11 Febbraio 2014
A seguito dei primi incontri “Aiutiamoli nello sviluppo della loro persona umana” che si sono tenuti presso il salone delle conferenze del liceo “Mègara” di Augusta, pubblichiamo le testimonianze di due mamme: la Sig.ra Angela Calì e la Sig.ra Giovanna Fraterrigo.
Il commento della Sig. Angela Calì
Grazie all’UNITRE e al Dott. Francesco Cannavà per la bella opportunità offerta a noi genitori di figli adolescenti.
Gli incontri tenuti nello scorso mese di gennaio, sono stati molto arricchenti e facili da seguire grazie all’uso di un linguaggio semplice e ad esempi molto vicini alla realtà.
Nella crescita dei figli c’è sempre da apprendere ed approfondire specialmente ai giorni nostri visti i tanti stimoli e le nuove forme di comunicazione a cui i ragazzi sono sottoposti quotidianamente.
L’adolescenza è una fase della vita molto delicata e tanti sono i tranelli, le tentazioni e le incomprensioni che possono creare disagi e difficoltà nel rapporto con i coetanei e con i genitori.
E’ pertanto importantissimo riconoscere i sintomi e coglierne gli effetti alle prime avvisaglie per tentare di porre rimedio, facilitare una sana relazione ed aiutare i nostri ragazzi migliorandogli la vita anziché creare loro ulteriori problemi oltre a quelli che si trovano ad affrontare.
Credo che corsi come questi dovrebbero essere quasi imposti a tutti i genitori che si apprestano ad iscrivere i figli alle scuole medie e/o superiori.
Dovrebbe essere quasi un certificato propedeutico all’iscrizione come il corso per fidanzati necessario a chi si vuole sposare.
Diventare genitori è sicuramente l’esperienza più bella ed avvincente della vita ma anche una grande responsabilità per la quale non è richiesta alcuna “patente”.
Prepararsi adeguatamente programmando da parte delle scuole la frequenza di corsi del genere tenuti da esperti , soprattutto nelle fasi della crescita dei ragazzi preverrebbe e risolverebbe probabilmente, a mio modesto parere, tanti problemi e disagi legati al rapporto con i figli adolescenti, dando gli strumenti ai genitori per capire ed affrontare più serenamente certi momenti di possibili crisi.
Dall’altro canto anche i figli gioverebbero di un più armonioso e sereno rapporto con i genitori e forse vivrebbero più serenamente anche con i loro coetanei, affrontando con più sicurezza e serenità la loro crescita ed il passaggio all’età adulta.
Basterebbe forse poco per creare i presupposti per una società più felice e migliore.
Angela Calì
Il commento della Sig.ra Giovanna Fraterrigo
Essere genitori, oggi, è difficile? Ma se è difficile essere genitori, è altrettanto difficile essere figli, oggi.
Non ci sono, sicuramente, regole prestabilite che si possono seguire, in entrambe i casi: sbagliamo noi genitori e sbagliano i nostri figli nell’ansia di assecondarci.
Non nasciamo genitori, lo impariamo strada facendo, attraverso l’esperienza dell’essere padre e dell’essere madre.
Un aiuto, però, ci può venire da coloro che riescono a trattare la “materia” da professionisti, cioè da coloro che sono “terzi” rispetto al rapporto affettivo genitori – figli. Generoso nei suggerimenti e, direi anche negli affettuosi rimproveri, è stato il dott. Francesco Cannavà nell’ambito dei due incontri programmati all’interno del progetto UNITRE “Aiutiamoli nello sviluppo della loro persona umana”.
Personalmente ho compreso che la vera difficoltà deriva dal voler essere a tutti i costi genitori perfettie, di conseguenza, dal volere figli perfetti.
Se invece fossimo in grado di accettare le difficoltà ed i limiti che i nostri figli hanno proprio e soprattutto nel difficile momento dell’età evolutiva adolescenziale, li guarderemmo con occhi diversi. Troppo spesso dimentichiamo che noi prima di loro abbiamo attraversato la difficile fase adolescenziale. Una fase che comporta mutamenti repentini che ci hanno fatto perdere prima a noi, ed oggi a loro, l’identità..
Quello che più di tutto mi ha fatto riflettere è stato il fatto che noi genitori dobbiamo essere in ascolto-attivo per aprire le porte della comunicazione con loro. I nostri figli devono potersi fidare di noi per poter acquisire fiducia in loro stessi ed autonomia. Tante volte ho creduto di aver ascoltato a fondo mia figlia, oggi capisco che non è così. La comunicazione per me è la base primaria della mia professione. Allora perché riesco a farlo con gli estranei e non con i miei figli?
Ho capito, o meglio, ho accettato il ruolo importante che in tutto ciò ricoprono gli affetti..
Ascolto-attivo significa avere fiducia in loro, aprire il nostro cuore per ascoltarli, stimarli sempre e comunque. Attraverso la stima che l’amore di noi genitori può costruire, essi cresceranno e saranno capaci di essere liberi, saranno capaci di discernere tra il bene ed il male, saranno soprattutto capaci di accettare le frustrazioni che la vita quotidiana riserva.
Il rigore eccessivo non serve, come non serve il lassismo eccessivo. Il dott. Cannavà mi ha fatto molto riflettere su me stessa quando ci ha “urlato” che dobbiamo essere genitori contenti, che dobbiamo sorridere più spesso. Mi sono subito guardata allo specchio: ma io rido? O sono troppo impegnata a dare “ordini” e “raccomandazioni”? No, non sorrido spesso. Ho adottato da due settimane il metodo del sorriso, funziona! Dai una regola senza le rughe attorno alla bocca e senza sguardo accigliato, ottieni il doppio dai tuoi figli.
Il vero amore è basato senza dubbio sul rispetto della persona e sulla responsabilità.
Impariamo ad ascoltare i reali bisogni dei nostri figli; lasciamoci guidare da chi ci guarda dal di fuori.
La famiglia, gli affetti, oggi sono l’unica certezza e stabilità in un mondo “precario”, non sprechiamoli, non lasciamo che tutto avvenga per caso. Siamo parte attiva in modo sensato.
Grazie di cuore al dott. Cannavà e all’UNITRE.
Giovanna Fraterrigo