Paolo Caliari detto il Veronese, "Il ratto di Europa", 1580
Olio su tela 240 x 303 cm, Esposto nel Palazzo Ducale, Venezia.
Giove, innamorato della principessa fenicia Europa, decide di rapirla assumendo le sembianze di un toro.
In primo piano la bella, vinto l'iniziale timore, siede fiduciosa ed ignara sul falso toro che le lecca il piede, baciandolo amorevolmente.
Le ancelle la sostengono mentre degli amorini volano gettando fiori dall'alto.
Sul fondo ci viene raccontato il seguito della storia: il toro lascerà la riva portando con sé Europa, mentre le ancelle tenteranno di fermarlo gettandosi in acqua.
Risalta su tutto la grande eleganza della composizione e la qualità straordinaria del colore, vivo e ricco di luce, che esalta la sensualità della fanciulla.
Il mito raffigurato narra come Giove, innamorato della giovane Europa, le si presenta sotto forma di toro, riuscendo a rapirla, per condurla nell'isola di Creta (ove nasceranno i tre figli della coppia, Minosse, Sarpedone e Radamanto).
Splendidi i particolari del volto di Europa, con i capelli biondi intrecciati di fiori di campo, e del verde paesaggio che scende verso il mare, in cui si dipana, a sequenze, il racconto.
Quest'opera sarà uno dei modelli più apprezzati dagli artisti protagonisti, già agli esordi del Settecento, del revival veronesiano, soprattutto Sebastiano Ricci e Giambattista Tiepolo.
Donato alla Serenissima dal nobiluomo veneziano Bertucci Contarini, viene collocato nel 1713 nella sala dell'Anticollegio di Palazzo Ducale.
Quest'opera sarà uno dei modelli più apprezzati dagli artisti protagonisti, già agli esordi del Settecento, del revival veronesiano, soprattutto Sebastiano Ricci e Giambattista Tiepolo.
Donato alla Serenissima dal nobiluomo veneziano Bertucci Contarini, viene collocato nel 1713 nella sala dell'Anticollegio di Palazzo Ducale.