30 Dicembre 2011
Pubblichiamo la relazione, dal tema "L’uomo dell’odierna e nell’odierna società", di Domenico Patania nell'incontro a tavola rotonda del 15 dicembre 2011, presso l'aula Magna del 2° Ist. di Istr. Sup. “A. Ruitz”.
Domenico Patania – Curriculum
Dagli studi liceali ho maturato un vivo interesse per le discipline umanistiche, in particolare per la storia, la filosofia e il pensiero politico.
Da qui è venuta una delle spinte decisive che mi ha portato alla politica attiva, ricoprendo nel corso degli anni ruoli politici:
- Segretario della sezione di Augusta del P.C.I. dal 1973 al 79 e dal 1981 all’83;
- Membro della direzione provinciale;
- Presidente della Commissione provinciale di controllo;
- Componente la Commissione regionale di controllo;
- Consigliere provinciale dal 70 al 75;
- Consigliere comunale dal 75 all’85 e poi dal 94 al 98.
Anche in seguito ho continuato ad occuparmi di problemi sociali e politici, sebbene con minore intensità.
Naturalmente lascio a quanti mi hanno conosciuto durante decisivi del mio impegno politico il giudizio sulla mia persona e la valutazione sul mio operato politico.
Se tuttavia mi è consentito di fare una veloce considerazione sulla mia esperienza politica, direi che si può – se lo si vuole – fare politica nei partiti e nelle istituzioni con onestà e dignità contribuendo con umiltà, assieme ad altri, al progresso della propria comunità.
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La nostra società è la società della globalizzazione dominata dal mercato finanziario internazionale che ha imposto le sue regole, le sue dinamiche, le sue istituzioni e i suoi “ valori” ( produttivismo – velocità – primato dell’economia finanziaria e della tecnica ) a livello ormai planetario.
E’ la società del rischio (U. Beck): rischio ambientale e sociale con le conseguenti devastazioni in termini di accresciute disuguaglianze, povertà, emarginazione.
E’ la società della velocità e della fretta ( Z. Bauman) ma anche quella della precarizzazione della vita ( P. Bourdieu) e della solitudine che creano paura, ansia, angoscia, smarrimento.
Tutti fattori che ci consegnano una soggettività sempre più incerta e insicura, sospesa tra narcisismo e nevrosi ( D’Andrè – Pulcini)
E’ la società dei consumi la cui parola d’ordine è “ comprare – usare – gettare” al di là di ogni “ragionevole” bisogno perché così impone “ il ciclo economico”.
Tutto ciò ci trascina in un vortice che travolge identità e relazioni (sociali e familiari) con gravi conseguenze sulla “ costruzione” dell’identità personale di ogni individuo che vive nel tempo della “ seconda modernità” ( U. Beck).
Sembrano lontane le certezze che hanno guidato gli uomini della prima modernità
( Umanesimo – stato di diritto – democrazia rappresentativa – fiducia nel progresso sociale e culturale dell’umanità)
“Ma il consumatore è nemico del cittadino. La politica democratica non può sopravvivere a lungo alla passività dei cittadini, che deriva dall’ignoranza e dall’indifferenza politica. Le libertà dei cittadini non sono proprietà acquisite una volta per tutte … esse vengono piantate e mettono radici in un terreno socio- politico che deve venire innaffiato e concimato ogni giorno …
Non sono solo le competenze tecniche che devono venire continuamente aggiornate, e non è solo l’educazione professionale che deve essere permanente.
La stessa cosa è necessaria, anzi con maggiore urgenza, anche nel caso dell’educazione alla cittadinanza ( Vite di corsa – Barman).
Che fare?
Non so dare una risposta precisa e articolata all’interrogativo.
Penso, però che questo è uno di quei momenti in cui può essere utile riproporre l’indicazione gramsciana “ unire al pessimismo dell’intelligenza l’ottimismo della volontà).
Penso, altresì, se un nuovo progetto di ricostruzione della società e di miglioramento della condizione umana sarà messo in campo, esso non potrà non essere un progetto capace di riattualizzare – adeguandosi all’odierno contesto storico – istituzioni e valori come “ libertà – uguaglianza – solidarietà – democrazia partecipativa – impegno individuale e collettivo rispetto della dignità di ogni uomo – responsabilità verso il mondo, gli altri, se stessi.
Domenico Patania
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