lunedì 29 novembre 2010

Augusta nella II Guerra Mondiale:
storia e frammenti di vita
Diario di un progetto

Via Principe Umberto dopo un bombardamento

L’idea
E’ difficile individuare con esattezza la nascita di un’idea. Certo c’è sempre il momento dell’intuizione, quello che i cartoni animati amano rappresentare con la lampadina in testa che si accende e segna la svolta, ma credo che l’idea resti sempre e comunque il frutto dell’esperienza, della vita vissuta, magari inconsapevolmente custodita e poi un giorno data alla luce. È così ritrovo la culla dell’idea di questo documentario nel pranzo domenicale di un inverno riscaldato dal sole e dalla mia famiglia che si riunisce attorno alla tavola. Mio nonno come sempre è lì a capotavola, in silenzio, ad ascoltare le nostre piccole avventure settimanali. Ogni tanto sorride ma resta in silenzio. Poi, come accade spesso, sul finire del pranzo, quando all’euforia dell’appetito segue la lentezza dell’appagamento, prende lui la parola. Si apre una finestra sul passato, comincia il Racconto. Memorie di fatica sui campi, di gente che non c’è più, di una preziosa vita antica che posso solo immaginare. Immancabilmente poi arriva la guerra. La mia attenzione aumenta, e in testa mi rimbombano parole come aerei, sottomarini, bombe, rifugi, grotte, tedeschi, alleati, schegge, morte, distruzione. Mi colpiscono perché con tutto lo sforzo immaginativo possibile trovo difficoltà a legare la storia di guerra letta e vista al cinema e in TV alla storia di Augusta, del suo porto, della sue strade, delle sue case, dei suoi abitanti morti e sopravvissuti, alla storia dei miei nonni.
Ma non basta, serviva un’altra esperienza per dare vita a questo progetto, ed ecco che arriva l’insegnamento all’Unitre di Augusta. Un’occasione unica nella quale posso trasmettere ad un uditorio, per me nuovo, i contenuti di una materia tutto sommato giovane, come l’Etica della comunicazione, fatta di tante parole apparentemente lontane dalla terza età: Internet, mediocrazia, informazione digitale, cyberspazio, realtà virtuale, etc. Eppure l’interesse mostrato da questi nuovi alunni supera ogni mia aspettativa: la lezione diventa spesso confronto, sento la simpatia e il calore di una “famiglia allargata di nonni” e torno a casa dopo la lezione con l’impagabile consapevolezza di aver ricevuto più di quanto ho dato.
E l’idea prende forma. In una società sempre più digitale dove l’ideologia del nuovo tende a cancellare il passato come ingombrante zavorra, priva di interesse, dove il giovane deve restare giovane a tutti i costi e il vecchio non ha più niente da insegnare, perché non sfidare ogni tendenza e ridare voce al passato? Perché non usare proprio le nuove tecnologie di comunicazione per riconferire il giusto valore alla memoria e alla saggezza della terza età?
Non spetta forse ai più grandi il ruolo fondamentale di trasmettere la cultura, la saggezza pratica, i valori, attraverso il racconto della loro storia? Non ha forse il nostro stesso paese il diritto di raccontarsi attraverso i suoi abitanti e i suoi fatti più significativi per riscoprire la sua vocazione?
In fondo, non bisogna inventare niente di nuovo. Basta raccontare ciò che è realmente accaduto, e i soli che lo possono raccontare sono coloro che hanno vissuto in prima persona quegli eventi.
Ma perché raccontare proprio gli eventi e le storie personali legate alla seconda guerra mondiale? Perché lo spettro della violenza, dell’odio e della guerra è sempre dietro l’angolo e aspetta che il ricordo del passato si affievolisca per attecchire nuovamente, si ciba della nostra dimenticanza. Perché il periodo di guerra, nella sua dimensione drammatica ha rappresentato un contenitore di storie di eroismo, di capacità estreme di sacrificio, di impegno civico, di solidarietà, di amicizia. Un contenitore prezioso di racconti che non devono andare perduti e di cui le nuove generazioni, più o meno consapevolmente, sono affamate.
Nasce il progetto
Realizzare un documentario video che raccolga le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona le vicende della seconda guerra mondiale ad Augusta. È questa la proposta che faccio durante una lezione all’Unitre nel Dicembre del 2008. L’associazione di umanità e cultura augustana sposa immediatamente l’idea e si attiva per fornirmi i contatti per le interviste ed il primo materiale fotografico. Il dott. Pippo Caramagno, presidente dell’Unitre, che sento già da ora di ringraziare, si impegna personalmente dal primo giorno per la presentazione e la promozione del progetto presso l’amministrazione comunale.
Dal Gennaio del 2009 ad oggi, senza alcun finanziamento, vengono effettuate decine di interviste e riprese video, grazie soprattutto alla collaborazione del dott. Roberto Furnari amico ed appassionato in riprese e montaggio video, nonché autore di diversi cortometraggi.
Nel 2010 finalmente, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2010/2011 dell’Unitre, grazie al constante impegno del suo presidente, dopo la presentazione del video “Promo” del documentario, arriva l’impegno pubblico del Sindaco, dott. Massimo Carrubba a sostenere il progetto.
L’impegno espresso nelle parole del sindaco è motivo d’incoraggiamento per me e per l’Unitre. È segno che quell’idea, nata attorno ad un tavolo e sostenuta dall’entusiasmo di tanti, ha un valore, e che questo progetto, oggi in fase di sviluppo, ha maggiori chance non solo di venire terminato ma anche di trovare grande eco presso tutta la cittadinanza augustana!
Il progetto in sintesi
ü Obiettivi:
§ Preservare la memoria storica del nostro paese attraverso il ricordo di un evento drammatico tanto “vicino” nel tempo quanto “lontano” dalle nuove generazioni: la Seconda Guerra Mondiale.
§ Creare un ponte tra il passato ed il presente che possa stimolare nei giovani augustani la ricerca delle loro radici storiche e culturali.
§ “Ridare realtà” alle storie di guerra[1] nostrane.
ü Perché il documentario video?
§ Permette di ricostruire vita, storia e costumi degli anni che vanno dal ’30 al ’50, attraverso le testimonianze dirette di chi li ha vissuti: volti, espressioni ed emozioni che solo il video può immortalare.
§ La procedura che porta alla realizzazione del video prevede la digitalizzazione di foto e documenti che sono ancora solo in formato cartaceo, contribuendo alla loro salvaguardia e alla loro divulgazione, ai fini conoscitivi e storici, nel tempo.
§ L’utilizzo del linguaggio audiovisivo risulta particolarmente efficace per la comunicazione alle nuove generazioni, inoltre, servendosi del supporto digitale, permette un’ampia fruizione del contenuto e la possibilità di essere riprodotto in diversi contesti culturali.
§ Non è stato realizzato ad Augusta alcun documentario del genere.
ü Perché ora?
L’evento storico che il documentario ha come oggetto è relativamente vicino nel tempo e permette una ricostruzione con testimonianze dirette di chi l’ha vissuto, e che oggi ha un’età che va dai 70 anni in su. Ritardare la sua produzione vorrebbe dire perdere per sempre la sua più importante fonte: le persone!
Concludo questo breve diario del progetto con la frase che appare alla fine del video “Promo” del documentario: “La memoria resiste, il progetto va avanti”.
25/11/2010
Antonio Caramagno


[1] Come spesso sottolineato da storici, psicologi ed esperti di comunicazione le immagini di film e documentari contribuiscono a creare una memoria collettiva della seconda guerra mondiale, spesso non percepita come “reale” ma come semplice “fiction”, finzione, il che, di conseguenza, impoverisce l’impatto formativo che questa parte di storia ha sulle nuove generazioni. Di fronte al pericolo di revisionismi storici, legare l’evento II guerra mondiale alla storia locale di Augusta, significa riportare questa storia alla sua dimensione “reale”, farla diventare la “storia dei nonni”, dei luoghi conosciuti resistiti agli eventi.

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