Antologia di pensieri e ricordi in prosa
Questa rubrica raccoglie gli scritti di prosa ricordi o racconti dei soci-alunni dell'Unitre.
20 Maggio 2011
20 Maggio 2011
Pensieri a “Preghiera” dallo scritto “I fuochi dell’ellisse” di Daniela Averna, docente volontaria presso la nostra Unitre.
L’invito rivoltomi, mesi or sono, dalla Prof.ssa Daniela Averna, docente anche presso la nostra Associazione, a partecipare alla presentazione del suo nuovo scritto, “I fuochi dell’ellisse”, dopo aver letto, circa due anni fa, un suo precedente lavoro, “Le condizioni di equilibrio”, gentilmente donatomi, fu da me accolto con piacere.
La stessa sera di quella presentazione, grato di un dono, apparentemente solo materiale, con avida curiosità, lo sfogliai con attenzione ed interesse. Mi fu necessaria qualche oretta per intuire il senso dell’opera.
Ne rimasi subito affascinato: una raccolta di brevi racconti e poesie piene di umanità e di saggezza che meritano di essere letti molto lentamente, meditati e condivisi per arricchire altri della ricchezza morale, frutto di maturità, fantasia, riflessioni, introspezioni, e di profondi desideri, che l’autrice regala al lettore attento.
Nel tempo, leggendo di tanto in tanto, i “Fuochi dell’ellisse”, ho goduto del suo stile letterario e dei suoi contenuti. Ne ho tratto ricchezza spirituale, “merce”, non in vendita presso nessun centro commerciale.
Non ho titolo per esprimere opinioni, come sono soliti fare i “critici letterari”. Quindi il mio è un sincero e profondo complimento e ringraziamento di un lettore comune all’autrice, Prof.ssa Averna, docente volontaria presso la nostra Unitre.
Considerato che la nostra Associazione è una “Accademia di Cultura, Umanità e Solidarietà”, ho il piacere, in questa sede, di trascrivere integralmente e presentare ai miei compagni di classe, ed ai lettori tutti, la pag. 57 della citata pubblicazione, titolata “Preghiera”.
Essa mi ha fatto riflettere, meditare e mi ha dato di più di altre, certamente non meno arricchenti.
Ecco il testo integrale della citata pag.57:
“Ci sono momenti in cui lascio il mio corpo a pensare, molle sul divano, gli occhi socchiusi, lo sguardo offuscato dalle cataratte di una sensazione allucinante, quella di uscire da me e guardarmi da un’altra dimensione.
Se quel corpo si fermasse, se la carne diventasse gelida, mi vedrei ancor così? Sarei ancora io quello spirito fuori dalla sua custodia sfibrata e deforme e dove andrei allora?
Con Dio? In Dio? Sarei Dio?
Ci sono momenti in cui ho paura di pensare.
E mai vorrei lasciare i miei figli, vita mia al di fuori di me, e mai vorrei lasciare ciò che di materiale mi appartiene, inanimate tappe della mia vita, picchetti dello spirito quando è triste, cristalli luccicanti attraverso cui filtrare le preoccupazioni dell’anima.
Ci sono momenti in cui ho paura di pensare e mi vedo fuori da me, come morta.
“E mai vorrei lasciarvi figli miei!”
Ma se dovesse accadere, spero di non pensare.
All’improvviso, inconsciamente quasi, le mani si congiungono, le dita si intrecciano ed io le stringo forte in una preghiera soffocata.
In apnea, cerco un contatto con Dio, quel Dio che è nella mia anima e con Lui parlo dentro di me.
“Fa’ che non soffrano troppo, perché il loro dolore, se è forte, troppo forte, può fare odiare la vita; ma questa vita Tu ed io, Dio, l’abbiamo donato loro perché fosse bella, così che un giorno essi facessero con i loro figli.
A tua lode, Dio!
Fa’, Dio, che le orme che lasciamo nel loro cuore siano grandi e profonde, sicchè non abbiano mai a smarrirle.
La mia ragione e la mia anima rimetto alla tua volontà ma, se puoi, non avere premura, Dio, lascia che la mia vita scorra ancora parallela alla loro, segnando la direzione.
Tu guida me ed io guiderò loro a lungo, a lungo. Ti prego, Dio”.
Ho trascritto la superiore pagina per dare ai miei compagni di scuola la possibilità di leggerla attentamente e, quale suggerimento per il periodo delle vacanze estive, di fare in modo di gustare la lettura dei “Fuochi dell’ellisse”, raccolta di racconti e poesie non comuni.
Per economia di spazio e di tempo, desidero condividere con loro solamente alcune delle miniera di perle di cui mi sono impossessato, per lentamente goderle nei sereni momenti di pausa che, nella quotidianità, cerco di avere solo per me.
Voglio qui riproporli per me e per te, mio attento compagno di classe Unitre:
In apnea, cerco un contatto con Dio, quel Dio che è nella mia anima e con Lui parlo dentro di me.
“Fa’ che non soffrano troppo, perché il loro dolore, se è forte, troppo forte, può fare odiare la vita; ma questa vita Tu ed io, Dio, l’abbiamo donato loro perché fosse bella, così che un giorno essi facessero con i loro figli.
A tua lode, Dio!
Fa’, Dio, che le orme che lasciamo nel loro cuore siano grandi e profonde, sicchè non abbiano mai a smarrirle.
……..Dio, lascia che la mia vita scorra ancora parallela alla loro, segnando la direzione.
Tu guida me ed io guiderò loro a lungo, a lungo. Ti prego, Dio”.
Mi auguro e spero che in futuro, in aula, possiamo commentare e condividere quanto sopra, per non essere riduttivo e svilire la natura stessa della Associazione, presentando in questa sede, i pensieri e le riflessioni scaturite, a livello personale, dalle perle indicate.
Ancora un grazie di cuore e vivissimi complimenti all’autrice, Prof.ssa Daniela Averna, con gli auguri più sinceri per ulteriori produzioni di edificanti opere letterarie.
Giuseppe Caramagno