16 Gennaio 2011
domenica 16 gennaio 2011
“L’Unitre, La Città e il nostro blog”
*Il mio inizio del nuovo Anno 2011
Superando la personale riservatezza che spesso mi imprigiona, e per dare avvio e concretezza alla rubrica che abbiamo inserito nel nostro blog “L’Unitre, la Città e il nostro blog”, desidero partecipare ai lettori le mie riflessioni sul recente “tempo presente”: il nuovo Anno appena iniziato.
L’inizio del nuovo Anno 2011, è stato nel mio intimo vissuto riflettendo molto su dei pensieri che il mio carissimo amico Lino, affetto dai terribili dolori del tumore che ormai lo portava alla fase terminale della vita, aveva scritto e consegnato ai familiari:
“L’anima mia, non più nel limite del tempo e dello spazio,
ma sciolta dai lacci terreni, canta per l’eternità la Bontà del Signore.
Unitevi al mio gaudio e tutto sia festa”.
(Lino)
La moglie che, su mia richiesta, poco prima della fine dell’anno, mi consegnava quei “preziosi pensieri”, per quanto visibilmente commossa, esprimeva serenità interiore.
Lino, uomo di fede e di profonda convinzione cristiana, risiedeva fuori Augusta. Lo sapevo in fin di vita. Imbarazzato sentivo di volerlo salutare per essergli vicino almeno telefonicamente. La conversazione è avvenuta qualche giorno prima del suo ultimo respiro. Con molta semplicità, e senza giro di parole, mi confermava la sua serenità, nonostante le sofferenze e il dispiacere per l’imminente distacco dagli affetti terreni e della pena che procurava ai suoi cari.
Le parole, i pensieri scritti da Lino sono stati costantemente presenti nella mia mente e nei miei silenzi nei primi giorni dell’anno 2011. Hanno confermato in me credente in Gesù Cristo, che nel mondo “tutto è vanità”. Che il tempo ci è dato per operare il Bene e vivere nell’Amore.
Così operando, il fluire del tempo, non colma il cuore dell’uomo di tristezza, se egli riesce, con l’aiuto divino, a fare propri e vivere i dettami del Vangelo: glorificare Dio e fare bene ai fratelli
Questo ha testimoniato Lino con la sua vita: ha raggiunto la libertà interiore e la serenità nella sofferenza.
Così vivendo, pur nelle difficoltà di ogni giorno, si può avere il cuore colmo di serenità e anche di gioia consapevoli che l’esistenza terrena, per l’uomo, è banco di prova e cammino per rendere più vicino, fin da questa vita, l’incontro con Dio.
Pippo Caramagno
N.B. Per commentare, con riflessioni personali quanto sopra si potrebbe scrivere:
- sul senso della vita;
- sul modo di vivere la sofferenza fisica e/o morale;
- sull’eternità;
- ecc.. ecc…..
Ovviamente quelle indicate sono semplicemente delle piste di eventuali riflessioni, senza alcun limite ad altre riflessioni che ognuno potrebbe maturare ed esprimere per “arricchire umanamente il lettore”. Ciò può anche essere fatto anonimamente o servendosi di un pseudonomo.