21 Marzo 2016
Giovedì 17 marzo 2016 si è svolto il 4° e ultimo incontro a Tavola Rotonda dal tema: - “L’amore e il servire nell’ottica cristiana”
Se non ami (Nek)
Puoi decidere le strade che farai
puoi scalare le montagne oltre i limiti che hai
potrai essere qualcuno se ti va
ma se non ami
se non ami
non hai un vero motivo per vivere
se non ami
non ti ami e non ci sei
se non ami
non ha senso tutto quello che fai
puoi creare un grande impero intorno a te
costruire grattaceli e contare un po' di più
puoi comprare tutto quello che vuoi tu
ma se non ami
se non ami
non hai un vero motivo per vivere
se non ami
non ti ami e non ci sei
se non ami
se non ami
non hai il senso delle cose più piccole
le certezze che non trovi e che non dai
l’amore attende e non è invadente e non grida mai
se parli ti ascolta tutto sopporta crede in quel che fai
e chiede di esser libero alle porte
e quando torna indietro ti darà di più
se non ami
se non ami
tutto il resto sa proprio di inutile
se non ami
non ti ami , non ci sei...
senza amore noi non siamo niente mai...
Basterebbe rileggere il testo di questa canzone per aver già svolto il tema di questo incontro.
Ci sono molti aspetti sotto i quali si potrebbe coniugare il verbo AMARE tanto inneggiato, confuso e a volte profanato. Anche ad un bimbo di tre anni si può chiedere:”Quanto mi vuoi bene?” e se lo chiedessimo a ciascuno di noi, con il pesante bagaglio degli anni, risponderemmo: “ Non è bastata una vita per capire fino a dove può arrivare l’amore e fino a quanto si possa amare!!!!!!!!!!”
In questo nostro incontro nelle mie semplici vesti di donna, sposa, madre e nonna proverò a condividere il tema dell’amore inquadrandolo nell’ottica cristiana, non perché mi senta “arrivata”, tutt’altro … ma perché ho percorso un tratto di strada anagrafico con l’aiuto di chi mi ha indicato il bastone giusto: quello della FEDE e della Religione.
Credo di aver imparato la distinzione tra FEDE e RELIGIONE: ambedue sono cose buone ma diverse: la religione è l’insieme di quelle pratiche religiose necessarie per la sua manifestazione, e per celebrare i riti che spiegano l’appartenenza ad una VERITA’.
La FEDE è tutta un’altra cosa. Essa porta all’incontro personale col Cristo e all’ascolto della sua Parola per accoglierla e aderire ai suoi comandamenti.
La FEDE ti porta all’ incontro inteso come un TU X TU, un guardarsi negli occhi. Quanti di noi abbiamo vissuto l’esperienza dell’innamoramento con l’incontro con l’altro che per motivi diversi ci ha conquistato e si desidera conoscerlo da vicino? Ci si frequenta … si parla … ci si ascolta … si fanno cose insieme ….
Un incontro è sempre un di più che entra nella tua vita e anche con momenti di disguidi o diversità, si acquisisce sempre quel bagaglio che ti arricchisce.
Credere in Dio, non è facile come bere un bicchiere d’acqua. Anche il demonio crede in Dio.
Credere in Dio significa in parole semplici, credere nell’essere amati da Dio e accogliere questo amore, anche quando tutto rema controvento, anche quando il mio progetto di vita, viene catapultato in un’altra direzione … e con facilità si può perdere la bussola e ci si può sentire abbandonati in alto mare.
Proviamo allora a dare una dimora a questo grande dono: la prima comunità in cui cresce, circola e si manifesta l’Amore, è la famiglia definita da Papa Francesco “La fabbrica della speranza” in quanto fondata sull’Amore e aperta al dono della vita, nel difficile compito di costruire un avvenire di pace, di comunione, e di fertilità.
Questo amore inteso nella sua verità, si sprigiona all’esterno così come parte l’eco in una valle montuosa: ritorna la tua stessa voce.
Figlio di questo Amore è il SERVIZIO scelto e voluto nell’ottica cristiana; l’amore illuminato dalla Fede diventa servizio nel dono gratuito di sé … verso la famiglia in cui siamo stati posti, e verso i luoghi di vita scelti che ci accompagnano.
Amare nell’ottica cristiana è un impegno, un percorso, una sfida quotidiana.
La differenza tra “volontariato e carità” cioè tra l’essere disponibile nel servizio verso gli altri per un sentimento umano, e il servizio donato per attuare e vivere un comandamento proclamato dal Figlio di Dio, sta nel fatto che cambia la motivazione.
Essere mano, piede, occhio, voce, udito per chi è stato defraudato di quei doni per sentirsi “normali”. Ma chi è il “normale”?
Amare e servire non sono vocazioni spontanee, non sono scontate, ma sono delle decisioni, delle scelte mosse da una volontà di cammino di fede, di umanità.
Portiamo a casa stasera: Mani per tutti e tutti per mano con:
- tanta voglia di abbracci;
- l’impegno a trovare tempo per ascoltare i bisogni di chi chiede;
- la certezza che è Gesù che ci insegna ad amare e che il dialogo è la migliore medicina che ci permette di camminare insieme.
Franca Morana Caramagno