Caramagno_Lab_Soc_0Il 4 febbraio del c.m. in Aula Magna dell’Ist- “Ruiz” di Augusta si è svolto, per i nostri soci, il programmato incontro nell’ambito del Laboratorio sociale di conversazione e condivisioni di vita.

Tale laboratorio, avviato con l’anno accademico in corso, si propone di sperimentare una partecipazione attiva dei soci su argomenti di medicina preventiva, psicologia, psicoterapia e antropologia umana e cristiana.

Con tale iniziativa l’associazione, mediante i temi trattati, sollecita i soci,  sull’uomo come un “unicum” composto di corpo, psiche e spirito o anima. L’iniziativa tende  a diffondere tra i soci la consapevolezza che “la terza età” non è la fine dell’uomo, ma  rappresenta anche l’età nella quale può “vivere la giovinezza dello spirito”, pur con gli acciacchi, le sofferenze e il decadimento fisico connesso all’avanzare degli anni e alle vicissitudini della vita.

Per stimolare la partecipazione attiva  dei soci-alunni alla detta iniziativa, durante le precedenti relazioni-culturali in aula, in via preventiva, verranno  fornite ai presenti, delle domande scritte pertinenti l’oggetto  relativo all’incontro di Laboratorio sociale.

In ognuno di essi il relatore, dopo una breve premessa sull’argomento in oggetto, avvierà la conversazione dando la parola, per la durata dei tempi fissati, ad alcuni soci disponibili già prenotati,  Quindi egli, dopo una sintesi degli interventi, esporrà la sua  relazione conclusiva.

Caramagno_Lab_Soc_1Durante tali incontri, la Prof.ssa Anna Lucia Daniele, membro del direttivo e responsabile dei corsi,  fungerà da moderatrice per gli interventi della serata.

La conversazione del nostro presidente, dr. Giuseppe Caramagno, quale relatore, nell’ambito della disciplina “Antropologia umana e cristiana”, per l’incontro sopra indicato, ha avuto il seguente oggetto:

“Si ha l’età che ci si sente” – Perché e come decidersi a rimanere  “giovani nello spirito”.

Per le conversazioni e condivisioni di vita circa il detto oggetto, i soci erano a conoscenza che avrebbero potuto argomentare sulle seguenti domande:

  • Nonostante la mia non più giovane età, mi sento “giovane nello spirito”?
  • Come vivo e manifesto questa mia giovinezza interiore e perchè?

Il relatore, introducendo la conversazione, testualmente ha detto: “Nell’ambito degli incontri del Laboratorio sociale, nel corso dell’anno, proporremo ai soci  diverse iniziative, anche di notevole spessore culturale, per contribuire a fare maturare in essi l’impegno nel tentare di rimanere  “giovani nello spirito”.  Ciò, non è cosa di poco conto, ma necessita  l’attiva e responsabile partecipazione e collaborazione  del socio interessato, capace anche di operare delle scelte di vita.

Valendoci anche dello studio e dell’esperienza di esperti di Medicina, Psicologia, Psicoterapia e Antropologia umana e cristiana,  converseremo su come  accedere e alimentare la “giovinezza interiore” per combattere: la solitudine, la depressione, l’inquietudine, l’incomprensione, l’insicurezza interiore, l’infelicità, la povertà di spirito.

Discuteremo altresì sulla conoscenza profonda di noi stessi per attingere “alla fonte inesauribile” della “vera giovinezza interiore”.”

A seguito dell’ invito della moderatrice, Prof.ssa Anna, sono intervenuti alla conversazione e condivisione sulle domande poste quattro soci. Ognuno di essi, rimanendo in tema e nei tempi stabiliti, ha condiviso alcuni aspetti della propria vita, con semplicità, umiltà e senza difficoltà, arricchendo così in Umanità i compagni di classe Unitre.

   Caramagno_Lab_Soc_3     Caramagno_Lab_Soc_4     Caramagno_Lab_Soc_5     Caramagno_Lab_Soc_7

Esternando i suoi complimenti e ringraziando  la moderatrice e gli intervenuti, il presidente-relatore ha fatto sintesi degli interventi evidenziando il denominatore comune di essi. Sostanzialmente, la fede cristiana ha avuto un ruolo decisivo negli aspetti della vita reale dei soci intervenuti.

Successivamente il relatore ha argomentato proprio “sulla giovinezza interiore”-

In questa sede sintetizziamo così quanto egli ha espresso.

Caramagno_Lab_Soc_2Esistono persone giovani che sono spiritualmente rigi­de. E ci sono anziani che sono pieni di speranza, di entu­siasmo  di vita e slancio interiore.

La giovinezza interiore è un atteggiamento dell'essere umano. Si manifesta nella vivacità interiore, nella vitalità, nell'attenzione e nell'apertura  a ciò che la quotidianità  presenta. Anche la ca­pacità di entusiasmarsi fa parte della giovinezza.

 «Si ha l'età che ci si sente», dice una frase molto ripetuta. Si riferisce alla giovinezza interiore.

Sono aperto a ciò che la vita ancora mi offre. Mi interesso alle cose. Leggo molto e mi piace conversa­re, perché la vita delle persone mi interessa.

La vec­chiaia non è mai soltanto la conclusione di uno stadio pre­cedente. È anche sempre un nuovo inizio. Ci sono cose nuove da sperimentare e da vivere, cose nuove da impa­rare e da scoprire in se stessi, nelle persone intorno a noi e nel mondo.

Proprio perché l'anziano sa che la sua vita avrà una fine, il suo compito è di restare vivo sino alla fine, di partecipare alla vita consapevolmente e di essere interiormente aperto a tutto ciò che gli si presen­ta ogni giorno.

Vivere con la consapevolezza che la vita è un dono meraviglioso. Come tale quindi, va da me vissuta, sia nella buona che nella cattiva sorte, sia nella gioia che nella sofferenza.

Non sono stato io a decidere di venire al mondo. Sono il frutto del grande dono di amore dei miei genitori e di Dio.

Il presidente-relatore, quasi a volere fare dono agli astanti di preziose perle letterarie, con cuore e palese entusiasmo, ha letto parte di due poesie nelle quali è espresso, in maniera eccellente, il concetto della vita come dono, proveniente da un misterioso eterno  passato e proiettato ad un eterno futuro, frutto dell’amore divino e dei genitori.

La prima, “Il racconto della vita” dell’anglo-indiano, Premio Nobel della Letteratura, Tagore; la seconda, Preghiera” della Prof.ssa  Daniela Aversa, docente presso il Secondo Ist. di Ist. Superiore “Ruiz” in Augusta e  nostra docente in anni precedenti.

Ha altresì letto, con il medesimo calore, stralci del bellissimo discorso di Papa Francesco,  grande esperto di “Umanità”,  rivolto a tutti gli uomini del mondo, per  porgere loro i suoi auguri per il nuovo anno 2016.

In essi, il Papa proclama la bellezza del dono della vita in tutte le sue fasi, esprimendo dei suggerimenti da prendere in seria considerazione per vivere bene anche la “terza età”.

(N.B. Per il lettore che fosse interessato, a margine, riportiamo i link per la lettura integrale di quanto citato):

  1. Il racconto della vita di Tagore;
  2. Preghiera della Prof.ssa Daniela Aversa;
  3. Discorso di Papa Francesco.

Avviandosi alla conclusione, nei tempi programmati, il relatore si è intrattenuto su  alcuni concetti per evidenziare che la terza età non è la fine dell’uomo.

Ha quindi ribadito che essa è una fase nuova della vita, durante la quale assume valore “la giovinezza dello spirito” da attenzionare e cercare di vivere come tale, per vivere meglio ed evitare i tantissimi disturbi e malattie di origine psicosomatica, facili ad insorgere, considerata la fragilità dell’organismo in età matura.

L'anziano, può essere un maestro di vita: il bagaglio acquisito nell'esperienza del passato può essere una preziosa chiave di lettura per l'oggi. Egli ha più tempo per vivere dentro di sé,  più tempo per pregare e per studiare, per ascoltare e consigliare, per sostenere e consolare i più giovani.

L’anziano non dovrebbe dimenticare ciò che diceva Santa Madre Teresa di Calcutta:

"Il passato appartiene alla misericordia di Dio; il futuro appartiene alla provvidenza di Dio; il presente appartiene all'amore di Dio".

In chiusura il presidente Caramagno, ha voluto dare lettura di quanto segue:

“Vale la pena  “decidere di impegnarsi per rimanere giovani nello spirito?”

Ritengo che ne valga la pena per delle motivazioni che, personalmente, reputo importanti e alle quali, dopo la mia elencazione, potremmo,  eventualmente, pensare di aggiungerne  altre.

  • Quali le motivazioni che mi sono sovvenute?
  • La vita è un grandissimo dono: origina da un atto di vero amore; per me cristiano, atto di amore divino e umano; e quindi tale dono non va sprecato ma utilizzato e goduto al meglio.
  • Sono persona unica e irripetibile: con un’anima immortale e come tale destinato all’eternità, quindi di valore inimmaginabile  e, per cui, non posso vivere da “miserabile”, anche se appartenente alla “terza età”.
  • Un grande santo spagnolo, san Giovanni della Croce, teologo e poeta lirico del 1500, dottore della Chiesa cattolica cristiana, ritiene che “un solo pensiero umano valga più di tutto il creato ”.
  • La terza età non è la fine dell’uomo; è l’età della maturità, della saggezza, del tempo pieno da dedicare a noi stessi.
  • La terza età è il tempo durante il quale, non più schiavi dall’orologio e dagli impegni essenziali, con amore gratuito, possiamo donare del tempo anche al prossimo bisognoso, meno fortunato o meno dotato di noi. Ciò è gradito a Dio, gratifica noi stessi, dà gioia al nostro spirito.
  • La terza età è l’età nella quale si può veramente raggiungere un equilibrio interiore, in quanto, più distaccati dagli assilli che le precedenti fasi della vita impongono e che, per natura, viviamo o siamo costretti a vivere, con più emotività e passione.

Altre considerazioni per impegnarsi a “rimanere giovani nello spirito”

  • Alla terza età potremmo convincerci che, da giovani, eravamo pieni di entusiasmo e impegnati in sogni e progetti da realizzare. Adesso riteniamo  che non ne valga la pena, rinunciamo e ci sentiamo stanchi.
  • Siamo diventati scettici di fronte a grandi idee, preferiamo il quieto vivere, e chiusi nell’orticello del  nostro egoismo, ci spegniamo, languiamo e preferiamo vivere alla giornata. Ecco perché dovremmo impegnarci a “rimanere giovani nello spirito”
  • Anche se da  giovani credevamo alla presenza in noi dell’anima immortale, nella fase della terza età si insinuano tanti dubbi, ci convinciamo di essere finiti nel tempo e la conseguente angoscia ci spinge a rinunciare all’impegno di “rimanere giovani nello spirito” e quindi ai benefici che ne potremmo trarre.
  • “Rimanere giovani nello spirito” ci fa apprezzare il dono del tempo, per cui nella terza età dovremmo rapportarci ad esso in maniera diversa. Si tratta di acquisire la consapevolezza del tempo, di percepirlo e di viverlo come tempo prezioso.
  • “Rimanere giovani nello spirito” consiste anche nel vivere il tempo  in modo nuovo, non più come avversario, ma come amico.
  • “Rimanere giovani nello spirito” ci è di grande aiuto quando, nella terza età, il corpo si fa sentire. Ciò potrebbe anche rappresentare un’opportunità per rapportarsi ad esso in maniera diversa e con più consapevolezza. (Potremo avere tempo in futuro di conversare su tale aspetto della vita)
  • “Rimanere giovani nello spirito” potrebbe anche crearci la piacevole illusione o sensazione che in fondo quasi non crediamo ai nostri anni anagrafici; e mentre il tempo scorre veloce, piacevolmente avvertiamo che, in tale maniera, quasi possiamo fermarlo.
  • “Rimanere giovani nello spirito” allontana da noi tanti disturbi di origine psicosomatica.
  • “Rimanere giovani nello spirito” ci aiuta a crescere in Umanità.

La Redazione.


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