13 Giugno 2011

Durante la riunione a caminetto del Rotary Club di Augusta tenutasi il 3 giugno 2011, in cui è stato invitato il nostro Presidente Dr. Giuseppe Caramagno, il Dr. Salvo Cannavà ha presentato la relazione “RUOLO E ASPETTI PSICOSOCIALI  DELL’UNITRE di AUGUSTA”.

Sul ruolo sociale e sull’effetto psicologico che l’UNI3 di Augusta esercita su noi tutti potremmo disquisire ad iosa; ma il tempo assegnatomi è tiranno ed entro subito in argomento. Sottolineo “che esercita su tutti noi”, perché si vive anche del benessere riflesso. Trovarsi di fronte ad una “classe di allievi”, che tali non sono, è emozionante per qualunque Relatore. Gli studenti ai quali ho rivolto le mie lezioni universitarie negli anni scorsi erano motivati dall’apprendere nozioni “spendibili” nella loro futura attività professionale.

fotorotariErano tesi al superamento dell’esame finale. Nella mia carriera di Docente, ho avuto la fortuna di non dover mai bocciare nessun studente. Quando scoprivo delle lacune in qualcuno di loro mi chiedevo sempre se avevo fatto tutto per spiegarmi, per far comprendere il mio pensiero, per trasmettere interesse per un determinato argomento.

I “Confratelli & Consorelle” dell’UNI 3, Allievi non sono. Essi ascoltano le nostre Relazioni con “paziente”, “attento”, ed a volte “stoico”, variegato interesse. Ma un interesse fine a se stesso! Finalizzato al mantenere “attive” le proprie capacità cognitive; finalizzato alla curiosità di conoscere, per, magari in seguito, vantarsene in famiglia o con le Amiche od Amici. Ed ancora, un più “alto” interesse comune a tutti: esserci, ed esserci tra loro, con loro.

Non credo che “le Ragazze ed i Ragazzi” dell’UNI 3 siano interessati alle argomentazioni loro proposte solo per i loro intrinseci contenuti (che potrebbero anche valere zero), bensì per altri fattori:

    1. l’appuntamento bi o tri settimanale o più frequente, a seconda dei laboratori frequentati; dunque l’esserci
    2. l’ambiente sano, fatto di gente selezionata e “per bene”, inizialmente sconosciuta, con la quale ci si trova “compagni di banco”, prima e “amici di merenda (pizza) o di gita”, dopo; con il gradevole spirito goliardico che serpeggia nello sguardo “furbetto” di queste/i meravigliose/i “……. antine/i”
    3. il desiderio di raccontarsi e di ascoltare il vissuto “spicciolo” della quotidianità di mamma, zia, nonna, nonno, ecc.
    4. la mancanza della costrizione a partecipare, sostituita dal piacere di intervenire, senza le forche caudine dell’esame da superare, ma con il desiderio di “apprendere”, finchè udito lo consenta
    5. il benessere dato dall’ “ammirarsi” allo specchio e compiacersi del capello fresco di parrucchiere, dell’abitino ad arte modificato, del colletto della camicia in ordine o della barba rasata e via dicendo
    6. dalla simpatia, dall’empatia, espressa dal Relatore di turno, chiunque esso sia e qualunque argomento proponga; pienamente fiduciosi che “se l’ha scelto il poliedrico Presidente Pippo Caramagno ed il suo eclettico Direttivo, non può essere che qualcuno interessante (perdonate l’autocompiacimento…) 
    7. dall’oramai acclarata consapevolezza di ciò che proprio loro, “atipici allievi”, possano dare, in termini di “Umanità”, “Affetto”, “Simpatia” e tant’altro ancora a noi, fortunati fruitori,  discenti della loro “Sapienza”

Ecco, allora, il significato di “tutto”, espresso da questa magica simbiosi, in cui l’uno si trasfonde nell’altro, ignorando volutamente l’effimero confine tra docente e discente.

Tutti noi, intrattenitori di ruolo o novizi, siamo felici di passare qualche ora con queste splendide realtà umane per il pathos che viviamo. Perché, ad esempio:

    1. con qualcuno siamo stati compagni di scuola o amici delle sane comitive di una volta e ritrovarci anche a distanza di anni è sempre piacevole
    2. qualcuno è un po’ più grande di età, ma più giovane nello spirito, e si ricorda di un nostro fratello maggiore o di nostro padre o di nostra madre
    3. qualcuno di loro è molto più grande di noi e ci ricorda i nostri cari, proponendoci quella tenerezza che non possiamo più dare e ricevere …..

fotorotari2Ho provocatoriamente ed artatamente accennato al benefico effetto psicologico che, direttamente ed indirettamente, l’UNI3 esercita su tutti noi, riferendomi a come, una mamma, una zia, un nonno, che frequentano l’UNI3, “ringalluzziti” dal frequentarsi, siano meno predisposti a lamentare acciacchi a vario titolo; siano più propensi a distogliersi dall’abulia della TV o dall’abbrutimento delle partite a carte in squallidi dopolavoro; siano più indipendenti e più disponibili anche nei confronti dei propri congiunti e non ditemi che è poco ……

Per ciò che riguarda noi “intrattenitori”, la gratificazione che ci piove addosso attraverso lo sguardo, ora attonito, ora compiacente, di chi, in numero sempre crescente, “gremisce gli spalti”, ci fa tornare a casa, dai nostri affetti più intimi con un calore che condividiamo fruttuosamente con la persona amata che ci aspetta e che ci chiede com’è andata, compartecipe della nostra serenità ……

Amici miei, non so se sono riuscito a trasmetterVi ciò che, per me, rappresenta l’UNI3 e se sono riuscito ad esprimere la mia lettura professionale sulla “Mission” che, a mio modesto avviso, l’UNI3 assolve in favore della collettività augustana. Lasciatemi fare una sola considerazione. All’inizio abbiamo parlato del ruolo psico sociale dell’UNI3. Dopo questo breve, e non certo esaustivo escursus, a chi fosse rimasto ancora scettico sul ruolo dell’UNI3, pongo solo una domanda: e se non ci fosse?

Grazie a tutti Voi per la benevolenza con la quale mi avete seguito. Un ringraziamento particolare all’Amica M.o Josè Tringali, Presidente del Rotary Club Augusta ed al Segretario Dott. Giuseppe Pitari per avermi invitato; ed ancora un caloroso plauso al Rotary Club di Augusta che, nella lungimiranza del Dott. Pippo Caramagno, ha saputo creare questa splendida realtà.

                                                                                                              Salvo Cannavà


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