18 Dicembre 2011
Giovedì 25 dicembre 2011, resterà, per molti, come una pietra miliare nell'itinerario di crescita interiore di ognuno di noi.
Ancora una volta, l'UNI3, fulgido faro nella buia notte dell'abulia culturale augustana, ha illuminato l' “Uomo”.
Ed era appunto l'uomo l'argomento di ieri sera. L'uomo della e nella odierna Società.
La serata è stata aperta dall'eclettico Presidente Uni 3, Dott. Giuseppe Caramagno, che ne ha illustrato gli alti fini morali e gli argomenti ed ha presentato i due relatori: Prof. Domenico Patania e Prof. Sebastiano Ruscica.
Purtroppo l'esiguità temporale, anche se per noi non è danaro, non ci ha consentito di bearci come avremmo voluto della dotta saggezza dell'Amico Prof. Mimmo Patania, cultore emerito di studi filosofici e della esperta visione della Vita, e della Società brillantemente esposta dall'altrettanto dotto Amico, profondo conoscitore dell'animo umano; nella duplice veste di fervente Credente, impegnato nel sociale, e di Sociologo, Prof. Nello Ruscica.
Ho colto da entrambi alcuni spunti, in parte già espressi ier sera, e di cui vorrei farVi brevemente partecipi.
Nel primo intervento, il Patania ha rappresentato l'Uomo nel suo intervallo spazio-temporale, assillato dalla frenesia del fare, assorbito più dalla quantità che dalla qualità delle emozioni, più espresse che realmente vissute.
L'Uomo come prodotto consumistico di se stesso, inneggiante al fatuo, più che al concreto. Ed al contempo l'Uomo nelle Arti, l'Uomo “lirico”, geniale, oserei dire leonardesco. In una contestualità che, partendo dal pessimismo dell'intelligenza, può riscattarsi nella catarsi del positivismo, del possibilismo. Il Prof. Patania, ha “letto” l'Uomo come condizionato dal mondo esterno, eviscerato della sua essenza interiore.
Destrutturato nei sentimenti. Orfano, nel tempo, dei valori veri; della conoscenza pura. Vittima di una progressiva ed inarrestabile desertificazione morale, avulsa dai valori etici, morali e deontologici che dovrebbero rappresentare la spina dorsale della Società. Sempre più vittima di chi: stampa, Tv, radio, lo stringono nella morsa della globalità. Solo i giovani, se si riuscisse ad interessarli, ad ascoltarli, a renderli partecipi, potrebbero invertire questa nefasta tendenza all'autodistruzione.
Nel secondo intervento Ruscica ha accennato ad un doveroso “cambiamento”, soprattutto nei giovani, protesi, viceversa, verso un pericoloso “adattamento” all'appiattimento, alla rinuncia alla lotta per vivere, per accontentarsi di sopravvivere.
Il Prof. Ruscica ha parlato di devitalizzazione, di destrutturazione morale. Nella delirante ricerca della moderna alchimia per essere felici. Solo la riscoperta di antichi valori: la Famiglia, le fisiologiche tappe della vita, possono far uscire l'Uomo dal baratro in cui è caduto. Rifacendosi a Bauman, uno dei più grandi sociologi viventi, Ruscica, come aveva in precedenza fatto cenno anche il Patania, ha puntato il dito sulla corale partecipazione degli “Uomini” a questo sfacelo.
Tutti, indiscriminatamente e criminalmente consci del fare, come del non fare. Della discrasia tra il bene ed il male. Uniti da un paralizzante senso di impotenza che ci impedisce di indirizzarci verso una meta “giusta”. Capaci solo di vivere sotto scacco di chi ha rotto tutti il legami unitari del passato, immolandoli sul pagano altare del dominio di un mercato per pochi. Scomparso il vero significato della “Politica”, come espressione del Popolo sovrano, sono rimasti i partiti, le fazioni tornacontistiche. Si sta indebolendo il valore del sano Associazionismo, c'è crisi delle vocazioni morali.
Si sente meno la religiosità di cui erano intrisi i nostri pensieri di una volta. Si tenta di minare alla base anche i legami affettivi, il significato di “Sacramento” attribuito al matrimonio; di famiglia, di amicizia, di lealtà, di fiducia.
Entrambi i relatori, Ruscica come Patania, hanno contestato le adescanti pubblicità di beni effimeri, figli della globalizzazione morale. I nuovi idoli, emergenti dagli schermi dei personal computer, inducono a contatti labili, protesi al concetto del “carpe diem”, avulsi dalla durevolezza dei sentimenti profondi.
Per diffidenza, per misconoscenza degli altri, ci si rifugia in una torre fatta di bieco individualismo dove moriamo soli.
L'appello unanime dei flash di sala ci suggerisce un'unica ricetta perchè l'Uomo possa ritrovare se stesso: la luce; riappropriarsi delle piccole cose, della sana quotidianità, nel mutuo sostegno di una relazione sana e sanante.
Rimboccarsi le maniche e fare, ognuno, del nostro, senza aspettare che siano gli altri a portare acqua al nostro mulino.
L'Oretta e mezza a disposizione della tavola rotonda è trascorsa in letizia, nonostante la profondità e la complessità degli argomenti trattati, che hanno messo a confronto gli esiti delle scorie mentali frutto della nostra Società, con la formazione etico morale che, da sempre, ha caratterizzato le nostre vite. Mi è dispiaciuto, nella veste di umile moderatore dell'incontro, di non aver potuto dare ancora voce ai nostri “spumeggianti” relatori.
Il Prof. Ruscica sollecitava anche di invitare, ai prossimi incontri, i rappresentanti di classe dell'Istituto Ruitz che ci ospita nella sua aula magna. Affinchè i giovani possano trarre argomenti di riflessione sui concetti espressi sull'Uomo del passato, per migliorare il loro Uomo: quello del futuro.
In conclusione di serata, Il Prof. Patania ha proposto l'ascolto di alcuni brani musicali che hanno piacevolmente coinvolto le quasi duecento persone in platea, che li hanno, accompagnati con liberatori battiti di mano a tempo.
Particolarmente apprezzati soprattutto dai Soci Unitrini, componenti il Coro delle “Voci mature” dell'Uni 3, che si esibiranno martedì 20 dicembre nel salone di rappresentanza del Comune, ed ai quali so che il Presidente Dott. Caramagno sta preparando una gradita sorpresa.
Il Prossimo incontro del 26 gennaio 2012, sempre sull'Uomo, avrà per tema “Conoscere l'uomo e quindi noi stessi”. A trattarlo saranno due linee di pensiero che avremo modo di verificare se procedono per percorsi paralleli od intersecanti. A sostenerle, in maniera olistica, il Dott. Francesco Cannavà, Psicologo cognitivista comportamentale, e la Prof.ssa Rosanna Bellistri Mastronuzzi, docente di scienze religiose.
Salvatore Cannavà