cannava_3tavrot_2016Consueto successo, anche giovedì 18 febbraio, della riuscita Tavola Rotonda organizzata dall’Unitre di Augusta sul tema 2016: “Quale impegno personale per un mondo migliore: essere, amare, donare, servire”. Con due dotte argomentazioni su “L’Amore e il dono di sé e del servire per una vita piena e gioiosa”.

Magistralmente esposte da due esperti Relatori: la Prof.ssa Maria Giovanna Sergi, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Orso Mario Corbino” ed il Sacerdote Angelo Saraceno, Parroco della Chiesa di Santa Lucia. Entrambi voci e volti ben conosciuti agli astanti, giovanissimi, giovani, adulti e diversamente giovani.

Come mia abitudine, quale Moderatore di queste Tavole Rotonde, mi fa piacere esternare alcune mie considerazioni e libere interpretazioni di quanto ascoltato nel corso del piacevole incontro, facendone una breve sintesi ed una personalissima cronaca.

Dopo la breve introduzione del Presidente Unitre Dott. Giuseppe Caramagno, che ha salutato e presentato i gentili Ospiti Relatori ha aperto i lavori della serata la Prof.ssa Sergi che ha rotto il ghiaccio introducendo il concetto di “Motivazione e Stima”.

Proponendo una triade di argomentazioni: Amore, Dono e Servizio. “Amore”, nella sua accezione di sentimento e aspetto sociale nell'ambito del lavoro, di una classe scolastica e, per estensione del concetto, della “Città”. Amore come Socialità, come empatia verso il prossimo; amore come completamento del se.

Amore inteso come Premura verso il prossimo; ad esempio verso i compagni di classe, ma anche protesi al miglioramento della propria Città. Amore: interpretandone, in senso lato, il significato di disponibilità, di responsabilità di rispetto e conoscenza. La Prof.ssa Sergi ha voluto sottolineare il concetto di Guardare e attenzionare. Cioè di “Vedere” oltre il guardare.

Non limitandosi alla mera osservazione del mondo circostante, bensì coinvolgendo e lasciandosi coinvolgere nella ricerca della conoscenza, dell'accettazione degli altri; pronti e preparati all'ascolto. Responsabilizzarsi nel Dono allargando il cuore e capendo che è nel momento che doniamo parte di noi stessi che riceviamo il dono più grande: la consapevolezza di aver donato senza nulla chiedere. Parafrasando una frase di Papa Francesco “chi dona la vita, la riceve a sua volta”.

L'attenta relatrice pone l'accento pure sul senso di Presenza contrapposto all'indifferenza. Presenza in famiglia, sul lavoro, nella società, nelle relazioni umane. Ha messo in guardia dalla pericolosa ed a volte egoistica abulia. Ha invitato a mettere da parte il disinteresse, a favore del donarsi. Nello svolgimento dei propri doveri, come nel Volontariato o nel più variegato degli impegni. “Dono” come scintilla per accendere il cambiamento foriero del miglioramento. Ma impegno disinteressato..... a fondo perduto... Condannare l'arroganza di chi dona per aspettarsi una contropartita. La nostra gradita Ospite ha proseguito la sua caleidoscopica relazione parlando del “Servire”.

Facendo ancora cenno all'abilità ed all'opportunità di Ascoltare e non solo di udire. Ci ha però suggerito di donarsi nel servire, ma senza annientarsi e senza essere servili. Rafforziamo le nostre capacità di ascoltare il non detto, dell'attenzionare il linguaggio non verbale, di leggere tra le righe. L'intelligenza dell'ascolto e del servire deve essere anche protesa al capire, non solo a registrare i messaggi.

Ma anche attivandosi per sopperire ai bisogni, latenti o manifesti, del nostro interlocutore, con amore e diuturna disponibilità. Impegno globale e pluridisciplinare. Tutti possono e dovrebbero imparare a donarsi. Senza ostentazione e nel pieno rispetto dell'altro. Con gentilezza, empatia e senza paura di essere derisi o fraintesi e pronti al coraggio di denunciare sopprusi e prevaricazioni verso i meno fortunati od i più deboli. La Sergi ci ha anche suggerito un suo “come” donarsi. Ad esempio, rifacendosi al più alto dei doni evangelici.

Ma anche amando con sincerità e con competenza multidisciplinare e professionalità. Nessuno può sottrarsi al dovere civico del dono. Ha anche accennato alla Scuola, come fucina di impegno sociale, di cultura dell'educazione, di evoluzione scientifica e dei tempi, di crescita morale. La Scuola come maestra di testimonianza e di vita, nonché di condivisione. Nella possibile e auspicabile ricerca della biunivocità del dono, nel rapporto Docente/Discente, con doverosa attenzione. A conclusione del suo brillante intervento, la Relatrice, schernendosi con Padre Angelo, ci ha regalato un “suo” simpatico decalogo sul significato della vita, inneggiando alla pienezza ed alla gioia del Dono.

  1. Dare il giusto ed obiettivo valore a tutte le cose, materiali e immateriali;
  2. Non colpevolizzarsi o pietirsi per gli errori commessi; ma analizzandoli affinchè gli sbagli, una volta corretti, possano aiutare a vivere meglio;
  3. Vivere sempre a viso aperto, senza nascondersi, affrontando la vita per quella che è, ma attrezzandosi per viverla e farla vivere al meglio;
  4. Non chiedere mai agli altri più di quanto non chiedi a te stesso, dai tu l'esempio per primo …;
  5. Ascoltare i bisogni degli altri e fronteggiarli con manifesto interesse..... domani potresti essere tu ad avere bisogno...;
  6. Sii sempre positivo, qualunque prova ti richieda la vita, sii sereno ed affrontala con fiducia;
  7. Sii solidale nella solidarietà;
  8. Ama ciò che fai e gratifica chi fa con amore;
  9. Come in un gioco di scacchi, prima di agire, valuta sempre le conseguenze del tuo fare;
  10. Dona te stesso “gratuitamente” e fallo con gioia. Interpretando il pensiero della Pro.ssa Maria Giovanna Sergi oserei dire che, in buona sintesi, dovremmo imparare a guardare si con gli occhi, ma soprattutto a “Vedere” con la mente. Sentire con le orecchie, ma “Ascoltare” col Cuore.

Dopo l'esaustiva e coinvolgente esposizione dell'Amica Sergi, che abbiamo ringraziato per il dono fatto a tutti noi attraverso l'espressione dei suoi concetti, e per essersi cronometricamente mantenuta entro i limiti temporali concordati, la parola è passata a Padre Angelo Saraceno, Parroco della Parrocchia di Santa Lucia ed eclettico fautore di mille iniziative umanitarie nella Città. Volendone citare una per tutte, ad esempio, il Centro Utopia e tante ancora.

L'illustre oratore, ha esordito sciorinando la sua quotidianità, oserei dire di Very Normal People. Dalla sveglia alle 05,30, all'apertura della Chiesa alle 06,00, all'ascolto dei problemi e delle miserie della gente, per proseguire negli impegni pastorali e burocratici, nella vita della pulsante vitalità di una grande Parrocchia; ascoltando con interesse e partecipazione le debolezze di tutti.

Così come fa da ormai 42 anni di Sacerdozio. Portato avanti con disponibilità e con fermezza. Sempre pronto al supremo sacrificio di essere fagocitato dal vissuto di chi chiede aiuto. Sempre scevro dall'indifferenza e proteso al senso del mondo.

Sacerdozio non come “Mestiere”, bensì come scelta di vita, fatta già a 12 anni, allorchè decise di entrare in seminario. Qual'è stato il suo percorso umano? Sperimentarsi, mettersi in discussione ed attivarsi nei valori veri della vita. Finchè, a circa 17 anni, decise di operare una difficile ed importante scelta.

Condividere, attraverso la consapevolezza del Sacerdozio, il significato di aiutare il prossimo a portare la loro Croce. Il primo settembre del 1976 fu invitato a “Servire” accettando di diventare Parroco di una Chiesa e di una Parrocchia che non c'era. Quella, appunto di Santa Lucia, in borgata. E che ora rappresenta un punto di riferimento sicuro per la collettività augustana e non solo, che vive ed opera oltre i Ponti di Campagna. Nella sua dotta dissertazione, Padre Angelo, ci ha invitati a vivere i nostri sogni come Sogni ispirati da Dio stesso.

Ci ha spinti a provare gioia nel fare con e per gli altri. Donarsi per scelta, non con sacrificio, e farlo senza aspettarsi nulla dalla persona “accudita”. E' stato il primo Sacerdote a liberalizzare le offerte alla Chiesa, per la partecipazione a qualunque Rito.

Ci ha raccomandato di aprirci agli altri, interessandoci alla loro sofferenza con cristiano trasporto e umana partecipazione. Scevri da ogni condizionamento esterno, così come lui stesso ha saputo resistere a pressioni di vario tipo, anche nella realizzazione della Chiesa e delle altre strutture della Parrocchia. Dovere di tutti è anche quello di “formarsi” apertamente e liberamente ed esprimersi per salvare la dignità dei più deboli, dei più bisognosi, degli emarginati.

Provare Amore per ciò che si è, e non per ciò che si ha o, peggio, che si vorrebbe avere. Donandosi in silenzio e con alto senso del dovere. Guardando ai propri difetti, più che a quelli degli altri. Padre Angelo, ha insistito sul “senso dei valori”. Stimolando tutti gli astanti a lasciare spazio agli altri, fare strada agli altri e, magari, farli passare per primi. Essere fieri di raggiungere il successo grazie ai propri meriti, al proprio valore, e rifuggire da scorciatoie e compromessi. Solo così potremo consegnare ai posteri un mondo migliore, a misura d'uomo.

L'accorata esposizione di Padre Angelo Saraceno, perfettamente calzante al tema della serata e corroborante nello spirito degli intervenuti, è stata apprezzata anche perchè completata anch'essa entro i tempi concordati con la attenta ed infaticabile responsabile dell'evento Unitrino, la Prof.ssa Anna Danieli.

Aperto il breve dibattito, su pressante invito a prendere la parola, il Socio Carmelo Ardia, fervente Cristiano, ha voluto stringatamente ribadire il concetto di sacrificio di Cristo, donatosi a tutti noi fino al martirio ed al Suo insegnamento dell'ascolto in empatico silenzio e con serena attenzione. E' stata poi la volta del giovane liceale Gabriele Valenti, già espressosi in passato su altri argomenti, che ha chiesto come capire chi ha bisogno di aiuto, o semplicemente di essere ascoltato.

Il tavolo dei Relatori ha risposto incoraggiando l'osservazione di chi resta silenzioso od in disparte, di chi partecipa poco, di chi cerca o sfugge il nostro sguardo. E stimolando a mettersi nelle condizioni più ideali di ascolto. Stabilendo una piattaforma di intesa empatica e biunivoca. Imparando a parlare la stessa lingua della persona che vogliamo aiutare, abbattendo pregiudizi e preconcette forieri di incomprensioni e di barriere.

Alle 19,00 in punto il Presidente Unitre Augusta, Dott. Giuseppe Caramagno, ha ringraziato ancora una volta i Relatori per le loro dotte esposizioni e per la loro capacità e chiarezza nell'intrattenimento dell'attento pubblico ed ha salutato tutti, dando appuntamento alle prossime iniziative promosse dalla Sezione Unitre di Augusta.

 
Salvo Cannavà
  Moderatore.
 
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