Antologia di pensieri e ricordi in prosa
Questa rubrica raccoglie gli scritti di prosa ricordi o racconti dei soci-alunni dell'Unitre.
26 Ottobre 2012
Pubblichiamo un racconto del nostro già docente di gastroenterologia Dr. Guido Passanisi.
L'ultima sigaretta.
Finalmente ce l’aveva fatta ! Ormai nulla e nessuno avrebbe potuto privarlo della certezza di raggiungere un obiettivo sino ad allora tanto a lungo e tanto vanamente inseguito: liberarsi definitivamente della schiavitù dal fumo ed entrare a far parte della sempre più vasta schiera degli eletti, ex-fumatori .
In effetti, però, non era stato sempre così… tutt’altro!
Anche andando col pensiero a ritroso nel tempo, sino ai limiti più’ remoti della memoria, non riusciva a ricordare un solo momento della sua vita che non avesse il sapore acre ed urente del tabacco, nè alcun evento a cui i suoi occhi non avessero assistito attraverso la cortina, tenue ed azzurrognola, del fumo di una sigaretta.
Sempre premurose nell’alleviargli le sofferenze nei momenti più difficili della giornata, sempre pronte a condividere con lui i momenti di gioia e di piacere, le bionde erano presto divenute, ricambiate, le più fedeli compagne di gran parte della sua vita.
Ad un certo punto, però, era iniziato, quasi impercettibilmente, un progressivo cambiamento: era accaduto quando la sigaretta aveva iniziato a perdere, nell’immaginario collettivo, i connotati di accessorio indispensabile per essere a’ la page, elemento che rafforzava l’immagine virile ed il carattere da ‘duro’, per lui così importanti per la sua attività, assumendo invece quelli di testimone di una condizione di debolezza di carattere e quando, sotto la spinta delle sempre più frequenti campagne anti-fumo, anche lui, come quasi tutti i fumatori, aveva sempre più spesso dovuto sentirsi come un emarginato, quasi un appestato.
Ma il colpo di grazia all’idilliaco rapporto con le bionde era arrivato quando alcuni acciacchi di salute, legati in gran parte all’età (ormai non era più’ un ragazzino …), avevano indotto i medici – alcuni dei quali mentre, frettolosamente, nascondevano in un cassetto della scrivania il posacenere colmo di cicche … - a raccomandargli di smettere di fumare.
A quel punto l’atavico istinto di conservazione aveva prevalso, inducendolo a decidere di por fine – suo malgrado – a quella convivenza, invero piacevole e sino ad allora assai bene accetta, che durava da tempo immemorabile.
Una brutta sorpresa, tuttavia, lo attendeva: aveva infatti dovuto ben presto rendersi conto che il proposito era tutt’altro che semplice da attuare e si era ritrovato costretto ad ammettere che anche lui, malgrado le sue convinzioni, si trovava in una condizione di schiavitù nei confronti del fumo.
Come per tanti altri aspiranti ex-fumatori, era quindi iniziato anche per lui l’abituale calvario fatto di innumerevoli tentativi di smettere, intercalati da crisi di coscienza, ricorso a strategie di ogni genere, puntualmente frustrate da sistematici insuccessi, masturbazioni mentali alla ricerca di alibi per continuare a perseverare nel vizio senza eccessivi sensi di colpa e quant’altro, fino a quando…
Fino a quando, un giorno, aveva casualmente iniziato a sentir parlare di un libro che avrebbe permesso ad una moltitudine di fumatori, anche accaniti, di liberarsi – miracolosamente e quasi senza rendersene conto – dalla condizione di schiavitù dal fumo.
Scettico per natura, aveva inizialmente pensato al solito manuale scritto dallo sciamano di turno; poi, però, il semplice fatto di tornare periodicamente a sentirne parlare in termini entusiastici aveva insinuato in lui il tarlo del dubbio e della curiosità.
Ciò che più lo solleticava era il fatto che nessuno fosse riuscito a spiegargli il meccanismo mediante il quale un obiettivo così arduo da raggiungere potesse essere perseguito con tanta facilità ed in così tanti casi attraverso la lettura di un semplice libello di poche decine di pagine.
Nemmeno alcuni ex-fumatori con cui aveva avuto occasione di confrontarsi personalmente avevano potuto svelare l’arcano: era come se un segreto imperscrutabile o un antico anatema si celassero tra le pagine di quel libro, col risultato di trasformare il suo iniziale scetticismo in una sorta di curiosità ossessiva e morbosa.
Neanche a farlo apposta, di lì a poco, essendosi trovato un giorno, per lavoro, a casa di un cliente, gli era capitato di notare su una scrivania, seminascosto in una pila di fogli e documenti, un libriccino dalla veste grafica insignificante, con la copertina sgualcita ed i fogli ingialliti; stava per metterlo da parte, quando, con sorpresa, questo si era rivelato essere proprio l’oggetto della sua curiosità!
Quasi inconsciamente, spinto dal desiderio di carpire quel segreto così ben occultato, aveva iniziato a leggerne le prime pagine per ritrovarsi, ben presto, talmente coinvolto in quella ricerca da perdere totalmente la cognizione del tempo e rischiando così di veder compromessa la buona riuscita di quel lavoro e di far saltare gli altri impegni programmati per quella giornata.
Ripresosi fortunatamente da quello stato di estraniamento dalla realtà contingente ma, allo stesso tempo, assolutamente deciso a riprendere appena possibile l’esame del misterioso libro, alla fine – pur vergognandosene con se stesso – lo aveva rubato ! (se si fosse venuto a sapere che aveva rubato un libro la sua reputazione professionale non ne avrebbe certo tratto giovamento…).
In effetti, quello non era stato l’unico oggetto che si era portato via ma, certamente, a quel libro aveva dedicato, quasi ossessivamente, la maggior parte delle sue attenzioni nei giorni seguenti: lo teneva sempre con sè e, non appena se ne presentava l’opportunità, ne riprendeva voracemente la lettura (con i suoi ritmi, beninteso, che non erano certo quelli di un divoratore di libri, dato che, nel suo ambiente, la letteratura non era certo uno dei passatempi preferiti e che le sue letture, sino a quel momento, si potevano contare sulle dita di …mezza mano).
Non era neanche solo curiosità fine a se stessa quella che lo spingeva a tanto: innanzitutto voleva verificare se il libro avrebbe funzionato anche con lui e poi, non secondariamente, era convinto che, ove fosse riuscito ad appropriarsi della formula magica che certamente tra quelle pagine doveva nascondersi, avrebbe saputo ricavarne ben più che la semplice libertà dal vizio di fumare!
Purtroppo, però, l’odiato, misterioso libercolo sarebbe stato anche la prova che lo avrebbe irrimediabilmente inchiodato alle sue responsabilità quando, in seguito ad una imperdonabile leggerezza commessa a causa della distrazione di quei giorni, la polizia era riuscita ad identificarlo e a localizzare il nascondiglio dove celava i proventi di una intera vita di ‘onesto lavoro’.
Perlomeno, però, non gli sarebbe mancato il tempo, nei giorni di lì a venire, di portare a compimento quella che, nell’ultimo periodo, era stata la sua principale occupazione e di trovare infine anche le risposte che tanto ossessivamente aveva cercato…
Comprese così che non c’erano formule magiche occultate tra le pagine del libro che si limitava, semplicemente, a mettere i lettori nelle condizioni migliori per affrontare una prova che si sarebbe completata con successo solo facendo leva sull’orgoglio, sull’amor proprio e sulla forza di volontà.
Ognuno, poi, avrebbe seguito per far ciò un proprio percorso: esclusivo, personalissimo ed a volte assolutamente originale, proprio come era accaduto a lui.
Sì perché lui era uno di coloro che alla fine ce l’avevano fatta: non c’erano più dubbi sul fatto che quella che aveva appena terminato di fumare sarebbe stata l’ultima sigaretta della sua vita!
Ed infatti, di lì a qualche istante, lo schiocco secco della corda del boia che gli si serrava attorno al collo giunse a dissipare – inappellabilmente – gli ultimi dubbi residui.
Guido Passanisi.
PS: l’ oggetto ispiratore di questo racconto e della mia personale campagna di liberazione dal fumo si intitola “ E’ facile smettere di fumare se sai come farlo ”, è scritto da Allen Carr ed edito in Italia da EWI srl, Milano.