19 Giugno 2020
65 - TIMORE - PER SE’ STESSI E PER I PROPRI CARI – Uno degli elementi stressori che è emerso in maniera ricorrente ha riguardato anche il timore per la salute propria e delle persone care. La paura di essere contagiati e di contagiare gli altri. Di recarsi da medici e professionisti vari. Di uscire a fare la spesa; o di farsela portare a casa. O di andare a lavorare e tornare a casa contagiati e contagianti.
La rabbia ed il senso di impotenza per non poter essere vicini al familiare ammalato, residente altrove. Al nipotino che compie gli anni e che ci manca ed a cui manchiamo e che non sa farsene una ragione. La paura di non poter rispettare gli appuntamenti per gli esami diagnostici fissati. Il timore di ammalarsi d’altro e non poter essere curati per le ovvie difficoltà ospedaliere di questo momento. Ma, sopra ogni cosa, la ragione primaria di ansia e di sconforto e, a volte anche di depressione, è stata ed è il non poter assistere alla fase terminale di un familiare. Di non averlo potuto accompagnare e salutare per l’ultima volta. Il saperlo solo, morente in ospedale, senza il conforto di un affetto caro. Il non aver potuto fare il funerale, per tributargli i dovuti onori affettivi e di rispetto, con parenti ed amici. Il non aver potuto ricevere, da questi, conforto e sostegno fisico e psicologico. La difficoltà, a valle di tutto ciò, di metabolizzare il lutto condividendolo con le altre persone care al decuius. Il senso di colpa o di rammarico per quel “ti voglio bene” non detto a sufficienza. E, soprattutto, non detto alla fine, quasi ad invocare un perdono o semplicemente per dire grazie. La paura di non farcela, di non riuscire a risollevarsi da tutti questi problemi incombenti. E, allora, facciamo ricorso a tutte le nostre risorse. Ma non facciamolo da soli. Riscopriamo l’unione. Il significato di mutuo soccorso. Uniamo più forze. Lasciamoci consigliare e sperimentiamoci nuovamente. Riprendiamo in mano quel tema delle elementari. Rileggiamolo con l’esperienza dell’età. Completiamolo con il nostro vissuto ed i nostri progetti e sarà allora che, noi stessi, potremo assegnarci il voto che meritiamo veramente.