26 Marzo 2014
Carissimi Franca e Pippo, a “riflettori spenti”, dopo una decina di giorni dalla fortunata serata di presentazione del libro “Carissimi nonni di domani, noi ragazzi di ieri …”, desidero esprimere alcune mie considerazioni.
La presenza a quella serata di un così folto e qualificato pubblico eterogeneticamente composto da Unitrini, Autorità ed Ospiti a vario titolo, a mio avviso, è stata dettata dalla grande aspettativa che questa doviziosa raccolta di “Umanità” ha suscitato in tutti noi. D’altronde, dopo il successo delle due precedenti esperienze editoriali dell’UNITRE di Augusta, non poteva che essere così. Gli ingredienti c’erano tutti: sapiente raccolta ed attenta selezione (con la magistrale guida di Franca Morana Caramagno ..…); cosciente e razionale avallo aprioristico dell’eclettico Presidente Pippo Caramagno; la devota partecipazione di tutto lo staff Unitrino.
Ma il libro, sapientemente “letto” per tutti noi dalla splendida Gabriella Rista Bellistri, e “sottolineato” nel suo essere dagli attenti interventi dei due fini lettori Alessandro D’Oscini e Carlo Gigli, arricchito con le belle “tavole” di vita vissuta ad opera di Unitrine ed Unitrini, nonché di giovani virgulti, è subito entrato nel cuore degli astanti, come il calore di una carezza o l’emozione del primo innamoramento adolescenziale. L’attento e religioso silenzio, l’afflato condiviso col quale tutti abbiamo “vissuto” quella magia ne è inequivocabile prova.
Ma il successo di un libro si misura dopo; e così è stato, quando, nell’intimità della lettura, soli con quelle pagine intrise di vero Amore, di sentimenti e nostalgia ma prive di rimpianti ed ancor più di rimorsi, ci si scopre a condividere molte delle esperienze descritte dagli autori dei brani, stralci della loro vita, raccolte in questo magico scrigno.
Personalmente, nel leggere alcune di quelle testimonianze, mi sono divertito ad immaginare chi ne fosse l’autore. Trovando spesso, cordiale ed affettuosa conferma nel leggere la firma in calce. Amici di quei tempi non del tutto andati, conoscenti più o meno recenti. Tutti accomunati da un unico comune denominatore: il desiderio, mal celato ed ancestrale, di “comunicare” una piccola esperienza, un refrain del proprio vissuto.
Leggendo il “nostro” libro, ci accorgiamo come in esso serpeggi un attaccamento alla vita che rappresenta il miglior vaccino contro l’invecchiamento, l’antidoto più sicuro al lasciarsi andare. Vi si legge vitalità, voglia di trasmettere il proprio “esserci stati ed esserci ancora” alle nuove generazioni. Nel leggere i brani di questo “vademecum dell’eterna gioventù”, non trovo “nonni”. Riscopro ragazzi un po’ attempati che si arricchiscono giorno per giorno di nuove esperienze e di nuovo sapere, desiderosi di scoprire ancora tanto della vita, del mondo.
Credo che questo sia un meraviglioso messaggio di ottimismo e di fiducia per i “nuovi giovani, nonni di domani”. Certo, alcuni dei racconti sono imbevuti di malinconiche riflessioni, eppure, in tutti ho trovato il bicchiere mezzo pieno e mai mezzo vuoto. L’entusiasmo di quei “ragazzacci tuppettari” che si sono esibiti quella sera, ad esempio, denota vitalità, voglia di esserci, voglia di tramandare lo spirito giusto.
Ecco perché, visto che a scuola non si insegna più l’educazione civica, sarebbe d’uopo che le Insegnanti di lettere di tutte le scuole, di ogni ordine e grado ed indirizzo, facessero leggere dei brani di questo “testamento spirituale”, in classe, per commentarne insieme agli alunni i contenuti ed i significati più reconditi. Una più completa lettura a casa, ne sono certo, farebbe riscoprire ai nostri “nonni di domani” alcuni valori che, pur se non del tutto dimenticati, mi sembrano che siano ormai un po’ sopiti. Colpa, forse, della troppo repentina globalizzazione informatica o solo di un eccessivo narcisismo che ha eretto barriere familiari nelle nuove generazioni.
Una riflessione un po’ amara, però, vorrei farla. Nel titolo del libro, noi, ragazzi di ieri, ci rivolgiamo ai nonni di domani, quasi un voler tenere idealmente per mano i nostri nipotini, nonni di domani. Ma, in mezzo, c’è un’altra generazione: i figli di oggi. Ecco, forse è proprio a loro che gioverebbe leggere subito, “bere” subito, l’amore profuso in questo libro, per scacciare la loro frequente indolente ed abulica rassegnazione.
Sono loro, infatti i progenitori dei nostri nipoti e se noi, ragazzi di ieri, non sappiamo essere loro vicini, guidarli, farli maturare con le giuste attenzioni, cure, interessamento, dialogo, sano confronto e soprattutto tanto Amore e disponibilità, avremo solo fatto un gran parlare per nulla.
Questo libro merita di essere discusso nei salotti bene della nostra martoriata Augusta, ma se ne potrà parlare in riva al mare quest’estate; leggerlo in viaggio, identificandosi in quel ciclo circadiano che rappresenta l’ineluttabilità dell’infinito scorrere dell’esistenza di noi tutti.
Ho letto con interesse anche le testimonianze dei giovani; i testimoni del domani. Vi si scopre rispetto, educazione, voglia di sane emulazioni. Allora c’è speranza per i “nonni di domani”, quando noi, “ragazzi di ieri, ma anche di oggi e speriamo di dopodomani”, non potremo più guidarli, istruirli, se non lasciando loro queste testimonianze di vitalità e voglia di essere più che di apparire: questo prezioso libro voluto dall’UNITRE di Augusta, grondante “umanità” da ogni pagina.
E’ con questo spirito che ho acquistato e regalato questo volumetto ai miei figli, a mio nipote (che potrà leggerlo solo tra qualche anno …) ed ai miei migliori Amici. Da alcuni di loro ho già avuto un positivo riscontro e credo che dovrò acquistarne ancora qualche copia per i loro “nonni di domani”. E’ così che funziona.
Spero che siano in molti a comprendere l’alto significato storico, umano e riflessivo che questo libro racchiude in sè. Duecentottanta pagine di alti concetti verbali, splendide foto, serafiche poesie, stimolanti disegni. Ricordi, passioni, speranze, di vita “realmente vissuta”.
Grazie di cuore per quello che ci avete permesso di condividere,
Salvo Cannavà
Commenti
leggo e rileggo da alcuni giorni questo articolo e anche la sua testimonianza sul libro e non posso fare a meno di scrivere un mio commento.
Devo dirle che ogni volta che leggo un suo scritto riconosco subito lo stile e quindi l'autore.
Io di libri ne ho già presi otto e forse non ho ancora finito. Sono convinta che fra qualche anno i miei nipoti, ancora piccoli, sapranno apprezzarne la preziosità del contenuto. Le mie figlie la apprezzano già.
Le faccio i miei complimenti per il suo modo di porgersi e di descrivere tutto con minuzia di particolari, ricchezza di contenuti ed estrema chiarezza.
Grazie per ciò che ci trasmette.
La saluto cordialmente,
Pina Patania Daniele.