15 Febbraio 2012
Pubblichiamo la relazione, dal tema "CONOSCERE L’UOMO PER CONOSCERE NOI STESSI", della Prof.ssa Rosa Anna Bellistri’, docente di scienze religiose, nel secondo incontro a tavola rotonda del 26 gennaio 2012, presso l'aula Magna del 2° Ist. di Istr. Sup. “A. Ruitz”.
La prof.ssa Bellistrì ha trattato il tema oggetto della conversazione sulla “conoscenza dell’uomo per conoscere noi stessi”, partendo dal noto presupposto che l’essere umano è un unicum costituito da corpo, psiche e spirito e conoscere se stessi significa aderire alla realtà, conoscere la propria relazione con la storia, gli altri, il mondo, perché è così che ciascuno di noi esiste ed è coinvolto.
La relatrice ha trattato dell’uomo ponendo l’accento su ciò che è la vera essenza della sua vita: la vita interiore o vita spirituale, considerandola dal punto di vista umano e cristiano.
La vita interiore sotto l’aspetto umano è una esperienza che appartiene ad ogni uomo, è una dimensione nella quale si decide e si cerca il senso della vita. E’ un cammino umano, segnato dai punti di forza e dalle debolezze che contraddistinguono ogni uomo, chiamato alla libertà.
E’ come un viaggio, un cammino, un pellegrinaggio per rientrare in sé, per andare al cuore delle cose e comprenderle dal di dentro. Per una autentica vita interiore è essenziale interrogarsi, onde conoscere se stessi. Conoscere se stessi è quindi un compito, una fatica, un esercizio quotidiano e richiede di guardare, scrutare, esaminare il proprio sentire, parlare e agire.
La vita spirituale è al servizio della persona, ma non di un individualismo centrato su se stesso.
Ognuno di noi è persona, cioè un soggetto che risuona per l’altro.
Non si può quindi raggiungere il proprio sviluppo e la propria crescita senza relazionarsi con gli altri.
Pertanto non c’è spiritualità autentica fondata solo sulla preoccupazione di sé, sulla cura di sé, perché l’altro, gli altri devono trovare spazio, collocazione e relazione nella mia vita. Ognuno ha bisogno dell’altro e l’altro è sempre ciò che mi manca: mai senza l’altro, perché dell’altro ho bisogno per essere me stesso.
Una vita spirituale vissuta individualmente, in modo intimistico non può aiutare l’umanizzazione.
Per conoscere se stessi, per conoscersi e interpretarsi, la relatrice suggerisce delle condizioni ottimali individuali: la solitudine e il silenzio.
La solitudine intesa non nel senso della solitudine-isolamento, che è negativa per ogni uomo, bensì della solitudine come dimensione dell’essere soli con sé stessi.
Silenzio inteso non come mutismo, ma come distanza dalle voci, come possibilità di un ascolto “altro”, ascolto di ciò che non è rumore, chiasso, perché anche il silenzio è eloquente, parla e può essere ascoltato.
Silenzio e solitudine permettono anche il fiorire della libertà personale senza della quale nessun cammino spirituale è possibile realizzare e non c’è libertà né liberazione possibile senza la libertà interiore.
Ricapitolando i concetti espressi sulla vita spirituale sotto l’spetto umano, la relatrice ha ribadito che nella sostanza la vita interiore è un modo di essere uomini e che intraprendere il viaggio della propria vita interiore significa cercare di rispondere alle domande riguardanti il vero senso della vita.
Per quanto concerne la vita spirituale cristiana la prof.ssa Bellistrì, ha precisato che essa è la vita interiore vissuta dai cristiani in comunione con Gesù Cristo. Solamente una persona capace di una vita interiore umana è anche capace di accogliere la vita spirituale cristiana, ma non viceversa.
Ogni essere umano è animato da una dimensione che trascende il corpo e la psiche, da quell’anima o spirito che gli permettono di trascendersi.
Nel cristianesimo tale apertura, sviluppo e crescita della persona diventano una apertura all’accoglienza dello Spirito Santo, all’accoglienza di Dio nella propria vita.
La vita spirituale cristiana trascende quind ila vita interiore umana, perché in essa si innesta la forza dello Spirito Santo. E’ quindi determinante per una vita interiore cristiana la consapevolezza che all’origine di tale vita interiore c’è la presenza e l’azione dello Spirito Santo, condizione necessaria per tutte le conversioni e tutti gli itinerari spirituali.
“Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15). La conversione del singolo uomo solitamente si verifica gradualmente nel seno di una comunità di credenti, la chiesa, nell’ascolto della Parola di Dio che risuona con efficacia nella celebrazione dei santi segni del mistero pasquale di Gesù Cristo. Convertirsi, rinnovare la conversione è condizione senza la quale non c’è vita spirituale, vita sotto la guida dello Spirito Santo.
In sintesi, la relatrice ha voluto indicare, nel vivere quotidiano dell’uomo secondo i medesimi sentimenti di Gesù Cristo, la vera essenza della vita spirituale cristiana; asserendo anche che, un cammino di crescita spirituale cristiana è autentico e quindi fecondo se fa crescere nel cuore l’amore, perché l’amore è nel cuore di ogni uomo come una forza che va sprigionata.
L’essere umano è creato a immagine di Dio e, ristabilire l’immagine di Dio in noi, significa praticare l’arte dell’amore ad imitazione di Cristo.
Chi ama ha conosciuto l’amore di Dio su di sé, ha conosciuto che Dio è amore e quindi secondo le parole dell’apostolo Giovanni, “crede nell’amore” (1Gv4,16). Coltivare la vita interiore significa radicarsi sempre più nell’amore, imparare ad amare, conoscere l’Amore.
La Redazione.