06 Dicembre 2011
Lo studio della toponomastica, topos luogo e onomasticòn, atto a nominare, aiuta a individuare i toponimi antichi con le corrispondenze dei toponimi moderni, di strade, contrade, monti, fiumi, pianori, scomparsi totalmente o parzialmente a causa di fenomeni naturali o di fatti antropici legati al territorio.
Per tali processi i nomi per la maggior parte subiscono un fraintendimento gnomico.
Tratteremo, dunque, dei significati di alcuni toponimi tra i più conosciuti del territorio di Augusta.
Esso è molto esteso e i toponimi riguardano territori come Monte Tauro, Brucoli, e tutta la zona che si estende fuori dall’abitato di Augusta-centro.
La toponimi di Monte Tauro si possono definire di ‘terra’ e di ‘mare’ ovvero nomi delle contrade che si affacciano sul mare, con le numerose cale che si susseguono lungo il litorale, e nomi degli appezzamenti fondiari.
Monte Tauro si estende per circa 8 Km da Capo Campolato a Punta Izzo.
E’ un promontorio che domina la penisola di Augusta con direzione N.O.-S.E.
In realtà non è un vero e proprio monte, ma un semplice rilievo di roccia calcarea di origine marina, con un’altitudine media di circa 60 m. s.l.m., segnata a levante da profondi valloni.
Tauro, dal greco tauros, significa ‘toro’, ma osservando la forma del territorio in una carta topografica non si riscontra nessuna somiglianza con la forma dell’animale.
Il nome Tauro è attestato in Asia Minore, nella regione della Cilicia, e ne indica una catena montuosa.
Diodoro Siculo (I sec.a.C.) narra del conflitto scoppiato, nel IV se. a.C. a Siracusa, fra Dionigi I, tiranno di Siracusa, e i Cartaginesi dicendo che l’esercito cartaginese pose il campo perì tòn tauron, ovvero nei pressi del Tauro.
veduta aerea di Monte Tauro
Una identificazione più precisa del Tauros àkron, promontorio Tauro, ci viene dal geografo Tolomeo (II sec. d.C.), il quale ci fornisce le coordinate geografiche, ponendolo inequivocabilmente tra l’Alabon potamoù e il Pantakioù potamoù, ovvero tra il fiume Cantera e il Porcarìa, per esteso tra Megara Iblea e Brucoli.
A partire dall’XI sec. il Taurus sarà identificato con il nome di resesalix, corruzione dell’arabo Ras ‘as Salibah, Capo della Croce, dal Malaterra, da C.M. Arezzo, che lo chiamerà Taurus promontorium quod caput S.Crucis nominant (XVI sec.), e dal Fazello.
Anche gli storici locali non saranno da meno nel sostenere le loro varianti fra cui Francesco Vita, il quale nel 1663 identifica il Promontorio Tauro con il “nuovo” nome di Capo Santa Croce, mentre Vincenzo Strazzulla, nel 1899, probabilmente forzando l’interpretazione dei testi antichi, volle dimostrare la presenza di un piccolo insediamento sul monte Tauro, affermando che fosse abitato dagli Zanclei di Hybla.
Questo insediamento, detto Tauromenio, avrebbe avuto rapporti con la vicina Xiphonìa, sulla penisola di Augusta, e sarebbe esistito “fin dai tempi di Gerone II”.
A smentire tale teoria arrivò puntuale l’archeologo Paolo Orsi, il quale, agli inizi del ‘900, dopo aver fatto ricognizioni sul territorio affermò di non aver trovato nulla di quanto affermava lo Strazzulla.
Dott.ssa Lucia Imprescia