Giambologna, pseudonimo di Jean de Boulogne, "Ratto delle Sabine", 1583
Statua in marmo, 410 cm di altezza, ubicata nella Loggia della Signoria, Firenze
L'arcata di destra della Loggia della Signoria è dominata dal cosiddetto Ratto delle Sabine, capolavoro tecnico del Giambologna.
L'artista originariamente non si era proposto di scolpire l'episodio leggendario degli albori di Roma con il rapimento delle donne dei Sabini da parte dei compagni di Romolo, ma solo tre figure interagenti e in movimento: rappresenta un giovane che solleva sopra la sua testa una fanciulla, mentre bloccato fra le gambe del giovane un vecchio si dispera; per questo la statua è anche nota come le tre età dell'uomo.
Il rapimento, secondo Jean Boulogne, valeva per metafora universale dell'amore che tutto vince.
Una vera proposizione di maestria fu quella di condurre in grande scala, (4 metri e 10 d'altezza), tre figure da un unico blocco di marmo, superando Michelangelo e Baccio Bandinelli.
Il rapimento, secondo Jean Boulogne, valeva per metafora universale dell'amore che tutto vince.
Una vera proposizione di maestria fu quella di condurre in grande scala, (4 metri e 10 d'altezza), tre figure da un unico blocco di marmo, superando Michelangelo e Baccio Bandinelli.