26 Gennaio 2022
Pubblichiamo una sintesi della relazione esposta dal dr. Giuseppe Caramagno, Presidente Emerito, Lunedì 24 gennaio 2022 presso l'Auditorium "Giuseppe Amato".
Benvenuti e un caloroso saluto a ciascuno di voi!! Grazie della vs. presenza.
Vi invito cortesemente a mettervi in piedi per recitare, insieme a me, la preghiera ufficiale che abbiamo adottato per la ns. associazione.
“Preghiera semplice di san Francesco di Assisi.” (capirete dopo perché)
Vi confesso che, quella di questa sera, la vivo come una serata particolare, che certamente ricorderò.
Senza che nessuno si rammarichi, ritengo che la maggioranza di noi possa tranquillamente affermare, con il grande Dante, di avere superato la “metà del cammin di nostra vita!!!”. Personalmente sono già ben oltre i miei tre quarti di tale cammino.
Consentitemi adesso di invitare, provocatoriamente, ciascuno di voi, in questa fase della vita, a porsi la seguente domanda:
“Alla mia età trascorro senza ansie, senza affanni, con serenità e relativa gioia la mia vita di ogni giorno con tutti i problemi che essa comporta?”
Se qualcuno di voi si sentisse di testimoniare circa la serenità raggiunta in questo mare tempestoso della vita, può benissimo alzare la mano e brevemente farci conoscere come l’ha conseguita.
Il vostro silenzio non mi sorprende.
Questa mia conversazione vuole essere un saluto di congedo, dopo ventitrè anni di vita attiva con la Sede locale Unitre, nata come iniziativa del Rotary club di Augusta, durante l’anno della mia presidenza.
Essa vuole altresì essere una “mia confessione a cuore aperto” per manifestare a voi soci. Miei carissimi compagni di classe, ciò che mi ha guidato e sorretto circa quanto realizzato e per raggiungere ulteriori obiettivi.
Congedandomi da voi da presidente, desidero testimoniarvi mie intime riflessioni e convinzioni che, con l’Unitre, impegnandomi nel mio ruolo, mi hanno consentito di “vivere a colori”.
Dicevo che considero questa una serata particolare proprio perché, superando la mia indole, condividerò con voi ciò che mi ha consentito di rispondere positivamente a quella inquietante domanda.
Sì, da almeno quindici anni, grazie all’impegno con l’Unitre e alle molteplici attività della ns. associazione, “ho vissuto e vivo a colori”, cioè nella relativa gioia e serenità, la mia vita di ogni giorno, con tutti i problemi che essa comporta.
Umilmente, avendolo sperimentato sulla mia pelle, ritengo che tutti, se lo vogliamo, possiamo essere in grado di rispondere positivamente a quella domanda, e quindi “vivere a colori” se viviamo da uomini “liberi” e “completi”, cioè da essere umani composti da corpo, mente e spirito o anima.
Come già detto in altre circostanze, 25 anni fa, prossimo alla mia vita da pensionato, venuto a conoscenza della esistenza delle sedi locali dell'Associazione nazionale dell'Unitre di Torino, fui affascinato dalla lettura di un pensiero sintetico della fondatrice nazionale, defunta Prof.ssa Irma Re, espresso in un suo articolo dal titolo "Unitre: progetto di vita".
Fui affascinato altresì dalle finalità e dalle attività che venivano sancite nello statuto dell'Ass.ne Naz.le e che, dovevano essere codificate negli statuti delle autonome, ma associate, sedi locali.
Infatti, l'art.3 del nostro statuto sancisce le dette finalità e attività, quale Sede locale. Per brevità cito solamente le prime; esse sono: formare; informare; fare prevenzione nell'ottica di una educazione permanente, ricorrente e rinnovata e di un invecchiamento attivo; promuovere la ricerca; aprirsi al sociale e al territorio; operare un confronto ed una sintesi tra le culture delle precedenti generazioni e quella attuale al fine di realizzare una "Accademia di Umanità" che evidenzi "l'Essere oltre che il Sapere";
Già le finalità e i contenuti espressi, da prossimo pensionato, mi sembravano consoni al mio obiettivo di cercare un nuovo modo, di rendere un servizio alla città per concittadini ultrasessantenni desiderosi di Cultura e orientati a privilegiare in loro l’Essere rispetto all’Avere. Per tale iniziativa, speravo di coinvolgere, quali “donatori di parte del loro tempo e sapere”, numerosi qualificati e generosi professionisti locali e non. Dopo il primo anno sperimentale, e dopo avere constatato l’entusiasmo degli “alunni”, di non giovane età, la serietà e l’impegno dei docenti, e la disponibilità collaborativa di diversi soci, oltre che del direttivo, fui indotto a perseverare nell’iniziativa.
Già le finalità e i contenuti espressi, da prossimo pensionato, mi sembravano consoni al mio obiettivo di cercare un nuovo modo, di rendere un servizio alla città per concittadini ultrasessantenni desiderosi di Cultura e orientati a privilegiare in loro l'Essere rispetto all'Avere.
Per tale iniziativa, speravo di coinvolgere, quali "donatori di parte del loro tempo e sapere", numerosi qualificati e generosi professionisti locali e non.
Considerati i miei studi e il mio curriculum da bancario e da libero professionista, mi sentivo quasi impreparato a tradurre in pratica i contenuti sanciti all'art. 3 detto.
Decisi comunque di impegnarmi al meglio, nei miei limiti, per tentare di realizzare e vivere “l’avventura Unitre in Augusta”, cercando di perseguire gli obiettivi statutari. Per quanto cosciente che la mia preparazione culturale fosse di natura ragioneristica ed economica, e quindi non adeguata, mi confortava l’esperienza lavorativa acquisita in ambiti professionali diversi con funzioni di responsabilità fin da giovanissimo, in ambito bancario, finanziario, da consulente tributario e aziendale di piccole e medie imprese a livello provinciale.
Di tale curriculum vi risparmio i dettagli. Dico semplicemente che, con piacere, da poco più di venti anni, da autodidatta, mi sono dedicato a studi su temi di sociologia, antropologia, arte della vita, spiritualità, dottrina sociale della Chiesa cristiana cattolica e di diverse encicliche e lettere apostoliche dei papi, da Pio IX a papa Francesco, come pure di attente letture di pubblicazioni di noti teologi con successive lauree in filosofia, psicologia e psicoterapia e con numerosi pubblicazioni, tradotti in varie lingue.
Ritengo che, grazie all’Unitre, abbia così arricchito il mio bagaglio culturale e umano e che, circa il miglioramento della mia personalità abbia anche influito, dal 1990 al 2020, l’appartenenza e formazione ricevuta e data, da responsabile alla formazione per sei anni, presso l’Ordine secolare dei Carmelitani Scalzi di Villasmundo. Tale mio percorso di vita, è stato il substrato ideale e morale per il costante impegno profuso nella nostra associazione, dalle quale ho quindi molto ricevuto, in termini di crescita in “Umanità” e “Solidarietà”.
Sapete bene che da presidente mi sono congedato, nell’ Assemblea del 25 novembre scorso per il rinnovo triennale delle cariche sociali, dopo 23 anni ininterrotti di presidenza, grazie alla vs. stima e affettuosità delle quali, di cuore, vi ringrazio.
Per tale mio congedo vi leggo, quanto ho scritto: “Quella che sto vivendo, è un'ora densa di sentimenti e carica di emozioni. È come se due compagni di viaggio, dopo tanto cammino fatto insieme, dopo aver condiviso per anni, gioie e dolori, fossero costretti a separarsi. Guardando piuttosto a questi anni vissuti con Voi, mi sento il cuore ricolmo di gioia e di gratitudine. Gioia e gratitudine per quello che, secondo la mia convinzione, non il caso, ma lo Spirito Santo, ci ha dato di realizzare insieme. Ho citato lo Spirito Santo per quanto dirò in seguito, quale personale testimonianza e condivisione di vita.
Tra lentezze e ritardi, tra difficoltà e fatiche, ma con tanti validi collaboratori, questa nostra Unitre è cresciuta. Senza ingenui ottimismi, potrei affermare che un discreto cammino è stato fatto. Avrei voluto fare di più e meglio, ma ho la coscienza di aver lavorato con amore, entusiasmo e a tempo pieno. C'è una gioia che mi accompagnerà sempre dilatando il mio cuore: quella di aver conosciuto tante persone eccezionali, semplici, umili, di buona volontà, ricche di competenze in settori professionali e culturali diversi, di umanità, di creativa e operosa fantasia; persone con le quali ho costruito rapporti di cordialità, di collaborazione, di amicizia; persone che mi hanno arricchito, stimolato, sostenuto. Con intimo stupore ho visto crescere il numero dei soci, degli amici dell’associazione e della credibilità della stessa nei vari ambiti della vita civile, sociale, militare e professionale della città. In particolare, viva commozione ha destato in me il credito riscosso dalla nostra Sede locale dalla fondatrice della Unitre italiana, la deceduta Prof.ssa Irma Re, e dal suo successore, docente universitario, Prof. Gustavo Cuccini, presente alla celebrazione del nostro ventennale, congiuntamente ai due delegati regionali presso il consiglio nazionale, la Prof.ssa Pina Lisi Guccione e il Prof. Franco Castello. Così pure il credito riscosso dalla pubblica amministrazione cittadina che ha definito la nostra associazione come istituzione morale cittadina, dalle istituzioni scolastiche cittadine, e dal Kiwanis club di Augusta che ci ha conferito il prestigioso “Award, Premio speciale per l’impegno nel Sociale” per l’anno kiwaniano 2014/2015.
Desidero cogliere quest'occasione per ringraziare tutti e ciascuno: volutamente non faccio nomi per brevità dei tempi e per evitare di commettere dimenticanze. Ma proprio adesso, e non alla fine di questa conversazione, consentitemi di ringraziare, in modo particolare e speciale la mia carissima moglie, Franca. La ringrazio per tutto ciò che ha rappresentato in 55 anni di matrimonio e rappresenta ancora per me e per tutta la mia famiglia; e per quanto fatto per l’Unitre di Augusta.
Gioia umile e grande mi ha procurato l'impegno serio ed esigente nei confronti dei soci tutti: gli attuali, i succedutisi nel tempo e ancora tra noi viventi, i deceduti che, presenti nell’eternità fanno ancora parte della nostra associazione e, quelli di loro che, invisibilmente, potrebbero essere presenti tra noi e ci seguono. Tutto questo, e di tante altre cose che la necessaria brevità mi impedisce di sottolineare, rendono bello il volto della nostra Unitre locale.
Chiedo perdono per tutte le volte che non sono stato all'altezza delle situazioni e delle vostre attese; perdono per le delusioni e per le sofferenze che, vi assicuro involontariamente o per il bene dell’associazione, ho potuto causare in qualcuno; perdono per i miei difetti e manchevolezze, che hanno potuto costituire cattivo esempio di vita.
Ovviamente, al mio validissimo vice da sei anni, e nostro eccellente docente da oltre quindici, Dr Prof. Salvatore Cannavà, neo eletto presidente, psicologo di comprovata esperienza e competenza, unitamente ai soci componenti il direttivo di tutto rispetto, formulo fervidi auguri di buon lavoro alla guida anche del nostro sodalizio, nella convinzione che farà meglio di me, dato il pregresso esistente, la sua professionalità e non comune esperienza di cofondatore e alla guida di prestigiosi associazioni onlus.”
Dopo quanto detto, circa il mio sentire di questa sera per il saluto di congedo da presidente, riprendo la conversazione. Posso garantirvi che, con il dovuto impegno, relativamente facile è stato diffondere la Cultura all’interno dell’associazione, mediante gli incontri culturali bisettimanali in aula nelle varie discipline del sapere umano con la gratuita disponibilità di tanti professionisti della città e non, di soci e di componenti del direttivo.
In me, le perplessità maggiori nella diffusione dei valori “Umanità” e “Solidarietà”, originavano da due verbi, “formare” e “informare”, sanciti proprio all’inizio del citato Art. 3.
Essi, molto chiari e densi di significato, non si prestavano e non si prestano a nessun equivoco. Dovevo procedere ad una costante azione di formazione ed informazione verso i soci e all’esterno dell’associazione per diffondere la cultura dell’“Umanità” e “Solidarietà”. Quindi, in modo quasi costante, durante gli anni di presidenza, mi sono adoperato per escogitare idee, iniziative e soluzioni da proporre al direttivo, con programmi di breve, medio e lungo termine, per privilegiare la cultura “dell’essere” rispetto “all’avere” in ciascun socio, e come associazione, suscitare o risvegliare, sia all’interno di essa che verso la cittadinanza, maggiore attenzione verso la cultura “dell’essere”.
E non meno impegnativi per me sono stati alcuni altri punti del citato Art.3, e cioè: aprirsi al sociale e al territorio; contribuire alla promozione culturale e sociale degli Associati mediante l’attivazione di incontri, corsi e laboratori su argomenti specifici e la realizzazione di altre attività affini predisponendo ed attuando iniziative concrete; operare un confronto ed una sintesi tra le culture delle precedenti generazioni e quella attuale al fine di realizzare una “Accademia di Umanità” che evidenzi “l’Essere oltre che il Sapere”;
Di questi ultimi tre citati punti, come pure per il valore Cultura, per economia dei tempi, non farò alcun accenno. Coloro che ne fossero interessati, possono farlo, consultando i nostri siti web.
Per quanto personalmente ho relazionato e condiviso con voi soci nei vari anni trascorsi, circa i valori della “Umanità” e “Solidarietà”, citerò i più importanti, e “non per schiocca vanteria”, ma unicamente per condividervi, il progetto generale che mi ha ispirato, guidato, e impegnato con la nostra Unitre.
Per evidenziare ciò, dirò prima succintamente: della scelta della “Preghiera semplice di San Francesco d’Assisi”, quale preghiera ufficiale della ns. associazione; della Carta del socio Unitre di Augusta; del Circolo sociale con i vari Laboratori di attività; dell’Albo d’Onore Unitre di Augusta per Concittadini testimoni di Umanità; Preghiera semplice di San Francesco di Assisi. Secondo me, i suoi contenuti, se vissuti con convinzione profonda, potrebbero incidere positivamente in ognuno di noi. E se fossero largamente diffusi, matureremmo tutti di più in Umanità, e come società globale avremmo fatto un gran passo in avanti verso la Civiltà dell’Amore.
La “CARTA” del socio Unitre di Augusta. Di essa dirò qualcosa nella parte finale di questa conversazione.
Circolo Sociale Unitre con i vari laboratori di attività.
Scopo primario del Circolo Sociale Unitre è di contribuire a diffondere, con l’aggregazione sociale e iniziative diverse, la cultura della solidarietà e del senso civico per tentare di realizzare “una città dal volto più umano” nel quartiere e tramite i quartieri. E qualora il tempo lo consentisse potrei aggiungere:
i “progetti” e le “manifestazioni esterne” di rapporti intergerazionali; i progetti e le iniziative per concretizzare atti di Solidarietà della ns Associazione e dei singoli soci; le ns. pubblicazioni di due libri e un dvd.
Ritengo comunque di non poterne fare cenno, ma sono documentati nei nostri siti web. Successivamente, desidero condividere con voi, delle testimonianze e convinzioni culturali e di fede, maturate in me lungo i detti anni, per offrirvi soci, spunti di utili riflessioni, utili a contagiarvi dei benefici avuti in me, privilegiando “l’essere” rispetto “all’avere”.
Vari e numerosi sono stati gli argomenti oggetto delle mie conversazioni a tal fine. Per economia di tempo non sto ad elencarli. Dico semplicemente che diversi incontri li ho dedicati per divulgare la conoscenza dell’uomo e dell’arte della vita.
Così pure non farò alcun accenno delle mie testimonianze di vita e di fede già condivise con voi. Coloro che ne fossero interessati, possono farlo, consultando i nostri siti web, ben strutturati e gestiti dalla nostra vice presidente, Prof.ssa Anna Daniele. In particolare semplicemente cito le seguenti aventi ad oggetto: “La città, luogo di realizzazione dell’uomo e del cittadino”. “Benigni…e le mie motivazioni cristiane a fondamento degli auguri natalizi 2014 e del nuovo anno 2015”. Ascoltando il mio “silenzio interiore” al tempo del coronavirus. (scritto 11/5/2020).
Alla ricerca del possibile benessere con un viaggio simbolico nel meraviglioso mondo delle Unitre Italiane e della nostra Sede locale. Diffondere la cultura dell’umanesimo cristiano a favore dei soggetti della terza età, dei disagiati, dei diversamente abili e dell’infanzia. Messaggi augurali in occasione delle convivialità natalizie e pasquali.
Come dicevo all’inizio di questa conversazione, considero questa serata “particolare”, anche per una ulteriore e intima testimonianza che, ho deciso di confidare quasi a ciascuno di voi, e non all’insieme dei presenti indistintamente.
Vi chiamerei quasi per nome e dire a ciascuno: “desidero con cuore farti una mia personale confidenza; riflettici!, maturaci!
Quanto ti confido mi ha fatto tanto bene, mi ha aiutato e mi aiuta a vivere “a vivere a colori”, “a vivere nella relativa serenità e nella gioia”, pur con le difficoltà che la vita mi ha presentato e mi presenta.
Vi chiedo di sopportarmi ancora un tantino; ritengo opportuno richiamare prima qualche argomento già discusso con voi. In particolare ripetere qualcosa circa il valore del singolo uomo/donna-“persona”, come l’unico spirito incarnato vivente nell’universo, di valore inestimabile, che spesso vive da essere sottovalutato. Oggi, per molteplici motivi, tra i quali il primo è il progresso scientifico, l'uomo ha come perduto il contatto di sé, si conosce poco, e spesso ciò che fa non è — come dovrebbe essere — espressione di ciò che è.
Sono solito ripetere che spesso, noi uomini siamo dei “palloni gonfiati”, siamo “pieni della nostra aria”. La persona umile, nell’odierna società è rara e viene giudicato “un uomo fesso”. Chi parla di spirito o anima viene giudicato un “credulone” o “visionario”, o ancor peggio, con termine spregiativo, ritenuto “un bizocco!!!!” In realtà gli uomini di oggi siamo dei superbi e non accettiamo i nostri limiti. Non accettiamo di non conoscere noi stessi; peccato!!!!! E’ pensabile che mentre osserviamo che tutto il creato è regolato da leggi meravigliose, seppure sconosciute, e che solo per l’essere umano non vi siano delle leggi? Per potersi attuare l’uomo, e quindi vivere meglio, deve quindi prima conoscere il suo essere, non superficialmente, ma profondamente e nella verità. Ciò che nel corso degli anni, unitamente alla meravigliosa avventura unitrina, mi hanno dato la certezza del vero senso della vita e del mistero dell’uomo, sono state, certamente serie letture di Antropologia umana, e l’attento ascolto in aula di relazioni di filosofia, letteratura, psicologia e di medicina, ma, in modo determinante, lo studio attento dell’Antropologia cristiana. E forse ancor più determinante, la lettura attenta e meditata del Vangelo, convinto come sono che esso è la Parola, di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, vissuto in Palestina oltre duemila anni fa.
Non sto qui a ripetere la mia sofferta convinzione alla quale, lo Spirito Santo mi condusse, dico oggi, dopo circa quindici anni di letture di diverse discipline e tormenti vissuti, dai miei 35 ai 50 anni. Per me il Vangelo divenne Parola di Dio. Con tale convinta credenza accetto e percepisco “l’anima” come entità spirituale viva e integrante nell’uomo, e che agisce in lui, tramite lo Spirito Santo, per condurlo a Dio, autore della vita e dal quale proviene al quale è diretto. Ho così acquisito la convinzione che l’anima, da misteriosa entità, interloquisce con lo Spirito Santo, il suggeritore, consolatore, fortificatore, santificatore presente in me che, certamente, nell’amore con il Padre e il Figlio, si fa sentire nel silenzio, in modo indefinibile e misterioso, attraverso la mia mente. (vedasi l’esperienza dei mistici teresiani e altri). Sono convinto e avverto che lo Spirito Santo sia il mio fortificatore, il silenzioso-suggeritore che mi ha guidato e mi guida a “vivere la vita a colori”, nel senso detto.
Conseguentemente, con estrema sintesi posso dire: della scoperta in me dello Spirito Santo; e quindi della mia successiva devozione a Lui; della mia serenità e atteggiamento positivo verso le avversità della vita.; e, dopo il nostro ventennale, dopo quanto realizzato più o meno bene all’interno dell’associazione, tentare di realizzare all’esterno di essa, a mezzo dei soci, la diffusione della Cultura dell’Umanesimo cristiano a favore dei soggetti della terza età, dei diversamente abili, dei disagiati e dell’infanzia; dell’accettazione totale dei contenuti del Vangelo; (e in particolare, circa gli effetti illuminanti di quanto stiamo conversando, le seguenti cinque affermazioni evangeliche: Chi osserva la mia parla sarà amato dal Padre, anch’io lo amerò e noi verremo ad abitare in lui”; “Convertitevi e sarete battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. “Io sono la luce del mondo. Chi segue me avrà l luce della vita.” “Sarete miei discepoli se osservate la mia Parola; conoscerete la Verità e la verità vi renderà liberi.” "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, e imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e così troverete riposo alle vostre anime; poiché il mio giogo è soave, e il mio peso leggero" (Mt. 11, 28-29).
Ormai ne sono perfettamente convinto: lo Spirito Santo è colui che ci dà la forza per vincere la battaglia quotidiana della nostra vita, con tutte le difficoltà e tentazioni che essa ci pone. E’ colui che ci fa andare oltre… la nostra mentalità, i nostri limiti, le nostre barriere, i nostri pregiudizi, facendoci arrivare là dove da soli non potremmo mai arrivare: vicino all’altro, acquisendo anche la capacità di perdonare. E sulla base di quanto ho detto, sono altresì convinto che l'inquietudine, l'ansia, il disordine dell'uomo di oggi sono dovuti all'abbandono della fede e in fondo sono, anche se inconsciamente, fame e sete di Dio. (E ciò anche in funzione di ciò che leggiamo nelle Sacre Scritture: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Contro queste non c’è legge”.)
Non a caso, come soci Unitre di Augusta, alla luce di quanto già sapevamo e di quanto abbiamo acquisito tramite l’Unitre, dovremmo giornalmente, nel silenzio interiore invocare lo Spirito Santo perchè ci aiuti a “vivere la vita a colori”, facendo la volontà del Padre nostro.
Prima di ringraziarvi per la cortese attenzione, di cuore, formulo degli auguri e un invito a ciascuno di voi.
Gli auguri. A quanti già vivono, nella concretezza della vita, quanto ho testimoniato e avvenuto gradualmente in me, soprattutto in questi ultimi 23 anni anche e in virtù dell’impegno unitrino, auguro “buon cammino” nell’ascolto silenzio e quotidiano dello Spirito Santo. A quanti non credenti o dubbiosi circa i contenuti della mia testimonianza, auguro l’incontro con lo Spirito Santo. Al singolo socio presente, credente e al non credente o dubbioso, ripeto l’espressione del filosofo Kirchegard: ”Lava la tua anima nel silenzio!”; e aggiungo, abbi pazienza, persevera…..e nel silenzio, la tua anima sentirà lo Spirito Santo, se lo desidera, lo prega e gli chiede perdono, invocando il suo frutto. Auguro quindi a ognuno dei presenti che lo Spirito Santo, il suggeritore, il fortificatore possa “fargli vivere una vita a colori”, una vita nella relativa serenità e gioia, pur nelle difficoltà di ogni giorno. Auguro quindi che tutti, partecipando in modo attivo alla nostra associazione potessimo rispondere in modo affermativo, alla mia provocatoria domanda iniziale; la ripeto: “Alla mia età trascorro senza ansie, senza affanni, con serenità e relativa gioia la mia vita di ogni giorno con tutti i problemi che essa comporta?”
Consentitemi adesso “un appello” quale ormai, da recente, presidente in congedo. Così come curiamo il corpo e la psiche, dovremmo dare alimento allo spirito: trascurarlo ci fa vivere in disarmonia, non privilegiamo “l’essere” rispetto "all’avere”. L’essere socio della ns. Unitre comporta anche un impegno di coerenza con sè stessi e verso l’associazione alla quale ha chiesto volontariamente di aderire. Auspico a ciascun socio un impegno alla coerenza che potrebbe indurlo a recitare giornalmente, fino a memorizzarla, la Preghiera semplice di San F.sco d’Assisi per cercare di viverne i contenuti. Essi sarebbero atti di umanità vissuta che oltre ad arricchirne i beneficiari darebbero alimento al nostro spirito e quindi al nostro vivere.
Ecco perché tale preghiera, recitata all’inizio di questa serata, è stata adottata quale preghiera ufficiale della Sede locale dell’Unitre di Augusta. Ed ecco anche perché, parecchi anni fa, abbiamo formulato la Carta del socio Unitre di Augusta, così come la Costituzione italiana è la Carta del cittadino italiano.
La Carta del ns socio, rafforza e traduce nella esemplificazione dei rapporti umani, quanto viene invocato, per essere vissuti, con la preghiera semplice di San Francesco di Assisi.
L’iniziativa del “Gruppo donatori di tempo Unitre”, già operativo da oltre tre anni (oggi in stato di fermo per la pandemia in corso), rappresenta una iniziativa esterna della nostra associazione verso la società locale, bisognosa di compagnia e di atti di solidarietà umana, a beneficio dello spirito dei beneficiari ospiti delle case di riposo e dei nostri soci operatori. In maniera analoga e con i medesimi obiettivi, è concepito e ancora non operativo il “Gruppo degli operatori di umanità” verso i soggetti della terza età, dei soggetti svantaggiati e dei diversi abili, e dell’infanzia per la diffusione della cultura dell’umanesimo cristiano. Gli esperti di Umanità sostengono che due sono le grandi avventure dello spirito umano: donarsi o chiudersi in se stessi. San Francesco d’Assisi asserisce che “donandosi si riceve e morendo si risuscita alla vita!”. Viceversa il chiedersi in sé stessi avvizzisce lo spirito fa vivere male e da sottosviluppati. Si può crescere negli anni, ma rimanere neonati nello spirito a 60, 70, 80 anni o oltre.
A ciascuno di voi un sentito ringraziamento, un cordiale abbraccio e un arrivederci quale amico, consocio nell’avventura Unitre e compagno di classe.
Buona serata a tutti!!!!! Buona cena e ... “non dimenticate di pregare per me!!!!!!” Grazie!!!!!
Pippo Caramagno