caramagno_pasqua_2016L’incontro ha avuto per oggetto: “Da Bauman, famoso sociologo teorico sostenitore della società-liquida, a un viaggio particolare per conoscerci meglio, uscire da detto “pantano” e vivere meglio da uomini liberi e gioiosi”.

Il Dr. Giuseppe Caramagno, relatore della serata, esordisce iniziando dal concettosi “Società liquida” di Bauman.

Quando Zygmunt Bauman ha elaborato il concetto di “modernità o società liquida”, forse nemmeno lui si aspettava che l'espressione diventasse quasi di uso comune.

Ma cosa si intende esattamente per “società liquida”?

“Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi.

Questo soggettivismo – così Umberto Eco spiegava Bauman - ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui una situazione in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità.”

La modernità liquida, per dirla con le parole del sociologo polacco, è “la convinzione che il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza”.

Scrive ancora Bauman:

«Eti­chette, marchi e loghi sono i termini del linguaggio del riconosci­mento»;

«La via che porta alla felicità pas­sa per i negozi, e quanto più sono esclusivi, tanto maggiore è la fe­licità cui si arriva»; ma le ricerche dimostrano come le gioie del consumo «si dissolvono e svaniscono presto, lasciando dietro un'ansia durevole»

Ma in quale modo si può apprendere l'arte della vita?

Dob­biamo «tentare l'impossibile», dice Bauman, «dare le ali» a ciò che ci blocca a terra come un macigno.

A questo rimandare e far­si condizionare da ciò che non dona la felicità Bauman ricorda co­me «la nostra vita è un'opera d'arte [...]. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo porci delle sfide difficili».

Riferendoci a questa analisi fatta da Bauman, constatiamo che l’insoddisfazione, il sospetto, la paura, a volte la disperazione, insidiano ancora, nonostante tutto, l’uomo e la donna di oggi!..

Senza facili pessimismi, bisogna riconoscere che l’orizzonte è piuttosto sconfortante!

La domanda che il relatore si pone e pone all’uditorio, diversa ma non contrapposta, a quella del sociologo citato è la seguente:

L’uomo è sempre scontento, inappagato, perennemente insoddisfatto, inquieto: perché?

Il presidente Caramagno sostiene che per comprendere il motivo per cui le cose di questo mondo, da sole, non possono darci la felicità, bisogna risalire ai motivi della nostra venuta al mondo e conoscere meglio noi stessi. E proprio per dare ai nostri soci delle motivazioni profonde a tale affermazione, egli in due incontri precedenti, e di cui ai successivi indicati link, si è soffermato a relazionare, da un punto di vista di antropologia umana, su “Uomo conosci te stesso." (incontro del 13 febbraio 2017  - incontro del 6 marzo 17)                                                                  

L’uomo di oggi ha dimenticato o non crede di essere composto di corpo, psiche e spirito, per cui mentre cura la soma o il corpo e la psiche, annulla o non tiene conto dello spirito. Così facendo vive in disarmonia con sè stesso e con le conseguenze dette: scontentezza, insoddisfazione, frustrazione, ansie, depressioni.

IL relatore pone l’interrogativo:

“Siamo veramente convinti che siamo spiriti incarnati: un unicum, composto di corpo, psiche e spirito?”

Il nostro spirito sta in profondità rispetto alla psiche, ossia il nostro intelletto, la nostra volontà, la nostra immaginazione ed i ricordi.

Fanno parte del nostro spirito le seguenti funzioni:

  • i rapporti di comunione (l’abilità, il desiderio, il bisogno che sente ciascuno di noi di vivere in comunione con sé stesso, con il prossimo e di venire in rapporto con l’assoluto, il soprannaturale, il trascendente, Dio);
  • la coscienza (la facoltà di distinguere il vero dal falso; il bene dal male);
  • e per i credenti, le intuizioni spirituali (la nostra capacità di ricevere i doni dello Spirito Santo).

Secondo gli studiosi, “non va dimenticato che la psicologia lavora nel registro dell’analisi e della interpretazione dei fenomeni psicologici, che stanno nello spazio delle scienze umane, mentre la spiritualità vive di un altro livello di senso: l’orientamento ultimo della vita umana e il suo significato.”

Si può dedurre che alimentiamo la parte nobile di noi stessi, lo spirito, se diamo senso all’orientamento essenziale della nostra vita umana  con un vivere coerente ai  contenuti che essa impone.

Ma quali contenuti, il vero senso della vita, impone all’essere umano?

Forse non è difficile scoprire e ammettere che sostanzialmente “la regola d’oro” che vige nel creato e nell’uomo è l’Amore, con la A maiuscola.

Quindi il relatore si è soffermato ad esemplificare  tale regola dell’Amore nel creato e nell’uomo.

Egli ha quindi ribadito che se l’orientamento essenziale della vita è Amare amando, alimentiamo lo spirito umano,   assicurandoci così un vivere migliore e più sereno.

Ciò premesso, il viaggio sul quale si è articolata la relazione  è il viaggio della vita interiore, che non è il viaggio della vita contrapposta alla nostra vita materiale, alla nostra esistenza quotidiana.

Quindi il presidente Caramagno ha sviluppato sinteticamente gli argomenti di cui al successivo schema.

  • La vita interiore, esperienza umana.
    • La vita interiore è un’esperienza che appartiene a ogni uomo.
    • la vita interiore non è una vita contrapposta alla nostra vita materiale, alla nostra esistenza quotidiana.

  • Un viaggio, un cammino.
    • la vita interiore come un itinerario, un viaggio, per rientrare in sé, per andare al cuore delle cose e comprenderle dal di dentro.
  • Farsi delle domande.
    • In questa vita, lungo l’arco della vita tutti abbiamo delle domande che ci abitano, delle voci che affiorano dal nostro profondo.
  • Conoscere se stessi è quindi un compito, una fatica, un esercizio quotidiano e richiede di guardare, scrutare, esaminare il proprio sentire, parlare e agire.
    • Senza una certa conoscenza di sé è quasi impossibile lo sviluppo della vita interiore, perché io sono ciò che sono, cioè anche tutto ciò che mi ha fatto, che ha contribuito alla formazione del mio io.
  • Una ricerca di senso. mai senza l'altro.
    • Nella vita spirituale c’è una ricerca di senso e questo dato resta innegabile.
    • Ogni uomo, ogni donna è un soggetto singolare, unico, ma sempre un soggetto di relazione in mezzo agli altri e con gli altri.
    • «Nessun uomo è un’isola»  lapidaria affermazione di John Donne.
  • Solitudine, silenzio, libertà.
    • Condizioni per comprendersi e interpretarsi.
    • La solitudine appare in questo senso come una prima necessità.

Non si tratta della solitudine-isolamento che è negativa per ogni uomo, bensì della solitudine come dimensione in cui si è soli con se stessi.

Se c’è vera solitudine c’è anche il silenzio. Essi permettono  il fiorire delle libertà personale.

Silenzio, da intendersi non come mutismo ma come distanza dalle voci, come possibilità di un ascolto «altro», ascolto di ciò che non è rumore, chiasso, perché anche il silenzio è eloquente, parla e può essere ascoltato.

Silenzio e solitudine permettono anche il fiorire della libertà personale, cioè crescita della capacità critica in grado di giudicare e discernere.

Bisogna saper dire «io» nella vita interiore, anzi imparare a dirlo, per poter dire anche «noi» in modo autentico.

Intraprendere il viaggio della propria vita interiore significa quindi cercare di rispondere alle domande riguardo al senso della vita.

Il relatore, ha quindi accennato a qualche aspetto della funzione umana dello spirito che investe i rapporti di comunione.

Per  motivi di economia di tempo, ha dichiarato di tralasciare, purtroppo, le conseguenze dei vari modi di vivere i rapporti di comunione in ambito familiare, sociale lavorativo, cittadino.

Si è soffermato, in riferimento al nostro viaggio nella vita interiore, alle grandi opportunità che la nostra Associazione, con le varie attività costanti e le iniziative sporadiche, ma frequenti, offre ai soci tutti.

(Vedi link “Presentazione” chi siamo ecc…)

Ha quindi fatto  un riferimento ai contenuti della “Carta del socio Unitre di Augusta” con la preghiera semplice di S. Francesco d’Assisi (vedi link) ed ha accennato alle varie occasioni di socializzazione e umanizzazione che il  Circolo sociale offre ai soci.(Vedi link

Il presidente Caramagno ha quindi espresso:

  • dei compiacimenti verso la ns. Associazione locale dell’Unitre promotrice dei valori della “Cultura, Solidarietà e Umanità” e a quanti ne fanno parte in modo attivo;
  • un espresso invito ad essere tutti soci attivi e interessati alla vita della ns. Associazione;
  • e altresì un caloroso  invito ad intraprendere, qualora già non fossimo in cammino, l’arricchente viaggio umano all’interno di noi stessi, nella solitudine, nel silenzio e nella libertà interiore per uscire dal “pantano” di cui abbiamo conversato, vivendo il vero senso della vita e così vivere una vita più piena, serena e gioiosa.

Quindi, il relatore, ha ricordando che l’anno sociale venturo, la nostra Sede locale dell’Unitre celebrerà il ventennale della sua istituzione.

Ha anche ricordato che l’anno venturo si procederà  al rinnovo triennale del  Direttivo con l’elezione diretta del presidente del futuro triennio.

Prima di concludere il biennio 2016-2018, dedicato ad incrementare il valore “Umanità”, egli si è reso disponibile ad una iniziativa particolare, da lui coordinata, ed aggiuntiva alle varie attività che il Direttivo proporrà.

Tale iniziativa egli la considera quale regalo eccezionale ai soci interessati, quasi per segnare  la sua ininterrotta ventennale presidenza alla guida della nostra associazione, istituita dal Rotary Club di Augusta nell’anno della sua presidenza nel 1997 -1998.

Facendo seguito alle sue tre conversazioni tenute in aula durante il corrente anno accademico su: “Uomo conosci te stesso”, saranno organizzati degli incontri particolari “ per percorrere idealmente insieme l’arricchente viaggio nella nostra interiorità alla luce di elementi di antropologia umana e cristiana.

Detto viaggio, senza diminuire o sminuire l’importanza dei nostri doveri quotidiani, ci vorrebbe far vivere la vera realtà della vita; farci rientrare in noi stessi, aiutarci a sollevare il nostro spirito al di sopra delle cose che passano, per vivere più sereni e gioiosi, pur nelle difficoltà di ogni giorno.”

A tal fine si organizzerà un incontro settimanale distinto per i soci del Centro storico e per i soci dei quartieri Borgata, Monte Tauro, Brucoli e dintorni”.

Per i soci del Centro storico, utilizzando in esso un salone centrale, l’incontro si effettuerà ogni martedì, puntualmente, dalle ore 10,00 alle 11,30.

Per i soci dei quartieri Borgata, Monte Tauro, Brucoli e dintorni si utilizzeranno i locali del Circolo sociale e l’incontro si effettuerà ogni venerdì con il medesimo orario.

Lo svolgimento degli incontri seguirà la seguente metodologia:

  • durante i primi 20 minuti, il presidente introdurrà un argomento pertinente gli obiettivi indicati. Concluderà la conversazione ponendo delle domande relative all’oggetto della stessa;
  • il restante tempo, costituirà occasione di notevole arricchimento umano, per crescere nello spirito e dare alimento allo stesso, mediante gli interventi, ordinati e moderati, che i soci intervenuti avranno occasione di fare esponendo le loro opinioni e ponendo domande pertinenti l’oggetto della conversazione.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti del presidente e il compiaciuto applauso degli intervenuti.

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La Redazione.


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