel tempo e riproposte immutate con i medesimi motivi narrativi.

In Sicilia centri di grande produzione furono Messina, Palermo e Catania con rinomati pincisanti o stampa santi professionisti. La “santa” o stampa devota, veniva poi custodita ed esposta con somma venerazione in quanto ritenuta efficace contro particolari malattie o per finalità magico-sacrali. Queste immagini erano presenti in gran quantità nelle case di agricoltori, pescatori, salinari, cretari, carrettieri, tramazzatori di vino ed affisse sul capezzale o sul comò accanto alle statue in cera della Vergine o del Bambino, disposte – come riferisce Luigi Lombardo - secondo un ordine quasi gerarchico con particolare riguardo per il Cristo, la Vergine e a seguire i diversi Santi.

Agli stampa-santi siciliani del XVIII secolo seguirono nel corso dell’Ottocento gli stampatori napoletani F. Apicella, F. Scafa, G. Scafa, F. Altavilla e altri anonimi artisti della litografia Trinacria, tutti operanti nella strada S. Biagio dei librai. Si deve a questi artisti la notevole produzione di litografie di medio e grande formato con la raffigurazione di immagini destinate nei piccoli e grandi centri d’Italia e nelle regioni meridionali in particolare. Immagini della Vergine invocata sotto molteplici titoli, quali Annunziata, Immacolata, del Rosario, del Soccorso, del Suffragio, degli Ammalati o Libera Infermi. Immagini di Gesù e Maria o quelle dei Santi maggiormente venerati quali S. Giuseppe, S. Francesco di Paola, S.Vito, S.Biagio e S.Michele. A queste stampe si affiancarono progressivamente produzioni prettamente locali che, per la nostra città di Augusta, sono documentate sin dai primi decenni dell’Ottocento.

Tra i nomi degli incisori locali emergono quelli degli scultori Carmelo e Gaspare Roggio, anche se l’indagine ha permesso di identificare un altro nominativo, quello di Salvatore Stagnaro, autore, quest’ultimo, di una stampa relativa a “San Sebastiano Martire che si venera nella Parrocchiale Chiesa di Augusta”.

Relativamente alle matrici è stato rinvenuto un esemplare datato ai primi decenni del Novecento (oggi custodito nella Chiesa delle Anime Sante) finalizzato alla stampa tipografica delle fuuredde di Maria SS. Odigitria a cura della Confraternita dei Contadini, Giardinieri e Salinari.

La raccolta di stampe esaminata analizza opere provenienti da diversi fondi o collezioni private ma volutamente sono state presentate solo quelle riferibili a culti e devozioni praticati in città e nel territorio con esclusione di quelle provenienti da altri centri della Sicilia.. 

Per quanto riguarda le stampe mariane, occorre rammentare che, oltre a quelle di produzione locale, sono stati rinvenuti esemplari provenienti da tipografie siciliane o delle più rinomate napoletane, ma pur sempre distribuite nelle nostre chiese in occasione delle festività.

carrabino_devote_30Secondo uno schema ricorrente in gran parte del Meridione e della Sicilia in particolare, le stampe mariane rammentano i prodigi, che hanno determinato non solo la diffusione del culto ma addirittura la costruzione del Santuario. Nel caso di Augusta sono state individuate ben due stampe  riferibili al culto praticato nelle Grotte del Greco, dove sin dal III  secolo d.C. si venera una vetusta immagine di Maria SS. Mater Adonai, nel luogo ritenuto verosimilmente il più antico santuario mariano in Sicilia.

La prima stampa potrebbe essere riferibile a Gaspare Roggio in quanto la cornice ovale, che racchiude l’immagine, è identica ad altre stampe dove invece è chiaramente riportato il nominativo del predetto autore.

carrabino_devote_31Altre stampe mariane sono quelle della Madonna dei Poveri, Nostra Signora della Soledad, l’Immacolata, la Vergine del Rosario e Nostra Signora del Soccorso.

Inedita è la stampa di Gesù e Maria incisa da Gaspare Roggio che richiama lo schema iconografico affermatosi in seguito alla visione avuta dal sacerdote messinese padre Antonio Fermo, e dallo stesso raccontata al pittore Gaspare Camarda che la tradusse in immagine. Potrebbe trattarsi dello stesso soggetto riprodotto nella grande pala dell’altare maggiore andata perduta durante l’ultimo conflitto mondiale.

Ben quattro stampe sono state illustrate sul patrocinio di San Domenico, venerato quale patrono e protettore della Città, secondo la tradizionale iconografia prettamente locale che intende esaltare il ruolo di difensore e liberatore dall’oppressione ottomana.

Inerenti al culto di San Sebastiano, venerato quale protettore dell’Università Comunale, oltre la stampa firmata da Salvatore Stagnaro è stata rinvenuta altra immagine non propriamente locale ma diffusa in passato durante i festeggiamenti esterni di gennaio.

carrabino_devote_34Relativamente a San Giuseppe, le stampe rinvenute sono databili ai primi del Novecento e riproducono la fotografia del settecentesco simulacro.

La stampa raffigurante il SS. Sacramento solennemente esposto per l’adorazione Eucaristica è una di quelle immagini che venivano veicolate durate le Quarantore, che si tenevano in ogni chiesa in determinati periodi dell’anno.

Nel novero delle stampe devote si inserisce a pieno titolo la Benedizione di S. Francesco e la  Bolla della Santissima Crociata che fu istituita nel 1497 per finanziare le crociate e, in epoca successiva, le guerre contro i Turchi. La Bolla veniva recata in solenne processione nelle Domeniche Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima. Ad Augusta la processione aveva inizio dalla Chiesa Madre e veniva aperta dalla Bolla secondo un cerimoniale indicato annualmente da precise disposizioni impartite dalla Gran Curia Vescovile e diffuse con apposite Lettere Diocesane.

carrabino_devote_33Tra i “fogli” volanti contenenti pie pratiche ad uso domestico è stato rinvenuto un esemplare recante in intestazione “Giaculatorie e Fioretti ossiano preghiere ed atti di virtù da praticarsi nel mese di Maria. Trattasi di un documento che rammenta l’antica tradizione della Chiesa di consacrare il mese di maggio alla devozione per la Vergine.

Di particolare interesse un raro Signum adimpleti Praecepti datato 1790 preziosa testimonianza dei secoli scorsi e soprattutto dell’avvenuto adempimento ad un importante precetto della Chiesa.

Il relatore ha concluso presentando una piccola fuuredda di produzione napoletana raffigurante  S.Caterina d’Alessandria, titolare della chiesa eponima scomparsa che sorgeva in via Principe Umberto annessa al Monastero delle Benedettine.

Questa prima elencazione – come ha ribadito Carrabino - non ha affatto alcuna finalità esaustiva e vuole essere motivo di sprone per ulteriori ed approfondite ricerche nelle chiese e nelle case delle nostra Augusta al fine di aggiungere altre matrici e stampe devote non ancora individuate.

Giuseppe Carrabino.

(Vedi gli altri incontri in Aula Magna con Giuseppe Carrabino)

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